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IO ROBOT. E TU?

In un futuro nemmeno troppo lontano, uno strano trio e' incaricato di scoprire l'autore di un misterioso omicidio. Sono un poliziotto, una psicologa e un robot. Star della pellicola, il bravo e simpatico Will Smith. Chicago, anno 2035. La tecnologia - rispetto all'autunno 2004 - ha compiuto balzi da gigante. Non e' difficile, andando a zonzo per le strade della citta', imbattersi in robot obbedienti, programmati per prendersi cura degli umani senza chiedere nulla in cambio. Ogni famiglia ne possiede almeno uno: per riordinare le stanze, per ritirare la spesa al supermarket o per portare a spasso Fido. Ma la vera rivoluzione, come la tv e i giornali non si stancano di ripetere, deve ancora arrivare: la U.S. Robotics - azienda ai vertici della top ten nella produzione di umanoidi - sta dando gli ultimi ritocchi a NS-5, la piu' innovativa generazione di robot mai ideata dall'uomo, capace di prestazioni straordinarie, come zigzagare nel traffico a bordo di una rombante motocicletta, cucinare hamburger e torte alla panna da leccarsi i baffi o dirigere un'orchestra di musica classica in punta di bacchetta, senza mai perdere il ritmo. I manager della U.S. Robotics e i maghi della finanza internazionale non stanno piu' nella pelle: sono sicuri che, se gli NS-5 sfonderanno sul mercato, la U.S. Robotics polverizzera' in un soffio la concorrenza e diventera' - in men che non si dica - l'impero industriale piu' ricco e potente del pianeta. e' una sfida importante, ad alto tasso di adrenalina, e il regista Alex Proyas la racconta nel film Io, Robot, in uscita in questi giorni nelle sale cinematografiche. Uomini e umanoidi Gli ingegneri e gli scienziati della U.S. Robotics non hanno un minuto libero: vivono giorno e notte segregati in laboratorio per rendere gli NS-5 il piu' possibile "intelligenti" e simili all'uomo. Il loro entusiasmo e' alle stelle, mentre programmano nei minimi dettagli il software e l'hardware dei robot, sottoponendoli a un fuoco di fila di esperimenti e di test. La frenetica routine che caratterizza le loro vite viene bruscamente interrotta quando il dottor Alfred Lanning, uno dei cervelli piu' preparati della U.S. Robotics, viene assassinato. La notizia si abbatte sugli amici e sui colleghi come un colpo di scure. "Il dottor Lanning era una persona schiva e riservata - si ripetono l'un l'altro - chi puo' aver avuto interesse a eliminarlo? Quale puo' essere il movente?". Del Spooner, investigatore dai modi bruschi, di poche parole e assolutamente indifferente al fascino della tecnologia, viene incaricato dalla polizia di Chicago di far luce sul delitto. Ma il campo d'indagine si rivela - fin dall'inizio - sterminato: la lista dei presunti colpevoli, infatti, include sia esseri umani sia robot. Alla disperata ricerca della verita', Del Spooner viene affiancato dalla dottoressa Susan Calvin, psicologa specializzata in intelligenze artificiali, e da Sonny, un robot con un cervello e una sensibilita' simili a quelli umani e depositario di un gran numero di segreti. Il sospetto che un automa - infrangendo le leggi della robotica e macchiandosi di un delitto - possa essersi ribellato all'uomo, incrina poco a poco il rapporto di fiducia degli esseri umani nei confronti degli umanoidi. Ma intanto la verita' comincia ad affiorare e a prendere forma, conducendo inequivocabilmente all'individuazione del colpevole. Ai confini della realta' Costato 105 milioni di dollari, Io, Robot e' ispirato all'omonima serie di racconti pubblicata nel 1950 dallo scrittore sovietico Isaac Asimov, che e' forse il piu' importante autore di libri di fantascienza. "Quando avevo piu' o meno dieci anni - ricorda il regista Alex Proyas durante una pausa sul set - trascorrevo interi pomeriggi a leggere storie di fantascienza, e quelle di Asimov erano tra le mie preferite. e' incredibile constatare come, anche se sono state scritte piu' di quarant'anni fa, esse siano ancora attuali". A vestire gli abiti scuri dell'agente Del Spooner e' l'attore americano Will Smith, che confessa: "Quello che piu' mi ha colpito, quando ho letto per la prima volta la sceneggiatura, e' il fatto che cio' che minaccia l'umanita' non sono i robot ne' il mondo governato dalla tecnologia, ma i limiti della mente umana. In una parola: quando l'uomo perde di vista i propri valori e i propri principi, rischia di trasformarsi nel peggior nemico di se stesso". A regalare un tocco di grazia e di femminilita' alla psicologa Susan Calvin e' l'attrice Bridget Moynahan, che spiega: "e' difficile immaginare due persone piu' diverse di Del Spooner e di Susan. Lui non puo' vedere i robot, non crede nel progresso tecnologico e ama le cose semplici; lei trascorre piu' tempo con i robot che con le persone, li progetta ed e' convinta che siano piu' affidabili degli esseri umani. Ma entrambi, nel corso del film, hanno modo di modificare le proprie convinzioni". Chi, probabilmente, mandera' in visibilio gli spettatori e' il robot Sonny: riuscito e scoppiettante mix di tecnologia e di effetti speciali. "Sonny e' un androide con caratteristiche quasi umane - afferma il regista - ed e' diverso da tutti gli altri robot. A tratti sembra un bambino, perche' possiede una forte carica di innocenza e di spontaneita', oltre a un'insospettabile vena di ironia". Uscito negli Stati Uniti a meta' luglio, Io, Robot e' arrivato in pochi giorni ai vertici del box office. "E in Italia succedera' la stessa cosa - avverte Proyas - perche' la pellicola tratta, con tono leggero, un tema attuale e scottante come la paura di un futuro in balia dell'high tech: i robot non hanno un cervello autonomo, esistono all'interno dei confini della logica umana, che puo' prevederne l'evoluzione solo fino a un certo punto. Io, Robot si chiede quanto possiamo davvero fidarci della nostra logica". CARLO TAGLIANI
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©AGOSTINO LONGO
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