Pigro, teledipendente, furbacchione, il celebre gatto tigrato color arancione e' stato ricostruito completamente al computer e interagisce con straordinario realismo con gli attori in carne e ossa. E ora balza nelle sale italiane dopo aver dominato il botteghino degli incassi americani.
Se vi capita, nel bel mezzo di una piovosa giornata autunnale, di intercettare con la coda dell'occhio un gatto tigrato arancione mentre attraversa la strada alla velocita' di un fulmine. O di sorprendere, passeggiando sotto la luce fioca dei lampioni, un'ombra felina scalare la palizzata in fondo al viale con uno sprint che neppure Valentino Rossi riuscirebbe a tenergli dietro, potete starne certi: si tratta di Garfield, il gatto piu' pigro, obeso e scansafatiche dell'universo.
Vanitoso, videodipendente e infaticabile divoratore di porzioni extralarge di lasagne fumanti, Garfield non e' un gatto come tutti gli altri. Infatti, il suo mondo e' quello magico e irreale dei fumetti. E' nato nel giugno 1978 dalla matita e dalla fantasia del disegnatore americano Jim Davies e le strisce che immortalano le sue imprese sono divulgate da 2.750 quotidiani e periodici in 111 Paesi del mondo: un successo che lo ha fatto entrare di diritto nel Guinness del primati.
Stanco - dopo 26 anni di straordinaria carriera - di comparire solo sulle pagine dei giornali, l'ambizioso felino ha convinto il regista Peter Hewitt a spalancargli le porte del cinema e ad affidargli la parte del protagonista in un film che uscira' tra pochi giorni sugli schermi italiani. Il titolo? Garfield, naturalmente!
Odie nemico-amico
La vita, per Garfield, non puo' essere piu' rilassante. Spaparanzato sulla poltrona preferita, consuma le ore davanti alla tv, perennemente accesa. Di tanto in tanto - sbadigliando - attraversa stancamente la stanza e si dirige in cucina, dove lo attende la razione giornaliera di lasagne. Poi - continuando a sbadigliare - si trascina sulla poltrona e si prepara a schiacciare un pisolino. "Ho tanto tempo libero e troppo poco da fare. Chi e' piu' fortunato di me?", pensa tra se' e se', sprofondando lentamente nel mondo dei sogni.
Ma gli imprevisti, come folletti inquieti e dispettosi, sono sempre in agguato. E la vita smette - da un momento all'altro - di scorrere come un lungo fiume tranquillo. "Svegliati, dormiglione. E' ora di andare dal dottore!". La voce di Jon frantuma i sogni di Garfield, riportandolo bruscamente alla realta'. Garfield socchiude gli occhi e si stiracchia appena: sa di essere sano come un pesce e che Jon - il suo padrone - e' pazzamente innamorato della veterinaria Liz Wilson ma, non avendo il coraggio di dichiararsi e di invitarla a cena, prenota visite su visite, coinvolgendolo nei suoi deliri amorosi.
Appena varcata la soglia dello studio di Liz, Garfield sente un'inconfondibile puzza di rogne: Liz, con gli occhi piu' dolci che mai, propone a Jon di "adottare" per qualche tempo Odie, un cagnolino buffo e maldestro alla ricerca di un po' di affetto e di un tetto sotto il quale riposare. Jon, assai timido e non poco imbranato, accetta volentieri, nella segreta speranza di far lievitare le proprie quotazioni nel cuore di Liz.
Odie irrompe nella vita di Garfield con la furia di un ciclone, mettendone a dura prova la pazienza ed il sistema nervoso. Odie e' un inguaribile giocherellone, abbaia tutto il giorno senza ragione, "trasloca" ogni cinque minuti da una camera all'altra e appare sempre fresco e riposato. Garfield ha un chiodo fisso che gli risuona, come un ritornello, nella mente: rispedire Odie al mittente nel piu' breve tempo possibile. Ma quando Odie, un giorno, viene rapito da Happy Chapman, addestratore di cani crudele e senza scrupoli, Garfield non se la sente di abbandonarlo al proprio destino e - mettendo da parte le paure e la proverbiale pigrizia - si getta a capofitto nella "missione impossibile" di salvarlo.
Tra realta' e fantasia
"Per molti anni ho desiderato trasferire Garfield e il suo mondo sul grande schermo - confessa, sorridendo, il regista Peter Hewitt - . Il suo temperamento e' un cocktail esplosivo di humour e di simpatia, di generosita' e di furbizia: il mix di verve e di pazzia che lo caratterizzano conquista il pubblico di tutte le eta'".
Il passaggio dalle illustrazioni dei fumetti alla realta' "catturata" dalla macchina da presa si e' rivelato simile a un triplo salto mortale. E l'impresa piu' difficile e' stata, senza dubbio, la ricerca del protagonista. "Abbiamo sottoposto a provini centinaia di gatti - ricorda il regista, ripensando alla folla miagolante in coda davanti all'ufficio casting - . Ce n'era uno che assomigliava vagamente a Garfield, ma non era abbastanza robusto. L'abbiamo "rivestito" con un'imbottitura, ma era troppo ridicolo. Per questo ho deciso di "progettare" Garfield al computer e di regalargli un corpo interamente composto di bit". La decisione di Hewitt ha rappresentato un autentico colpo di fortuna per Breckin Meyer, l'attore che veste i panni del timido Jon, da sempre allergico ai gatti.
Il fatto che Garfield sia l'unico attore "digitale" in mezzo a un cast di persone e di animali in carne ed ossa, non toglie un grammo al realismo della pellicola: un esercito di maghi del computer e degli effetti speciali - infatti - si e' trincerato per mesi dietro il mouse e la consolle per far sembrare l'irreale piu' vero della realta'.
"Sono convinto che gli spettatori saranno conquistati dalla personalita' e dall'estro di Garfield - confida il regista, guardando e riguardando alla moviola la versione definitiva del trailer - anche perche' in alcune sequenze egli abbandona la scena per rivolgersi direttamente al pubblico in sala". La sua voce e' quella inimitabile e famigliare di Fiorello, che - dopo aver regalato la parola a Dimitri, protagonista del film a cartoni animati Anastasia - e' tornato, dopo una manciata di anni, a cimentarsi con il doppiaggio.
Uscito in America l'estate scorsa, Garfield si e' arrampicato con la velocita' di un gatto immediatamente in vetta alla classifica degli incassi. "In Italia succedera' la stessa cosa - conclude, con un sorriso contagioso, il regista - perche' tutti possono riconoscersi nella trama della pellicola. Garfield non sopporta Odie perche' ha inceppato i meccanismi della routine e del suo mondo perfetto. Ma, quando si trova nei guai, Garfield non lo abbandona: raccoglie il suo grido d'aiuto e tira fuori tutto il proprio coraggio. Anche forse non lo ammettera' mai, Garfield sente che Odie e' il miglior amico che abbia mai avuto. E rischia la vita per salvarlo".
CARLO TAGLIANI
