La storia di Atif ucciso dal maestro
Pensavo ormai di essere vaccinato contro ogni notizia angosciosa, e invece no. L’orrore arriva dal Pakistan e mi lascia senza fiato: un bambino cieco di 7 anni è stato torturato e ucciso dal suo maestro perché non aveva imparato a memoria
alcuni versetti del Corano.
È accaduto in una madrassa, scuola religiosa mussulmana, nella provincia

orientale del Punjab. Il maestro (ma possiamo chiamarlo così?) prima ha
appeso il ragazzo a testa in giù al ventilatore del soffitto. Poi, una volta liberato, l’ha preso a bastonate per farlo smettere di piangere.
Il giorno dopo l’hanno trovato morto nella sua stanzetta. Atif, cieco dalla nascita, era già stato bastonato dal "maestro" altre volte. I genitori, poveri contadini, l’avevano curato e rimandato a scuola nella speranza che un giorno sarebbe diventato un mullah.
Le madrasse in Pakistan sono 13 mila e contano 2 milioni di studenti.Accusate di essere il punto di contatto tra la popolazione e i gruppi islamici estremisti, sono anche una risposta alla mancanza di scuole pubbliche. Gratuite, offrono alloggio ai bambini poveri. Gli insegnanti, però, a parte il Corano, non hanno alcuna preparazione. E pensano che le punizioni fisiche siano normali perché anche loro sono stati educati così.
Mi domando se sia giusto pubblicare notizie così agghiaccianti. E la risposta è sì. Se vogliamo migliorare il mondo, dobbiamo conoscerlo anche nelle sue pieghe più terribili. E poi, la storia di Atif può aiutare quei ragazzi coccolati che ogni mattina sbuffano quando salgono sull’auto della mamma che li accompagna a scuola.
Il biliardino prenota la prossima olimpiade
Ogni tanto, per motivi che non sono propriamente sportivi, rincorro anch’io un pallone e la gente - bontà sua - magari applaude ai miei goffi tentativi di dribbling. Diciamo la verità, non sono mai stato un atleta. Però con il biliardino ci sapevo fare, eccome!

E adesso apprendo che soltanto per un soffio i
18 mila iscritti alla Federazione italiana di calcio balilla (tra i quali Fiorello e Rino Gattuso) non hanno avuto la possibilità di vedere il loro sport preferito alle olimpiadi di Pechino: sono mancati i finanziamenti per la spedizione.
Ma è soltanto un rinvio ai prossimi Giochi. Siamo in lista d’attesa per i cinque cerchi, come un’infinità di altre discipline, come bocce, bowling, golf, rugby, polo, sumo, sci d’acqua e tiro alla fune. Insomma, fra quattro anni vedremo il gancio e i colpi di sponda uscire dagli oratori per entrare nel gotha degli sport che contano.
Più lingue conosci più cresce la memoria
I ragazzi che imparano una seconda, o meglio ancora, una terza lin

gua manterranno
meglio la memoria e altre capacità cognitive quando diventeranno anziani. A questa conclusione sono arrivati i neuropsicologi dell’Università di Tel Aviv (Israele), dopo aver sottoposto a una serie di test un gruppo di persone tra i 75 e i 95 anni. Quelli che conoscevano più lingue già dall’infanzia hanno ottenuto in media risultati migliori.
Spiegazione: la necessità di gestire parole e strutture logiche diverse induce il cervello ad attivare più connessioni nervose.Ovviamente, ci sono molti altri motivi per studiare le lingue: e tutti vantaggiosi.
CARLO CONTI RISPONDE
Nelle molte accise la storia d’Italia
Con il prezzo del petrolio alle stelle da un po’ di tempo sento parlare di "accise" e "Robin Hood tax". So che si tratta di tasse, ma sai dirmi qualcosa di più in proposito? Grazie.
Luca L. (Brescia)
Caro Luca,
l’accisa (dal latino medievale " accidere", e cioè "tagliare") è un tributo indiretto che colpisce determinate produzioni. Una tassa, dunque. Così com’è una tassa la "Robin Hood tax" che il nostro ministro dell’economia vorrebbe far pagare ai petrolieri. Per prendere ai ricchi e dare ai poveri. Ma Robin Hood, purtroppo, era un personaggio immaginario.
La storia d’Italia, invece, quella vera dell’ultimo secolo, la puoi ritrovare elencando le accise: 1,90 lire per la guerra di Abissinia del 1935; 14 lire per la crisi di Suez del 1956; 10 lire per il disastro del Vajont del 1963; 10 lire per l’alluvione di Firenze del 1966; 10 lire per il terremoto del Belice del 1958; 99 lire per il terremoto del Friuli del 1976; 75 lire per il terremoto dell’Irpinia del 1980; 205 lire per la missione militare in Libano del 1983; 22 lire per la spedizione in Bosnia del 1996; 2 centesimi di euro per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004. Un totale di 0,25 euro per ogni litro di carburante.
Insomma, le accise utilizzate per le emergenze, dopo aver raggiunto lo scopo non sono mai state rimosse. Anzi, su di esse viene applicata anche l’Iva, e cioè una tassa sulle tasse.