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Sempre forte Indiana Jones!

Sono trascorsi vent’anni dall’ultima crociata, eppure - come un solido fuoristrada in grado di muoversi su tutti i terreni - Indiana Jones non perde lo smalto. Sguardo sornione e inguaribile vocazione a cacciarsi nei guai, l’archeologo più famoso del grande schermo torna a scalare la top ten degli incassi con una nuova avventura.

Capelli alla marine spruzzati di grigio e qualche ruga in più a scavare il volto indiana jonesabbronzato, questa volta Indiana Jones deve dribblare un turbine di contrattempi e di avversari senza scrupoli per portare alla luce i misteri del Regno del Teschio di Cristallo. Al suo fianco - come sempre - una coppia di amici inseparabili: Steven Spielberg alla regia e George Lucas alla sceneggiatura e alla consolle degli effetti speciali.

Tutta la conoscenza del mondo

Los Angeles, 1957. Dopo due decenni "in pantofole" tra ricerche in biblioteca e lezioni di archeologia all’Università, il professor Henry Jones Junior - per tutti, semplicemente, Indiana Jones - viene a sapere che l’Unione Sovietica ha organizzato una spedizione segreta per impadronirsi di alcuni preziosi teschi di cristallo nascosti tra le sterminate foreste dell’America del Sud.

Secondo un’antica leggenda Maya - infatti - esisterebbero, disseminati qua e là in qualche parte del mondo, tredici teschi di quarzo bianco in grado di svelare il futuro dell’umanità a chi riuscisse a trovarli e a radunarli tutti insieme.

Senza indugiare un secondo, Indiana Jones attraversa il Messico e il Perù alle calcagna dei russi. Al suo fianco, il giovane Mutt Williams - ladruncolo in jeans e giubbotto di pelle deciso a seguire le sue orme - e una squadra di compagni fidati. Tra un avvistamento e una trappola mortale, una battuta di spirito e un incontro ravvicinato con formiche giganti e alligatori, Indiana Jones si trova faccia a faccia con Irina Spalko, perfida e astuta spia sovietica disposta a tutto pur di terminare la collezione dei teschi di cristallo.

Ancora una volta - con intelligenza, ironia e l’insostituibile frusta, pronta ad abbattersi sugli avversari con la precisione di un cobra - Indiana Jones si impegna a liberare il mondo dalla minaccia di Irina e a portare a casa la pelle.

La paura di sbagliare

Le riprese di Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo sono state realizzate tra giugno a ottobre dello scorso anno negli Stati Uniti, in Messico e in Perù. "Tornare dietro la macchina da presa per dare vita a questa nuova avventura - confida il regista Steven Spielberg - è stato come ricominciare a nuotare in mare aperto dopo aver vissuto per vent’anni sulla cima di un ghiacciaio. Sembrava un’impresa disperata e avevo paura di non rimanere a galla. Poco a poco, però, mi sono tranquillizzato e ho cominciato a sguazzare...".

indiana jonesPaura comprensibile, quella di Spielberg, se si pensa che i primi tre capitoli della saga di Indiana Jones hanno rastrellato - nel mondo - la cifra record di oltre un miliardo di dollari. "Abbiamo impiegato quindici anni solo per scrivere una sceneggiatura convincente e Steven ha smontato e rimontato la pellicola almeno cinque volte - gli fa eco George Lucas - . Siamo consapevoli di aver dato alla luce uno dei film più attesi dal pubblico e che milioni di spettatori ci aspettano al varco per criticare ogni piccolo dettaglio: per questo non abbiamo concesso nulla all’improvvisazione".

A differenza delle puntate precedenti, che si svolgono negli anni Trenta, all’epoca dell’ascesa politica del dittatore Adolf Hitler e dell’affermazione del nazismo in Germania, Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo è ambientato negli anni Cinquanta, al tempo della "Guerra fredda", quando il mondo era diviso in due "squadre" contrapposte, capitanate rispettivamente dagli Stati Uniti e dall’Unione Sovietica. "È stata una scelta inevitabile - aggiunge Lucas - perché gli attori sono invecchiati di vent’anni e non sarebbero stati credibili in una nuova storia incorniciata negli anni Trenta".

Shia, l’erede di Ford

A indossare il ruvido cappellaccio di Indiana Jones e a impugnarne la frusta è - ancora una volta - l’inossidabile Harrison Ford. "Mi sono lanciato all’inseguimento dei ricercatori di teschi di cristallo con l’entusiasmo di un supereroe senza maschera e senza superpoteri. E confesso che non mi sono mai divertito tanto", dichiara Ford con l’aria di un teen ager che non smetterebbe mai di giocare.

A convincerlo a rimettersi davanti alla macchina da presa per dar vita a un personaggio tanto impegnativo - giura - non è stata la valigia di dollari offertagli dai produttori. "Considero Indiana Jones quasi come un fratello perché abbiamo molte cose in comune - sottolinea - . Entrambi amiamo il nostro lavoro, lo svolgiamo con passione e affrontiamo la vita a viso aperto, senza tirarci indietro quando c’è un valido motivo per lottare. Io, per esempio, ho voluto combattere contro la paura di volare e prendere il brevetto da pilota perché adoro stare tra le nuvole".

Per rendere ogni scena più credibile e realistica, anche questa volta Ford ha convinto il regista a risparmiare sugli stuntman e sugli effetti speciali e ha preteso di attraversare ponti di corda sospesi nel vuoto, di galoppare in mezzo al deserto e di distribuire e incassare botte da orbi. "Purtroppo - commenta con un pizzico di rimpianto - non ho più trent’anni: se corro mi viene il fiatone e se salto mi fanno male le gambe. Ma amo le sfide e, soprattutto, vincerle".

A dargli filo da torcere - caschetto nero e occhiali scuri per coprire il volto - la indiana jonesgelida Irina, che possiede la determinazione e l’eleganza dell’attrice australiana Cate Blanchett. Ma - tra gli addetti ai lavori - c’è chi è pronto a scommettere che il vero asso nella manica di Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo, sia il bel tenebroso Mutt, che ha lo sguardo e i muscoli di Shia LeBeouf.

Ventuno anni, occhi color del cielo e capelli color del grano, LeBeouf sembra destinato a un futuro da star e si vocifera che potrebbe sostituire Harrison Ford in una trilogia nuova di zecca. "Sarei felice di diventare l’erede di Harrison - afferma, con un sorriso - perché condivido lo stile di Indiana Jones e mi piace il suo modo di affrontare la vita: non si monta la testa, cerca di risolvere i problemi attraverso tentativi ed errori e, come accade nella vita reale, qualche volta non riesce a realizzare tutto ciò che vorrebbe".

©Mondo Erre - Carlo Tagliani

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©AGOSTINO LONGO
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