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Una Sonohra vittoria

L’aria sorpresa mista all’ovvia soddisfazione "fermata" dai flash dei fotografi sui volti dei Sonohra al Festival di Sanremo nella serata finale dedicata ai "Giovani", racconta forse più delle parole la scarica di emozioni provata dai fratelli Luca e Diego Fainello. I due, infatti, non si aspettavano davvero di vincere, visto anche le "votazioni" delle serate precedenti, che li metteva a metà classifica. E invece, con un’accelerata degna di Raikkonen, hanno sorpassato la concorrenza e tagliato vittoriosi il traguardo con la loro canzone, L’amore.
 
A confermare che non si è trattato di un caso, è arrivato subito il parere del popolo del web. Il loro spazio su YouTube ha visto moltiplicarsi i contatti dopo la partecipazione sanremese: da 30.000 a 130.000, con giudizi sempre positivi, una specie di incoronazione.
 
Una bella ricompensa per Luca e Diego che, fin da ragazzini, hanno dedicato tempo e fatto sacrifici per coltivare la passione per la musica. Alle loro spalle, sonohracentinaia di concerti in piccoli pub come duo acustico, in cui alternavano canzoni altrui (Bryan Adams, Bon Jovi, Blues Brothers…) con le prime composizioni personali: Diego scriveva le musiche, Luca i testi.
 
Piovono così tanti apprezzamenti, che si concretizzano nella firma di un contratto discografico e la spedizione a Sanremo. Il resto è storia nota, con il corollario di un album, Liberi da sempre, dove i fratelli frullano i generi (folk, rock, country, blues) servendoli poi in chiave pop, guidati dall’intreccio delle voci e delle chitarre acustiche. Un lavoro fatto bene, con una chiave… Sonohra già delineata, spia di una personalità rara in un disco d’esordio.
 
Mondo Erre ha voluto saperne di più su questa avventura appena incominciata dalla coppia e ha raggiunto per telefono Luca e Diego, ancora un po’ sotto choc per la… Sonohra vittoria di Sanremo.
 

L’intervista

Quale effetto vi ha fatto vincere al Festival?
Un effetto centrifuga. Non eravamo abituati a una simile esposizione mediatica, aumentata dopo la nostra affermazione, e siamo ancora un po’ spaesati, oltre che ovviamente contenti.
 
Come avete affrontato la gara?
La nostra unica preoccupazione era di eseguire bene il brano nella prima serata, cosa che non ci ha fatto dormire per tre sere. Non ci aspettavamo di passare la selezione e riuscirci è stato per noi un grandissimo premio: potevamo far riascoltare il nostro pezzo.
 
Invece è arrivata la vittoria. Davvero non ci avete fatto un pensierino?
Francamente no. Una volta eseguita la canzone, ci siamo addormentati nei camerini per la stanchezza accumulata nei giorni passati. Inoltre, nella classifica provvisoria eravamo sesti, quindi lontani dalle prime posizioni. Nulla faceva pensare a una simile risalita.
 
Soddisfazione doppia, visto che il brano vincitore, L’amore, come l’album, è tutta farina del vostro sacco.
In effetti, c’è un lunghissimo e duro lavoro che abbiamo sviluppato in questi anni per trovare il vestito migliore da dare alle canzoni.  A ogni brano, insomma, abbiamo cercato di dargli un tocco di originalità.
 sonohra
Come siete riusciti a dare questi equilibrio al vostro sound?
Premesso che abbiamo ancora tutto da imparare, credo sia frutto del grosso lavoro fatto in questi anni nei concerti. Ci siamo esibiti quasi ogni giorno nei pub e sul palco abbiamo limato i difetti e sperimentato alcune soluzioni sonore. Suonare generi diversi, per di più in chiave acustica, è servito tantissimo.
 
Soddisfatti della resa finale dell’album?
Tantissimo, anche perché ci è stata data carta bianca nel realizzarlo, cosa non da poco per degli esordienti come noi. D’altra parte, senza questa condizione, non saremmo entrati in sala d’incisione. In passato, ci avevano già offerto questa possibilità, a patto di cambiare le canzoni, e la nostra risposta era stata di no. Ci teniamo a fare le cose che "sentiamo" dentro di noi, è l’unico modo per essere credibili.
 
Uno dei brani più toccanti del disco è Salvami. In quale modo è nata?
È dedicata a un nostro giovane amico morto in un incidente stradale e la sua storia ci ha coinvolto così tanto che è scaturita questa canzone. Vuole essere anche un monito per tutti coloro che seguono la "cultura dello sballo" e ai rischi che quel tipo di vita comporta.
 
Nell’album trova spazio anche un messaggio ecologista.
L’ambiente è un tema che ci è caro, e lo sottolineiamo in due brani, English dance e soprattutto I believe. L’uomo sta distruggendo la sua casa e se non corre presto ai ripari la natura presenterà il suo conto, e sarà salatissimo da pagare. Tuttavia, noi rimaniamo fiduciosi: "I believe" è una canzone di speranza. Come diciamo nel testo, crediamo nell’amore universale, che può migliorare le persone.
 
©Mondo Erre - Claudio Facchetti
Nilus
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©AGOSTINO LONGO
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