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Speriamo in un anno migliore

Tra riti religiosi e consumi laici, buoni sentimenti e impietosi rendiconti, se ne va anche il 2008. Ma che anno è stato? E come hanno influito sui ragazzi gli avvenimenti che ci lasciamo alle spalle dopo 12 mesi di gioie e dolori? Ovviamente, quest’ultima domanda prevede una risposta solo generica: il mondo è così vario - o dovremmo dire ingiusto? - che la stessa circostanza può essereragazzi lieta o nefasta a seconda del luogo dove si verifica e delle persone che coinvolge.
 
Qualsiasi bilancio è relativo, dipende dall’angolo di visuale che lo inquadra. Per esempio: un ragazzo italiano sbuffa se è finita l’acqua minerale e deve accontentarsi di quella del rubinetto, un ragazzo del Darfur o della Sierra Leone fa venti chilometri sotto il sole per trovare un po’ d’acqua sporca e quando la trova è felice. Quanti ragazzi non hanno mai pensato, un mattino avvolti dallo smog, di girarsi dall’altra parte e rinunciare alla scuola? In Iraq gli studenti festeggiano il ritorno fra i banchi che erano stati distrutti dalle bombe.
 
Nell’anno che se ne va gli italiani hanno buttato nel cassonetto acquisti per 4 miliardi di euro. Con il cibo che sprechiamo si potrebbero sfamare 3 milioni di ragazzi. E mentre noi mangiamo troppo e siamo sempre più obesi, l’Unicef ci informa che ogni giorno nel mondo 20 mila bambini muoiono di fame.
 

Una carezza della mamma

Anche quest’anno, per raccontare l’aspetto più oleografico del Natale, i giornali hanno mandato i loro inviati a Napapjri, in Lapponia (Finlandia), un puntino nella carta geografica sopra la linea del Polo Nord. Un posto di gelo e di elfi. Qui finiscono le lettere indirizzate a Babbo Natale dai bambini di tutto il mondo. A dicembre di solito ne arrivano 30 mila al giorno.
 
I giornalisti sono andati a frugare in quel tesoro fatto di parole, invocazioni, segreti, speranze. E hanno censito i desideri dei ragazzi italiani: al primo posto il telefonino e la playstation. Negli stessi giorni, un altro giornalista è andato a raccogliere i sogni dei più giovani immigrati, sopravvissuti alle onde e rinchiusi nel Centro di accoglienza di Lampedusa. Qui la voglia è di ricominciare "a vivere in pace", il desiderio più ricorrente è il ricongiungimento con la famiglia". Il regalo più bello per Natale? "Una carezza della mamma che è rimasta in Somalia".
 
ragazziL’anno muore con la paura per una crisi economica e finanziaria che sconvolge il mondo e rende tutti più poveri. Anzi, quasi tutti: perché, come sempre, si accanisce sui più deboli. I rapaci manager dell’economia virtuale, colpevoli di aver sbriciolato i risparmi come fossero quattrini del Monopoli o un giochetto del game-boy, mentre mettono sul lastrico migliaia di dipendenti incassano buonuscite faraoniche.
 
Sul crollo delle banche è intervenuto anche Benedetto XVI: "I soldi svaniscono, solo la parola di Dio è solida". Il ginepraio della Borsa e dintorni sfugge ai non addetti. Ma quando arriva la "recessione" e cioè il valore del denaro diminuisce, nel senso che lo stipendio non basta più a coprire le solite spese e di conseguenza i consumi crollano, allora il senso di ciò che sta accadendo lo avvertono anche i ragazzi: l’aumento dei costi modifica le abitudini, costringe tutti a piccole o grandi rinunce. Anche se i più piccoli non se ne accorgono subito, perché i primi a rinunciare sono le mamme e i papà che cercano di proteggere i loro figli.
 

Tra bullismo e sballo

La scuola in subbuglio è uno dei temi dell’anno. In attesa di sperimentare i cambiamenti, la speranza è che ognuno faccia sino in fondo la propria parte. Compresi quei tribunali che riammettono gli studenti bocciati dagli insegnanti e quei genitori che davanti a un brutto voto vanno ad agitare i pugni sotto il viso del professore. Il rimedio sarebbe semplice, sulla carta: applicazione, serietà, disciplina. In fondo le stesse cose che da sempre hanno fatto le scuole e gli allievi migliori. Insegnare bene e studiare con passione, non per un 6 risicato.
 
