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La Parada di Miloud

C’è il buio, spezzato solo dai fiochi bagliori di qualche candela, e ci sono i tubi che portano il riscaldamento nelle case. Ci sono i cattivi odori, i topi e ci sono anche tanti ragazzi. Sotto il suolo di Bucarest, in Romania, c’è un’altra città, brulicante di paradaocchi dallo sguardo disperato, tappezzata di cartoni e materassi sfondati. È quella che ha visto un giorno Miloud Oukili,ventenne franco-algerino, clown-acrobata di strada, occasionalmente modello per sbarcare il lunario.
 
Era il 1992. Stava guardando la tv a Parigi. Un reportage andato in onda su Bucarest gli smorza il sorriso e gli accende un fremito d’indignazione: nelle fogne
della capitale rumena vivono come ombre nell’oscurità centinaia di ragazzi. È la loro casa, la porta d’entrata sono i tombini. Fuggono da una vita fatta di macerie, abbandonati dalle loro famiglie oppure orfani. Si arrangiano rubando, vendendosi ad adulti senza scrupoli, chiedendo la carità. Sniffano come droga la terribile colla e dietro quegli occhi che sembrano senz’anima s’intravede un mare di fragilità.
 
Miloud reagisce d’impulso. Prende il primo aereo per Bucarest e si aggrega a un’organizzazione non governativa del posto. La sua idea è di dare una mano per un mese. Ci rimane dodici anni. "Volevo far ridere i bambini negli orfanotrofi - ricorda - , ma scaduti i 45 giorni di permesso, non sono riuscito ad andare via. Ho visto i ragazzi "randagi" e ho pensato che forse potevo fare qualcosa di buono per loro. È nata così la compagnia Parada, per insegnare il mimo e l’arte del clown, per realizzare spettacoli e per essere anche scuola di vita".
 

È incominciato con un’arancia

La storia di Miloud è diventata ora anche un film, Parada, accolto all’ultimo Festival di Venezia da dieci minuti di applausi e uscito sugli schermi lo scorso paradasettembre, presto in dvd. A dirigerlo, Marco Pontecorvo, già apprezzato direttore della fotografia di altre pellicole, al suo primo lungometraggio. "Mi sono imbattuto per caso nella vicenda - racconta - , leggendo l’articolo di un quotidiano e vedendo un servizio in tv. Il loro rapporto con Miloud, la loro vita, mi hanno subito affascinato".
 
Non è stato semplice, tuttavia, realizzare il film. Ci sono voluti, infatti, sei anni. "Un progetto complicato - aggiunge il regista - , a iniziare dal fatto che i protagonisti sono bambini e ragazzi, con cui è sempre difficile lavorare. E poi volevo fotografarli senza pietismi, senza retorica".
 
Gli attori sono stati selezionati tra i ragazzi di Parada e di alcune scuole di periferia: nessuno di loro aveva mai recitato. Per il ruolo di Miloud, invece, la scelta è caduta sull’attore francese Jalil Lespert. "Questa storia ha un potenziale umano
incredibile - commenta - . La rara sensibilità di Miloud unita alla magia del circo hanno conquistato i "randagi" di Bucarest".
 
Sembra ieri, quando il vero Miloud faceva il suo primo incontro con i "boskettari", come sono chiamati i ragazzi di strada rumeni. "Ho incominciato con Marian - racconta - . Mi offrì un’arancia in cambio dell’elemosina. Invece dei soldi, presi il suo frutto e due mele che avevo nello zainetto e le feci roteare in aria. Mi fissò a bocca aperta. Finito il numero, gli chiesi di farmi "da spalla" durante i miei spettacoli. Accettò. Qualche tempo dopo la compagnia si era già ingrandita".
 

"Non faccio beneficenza"

Oggi Parada, oltre a essere un affermato gruppo circense che porta in giro per l’Europa i suoi spettacoli, è anche una Fondazione con ramificazioni in vari Paesi,parada Italia compresa. È stata creata nel 1996 a Bucarest dallo stesso Miloud. Offre accoglienza ai ragazzi in luoghi protetti, ha un centro di ascolto diurno e naturalmente "insegna" l’arte del circo. "Il mio scopo – spiega – non è mai stato quello di fare beneficenza: serve solo a tamponare i buchi e ad aspettarsi tutto senza rimboccarsi le maniche. Ho cercato, invece, di dare ai ragazzi un metodo per portarli verso l’autonomia, a educarli al rispetto delle regole, a socializzare con gli altri".
 
Scalfire il muro della diffidenza e del sospetto dei "boskettari" non è stata una passeggiata e non lo è ancora oggi. "Quando ho deciso di girare il film – dice Pontecorvo – sono andato a Bucarest e ho girato la città con Miloud. Sono sceso nelle fogne, ho incontrato i ragazzi: sono guardinghi, misurano sempre chi hanno davanti quasi fosse un avversario. Tanti sembrano già adulti, sul viso i segni di esperienze devastanti, di un’infanzia negata".
 
Nessuno lo sa meglio di Miloud. "Ci vuole pazienza per riportarli a una vita normale, nel far tornare un sorriso sulle loro labbra. Con i miei collaboratori, abbiamo già salvato migliaia di ragazzi. Alcuni hanno messo su famiglia, altri sono tornati a casa e lavorano onestamente, altri ancora sono rimasti con noi e fanno i clown".
 

Il lavoro non è finito

Il clown, un "mestiere" inconsueto anche ai tempi di Miloud, quando scelse di mettersi una pallina rossa sul naso. "È una passione nata da bambino. La domenica, mia mamma mi portava al circo. Decisi che da grande avrei fatto ridere la gente. Da giovane ho poi trovato lavoro sfilando come modello, ma in testa mi frullava sempre l’idea del clown. Mi sono iscritto a una scuola per artisti di circo e intanto mi esibivo per le vie di Parigi".
 
paradaDalle strade della capitale francese ai… ragazzi di strada di Bucarest il passaggio non è automatico, ma l’ex modello ha seguito il suo cuore e ora Parada è una bella realtà e anche un bel film. "Mi ha fatto chiaramente piacere la reazione suscitata dalla mia pellicola - confessa Pontecorvo - . La storia di Miloud, gli ostacoli incontrati, il suo sogno diventato realtà meritavano di essere raccontati".
 
Al Festival del Cinema di Venezia, il clown di Bucarest è stato chiaro: "La pellicola non si può scindere dal progetto Parada, non avrebbe senso. Questo film era importante, al di là dei suoi meriti artistici, proprio perché testimonia gli sforzi, le difficoltà e i successi di 15 anni di lavoro. Non abbiamo ancora finito:
i ragazzi e i bambini di strada non sono solo un problema di Bucarest, ma riguarda tutti i Paesi, dal Brasile alla Francia".
 
©Mondo Erre - Franco Parachini

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nilus
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©AGOSTINO LONGO
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