Un capitolo a parte meriterebbe il bullismo. È stato l’anno dei soprusi filmati fra i banchi e i corridoi delle scuole. Il bullismo è sempre esistito, ma un tempo non c’erano i videofonini e YouTube, mancavano i mezzi per diffondere la mascalzonata e glorificare il mascalzone. Soprattutto non c’era l’indifferenza, ai limiti del consenso, che ora lo circonda. I bulli sono vigliacchi, basterebbe poco per neutralizzarli: almeno un moto dell’animo, un’occhiata severa invece del sorriso compiacente.
 
Alcol, fumo e droga hanno continuato a mietere vittime. Le ultime statistiche ci dicono che nel 2008 i morti per droga in Italia sono stati circa mille, mentre l’alcol ne ha uccisi più di 30 mila. Preoccupano i dati diffusi dall’Istituto superiore della sanità: i bevitori sono sempre più giovani e il sabato sera si ubriaca un ragazzo su dieci.
 
La chiamano "cultura dello sballo", ma è soltanto un vuoto da riempire. La metà degli incidenti stradali sono causati dall’alcol. Ne uccide più la strada che un’epidemia. Ogni giorno ci sono nel mondo 3.242 vittime, un milione e 200 mila l’anno. Per i giovani, la velocità è la seconda causa di morte.
 

Il mondo salvato dai ragazzi

È stato anche l’anno dei cibi avvelenati. Abbiamo imparato parole nuove, come melanina, una polvere bianca che di solito si usa come fertilizzante e nell’industria della plastica. In Cina l’hanno messa nel latte in polvere: 53 mila intossicati. Adesso i cinesi hanno annunciato che riprendono la corsa allo spazio: voleranno sulla Luna. La speranza è che imparino a camminare sulla Terra.ragazzi
Anche noi, del resto, siamo esperti in sofisticazioni alimentari: formaggi ammuffiti e riciclati, vino sintetico, olio colorato artificialmente. È un business da un miliardo di euro gestito dai nuovi gangster della tavola.
 
All’inizio dell’estate, ci hanno anche fatto sapere che la Terra è in rosso, nel senso che le risorse sono esaurite: dal legno all’acqua stiamo ormai consumando le riserve. Scarseggiano grano e riso, i due alimenti principali, perché con i cereali preferiamo fare il bioetanolo che sostituisce la benzina troppo cara. La coperta è sempre più corta.
 
L’economia annaspa, ma non nel settore delle armi, un mercato in espansione. Nel 2008 è cresciuto del 6% ed è arrivato a 1.500 miliardi di dollari: in testa gli Stati Uniti, rincorsi da Cina e Russia. Sono 24 le cosiddette "aree di crisi" nel mondo, dove sono costretti a combattere anche i soldati-bambini. Il pianeta, invece di ridurre le emissioni di CO2, pensa a riarmarsi. Sono ricomparsi gli inni fascisti e le svastiche, soprattutto la stupidità violenta negli stadi.
 
Saremo pure "brava gente", ma nell’anno che ci lasciamo alle spalle è riaffiorato il clima malsano e rancoroso in cui ascolti certi ragazzi darsi a vicenda del rom e dell’africano. A ottobre un censimento ha rivelato che sono 457 mila i residenti stranieri nati in Italia: è la seconda generazione di immigrati. Dopo i diritti alla vita e alla libertà, come ogni essere umano, anche loro cercano la felicità. Hanno bisogno di noi e noi di loro: possiamo convivere senza paura. Luis Borges, il grande scrittore argentino, suggerisce di avere "una mente ospitale". Intende dire che occorre aprirsi agli altri. Anche questo può essere un modo per fare insieme un piccolo passo avanti sulla difficile strada della felicità.
 
Un’inchiesta di fine anno ha per titolo: "Il mondo salvato dai ragazzi". Spiega che leggono di più dei loro genitori, ascoltano più musica, li hanno superati nell’uso dei mezzi tecnologici. Un altro articolo, polemicamente titolato "Non solo somari", contraddice i dati dell’indagine Pisa sulla scarsa preparazione dei nostri studenti. Alberto Pieri, segretario generale della Federazione delle associazioni scientifiche e tecniche, afferma che "in Italia ci sono studenti davvero bravi e scuole di eccellenza".
 
E aggiunge: "I nostri ragazzi vincono e primeggiano nelle più importanti gare internazionali, come le varie olimpiadi di matematica, informatica, fisica e chimica". Il 2008 non sarà un anno da ricordare, ma un anno per ricordare.
 
©Mondo Erre - Cenzino Mussa
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