Extra
Formula abbonamento
La Buona Notizia
La Buona Notizia
Spazio scuola
Scarica dai link qui sotto i pdf delle guide ai libri di Valerio Bocci.

LE PARABOLE SPIEGATE AI RAGAZZI

Scarica tutta la guida

I DONI DELLO SPIRITO SANTO SPIEGATI AI RAGAZZI

Introduzione
DONI

LE BEATITUDINI SPIEGATE AI RAGAZZI

Introduzione
BEATITUDINI

10 COMANDAMENTI SPIEGATI AI RAGAZZI
10 COMANDAMENTI

GUIDA ALLA LETTURA DELLE MEMORIE DELL'ORATORIO

Scarica tutta la guida
Guida Memorie

GUIDA ALLA LETTURA DI CHE RAGAZZI!

Scarica tutta la guida
Guida Che ragazzi
chiudi_box
01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 01 02 03 04 05 06 07 08 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10

CINA: SEMPRE PIU' VICINA


La notizia
Dopo il ritorno a terra del primo cosmonauta Yang Liwei, la Cina annuncia un prossimo sbarco sulla Luna. Forse nel 2020, forse prima. Di certo nel 2008, quando Pechino ospiterà le Olimpiadi, i cinesi spediranno un super-razzo per portare in orbita nuovi satelliti delle telecomunicazioni pesanti 25 tonnellate. E mentre cominciano i lavori per uno strabiliante “super treno” tra Pechino e Shanghai, il 2003 si chiude con una crescita del Pil (prodotto interno lordo, cioè la ricchezza creata da un Paese) che sfiora il 10 per cento. Tantissimo, basta pensare che il Pil italiano quest’anno non è salito oltre lo 0,5 per cento. La Cina è anche diventata una calamita per gli imprenditori stranieri che portano quattrini per avviare industrie e affari di ogni tipo: gli investimenti esteri, che nel ’90 erano di 25 miliardi di dollari, ora sono di 500 miliardi. Nessuna nazione aveva mai fatto così rapidi progressi economici. Ma che cosa c’è dietro questo boom? Ed è tutto oro quello che luccica? Il gigante si è svegliato Un miliardo e 300 milioni di cinesi, due miliardi e 600 milioni di mani operose ci salutano: eccoci, stiamo arrivando. Non è una sorpresa. Napoleone aveva previsto: “Quando la Cina si sveglierà, il mondo tremerà”. Negli anni Sessanta il titolo di un film, diventato quasi uno slogan, avvertiva: La Cina è vicina. Adesso è molto più vicina. Anzi, è già qui: ventimila cinesi solo in provincia di Prato, capitale del tessile. Studiano, imparano, copiano: aprono laboratori fantasma e fanno concorrenza in casa nostra. Le barriere doganali, come alcuni suggeriscono (e cioè tassare i loro prodotti che entrano in Italia) sarebbero inutili. Occorre accettare la sfida, accelerando l’innovazione e puntando sempre di più sulla qualità. Soprattutto, va riorganizzato il modo di lavorare e di vendere. Fino a creare alleanze e ad aprire stabilimenti in Cina, dove ci sono 100 milioni di ricchi che vogliono una moda firmata e un prodotto italiano. Nel frattempo noi siamo invasi dai prodotti made in China: arredi, giocattoli, ceramiche, sete. E anche televisori, da quando la Tcl di Hong Kong ha assorbito la francese Thomson ed è diventata la prima industria mondiale delle tv, superando Philips e Sony. La Cina è anche di moda: gli artisti cinesi sono acclamati alla Biennale di Venezia e alla Big di Torino; registi come Zhang Ymou (Lanterne rosse) e attrici come Gong Li conquistano le platee internazionali; impazza l’agopuntura; i ristoranti cinesi (400 solo a Roma) sono affollati. Le esportazioni cinesi crescono a ritmo vertiginoso: tra Shanghai e Hong Kong si fabbrica il 50 per cento di tutte le macchine fotografiche e il 25 per cento delle lavatrici. La Cina è anche il maggior mercato mondiale di telefoni cellulari (oltre 200 milioni di abbonati) e il quinto produttore mondiale di automobili, un mercato destinato ad esplodere, anche perché sino a 10 anni fa in Cina l’auto era un oggetto proibito. Lo sfruttamento Competere con i cinesi, oggi, è quasi impossibile. Un esempio: avete presente l’omino con i baffi che c’è sulle caffettiere della Bialetti? Quelle caffettiere le produce una vecchia industria nel Verbano, sul lago Maggiore: costano 14 euro e sono vendute a 18. Un guadagno equo. Ma un giorno l’omino con i baffi s’accorge che il mercato è invaso da moke contraffatte, al prezzo di 6 euro. Per evitare di chiudere, la Bialetti ha trasferito in Cina una parte della propria produzione. Com’è possibile che la Cina applichi prezzi così “stracciati”? Dai dati del National labor committee, un istituto finanziato dai sindacalisti statunitensi, risulta che l’operaio cinese lavora 15 ore su 24, ha un solo giorno di riposo al mese e la sua paga oraria è di 12 centesimi di dollaro, cioè circa 10 centesimi di euro. Anche a voler fare la tara su questi dati, i ritmi sono disumani. Non per nulla si calcola che le vittime sul lavoro siano ogni giorno circa 300. Morti nel silenzio totale. In Cina, del resto, non esistono sindacati, né statuto dei lavoratori, né garanzie ambientali o di sicurezza. La riserva di mano d’opera è immensa e si calcola che ogni anno, per evitare agitazioni sociali, la Cina debba creare 22 milioni di nuovi posti di lavoro. Il socialismo di mercato Il cambiamento della Cina comincia nel 1978: il Comitato Centrale, sotto l’impulso di Deng Xiaoping, riconosce il fallimento del sistema economico maoista (Mao era morto da appena 2 anni) e la necessità di lasciare spazio al libero mercato. Il Paese si modernizza, importa capitali e metodi di gestione occidentali, cambia i paesaggi urbani ispirandosi ai modelli americani. Oggi a Shanghai, per dirne una, si stanno costruendo mille grattacieli. Alcune riforme sono davvero sorprendenti in un Paese che continua a dichiararsi marxista-leninista. La Cina resta, infatti, una repubblica popolare in cui le redini del potere sono nelle mani del Partito comunista. La parola “capitalista” è ancora tabù, il Partito preferisce chiamare il proprio sistema “socialismo di mercato”. La Cina, forse anche per evitare il naufragio dell’Unione Sovietica, ha riformato l’economia, senza toccare il Partito. Il risultato è un Paese contraddittorio, anzi due Paesi: da una parte le città, dall’altra la campagna. Le divide un solco sempre più profondo. Alcune restrizioni sono state abolite e ora milioni di persone si spostano da una provincia all’altra, ma molti ostacoli frenano la popolazione rurale, in cui si valuta a 300 milioni il numero dei disoccupati. Per esempio, la mancanza di abitazioni, l’esclusione da ogni forma di assistenza, l’alto costo per ottenere i permessi di lavoro e di residenza, l’impossibilità di avere crediti. Conclusione: in un regime nato da una rivoluzione che aveva come obiettivo l’uguaglianza, le disuguaglianze sono profonde. Stando alla Costituzione, la Cina è una dittatura democratica fondata sull’alleanza di operai e contadini. Ma operai e contadini sono l’ultima ruota del carro. I diritti umani Alle famiglie che abitano in città è imposto per legge il figlio unico. Un secondogenito è consentito solo nelle campagne, qualora il primo nato sia femmina, oppure disabile. Un’equivalenza da brivido. Certo, nelle grandi città si vedono ragazze vestite alla moda. Ma il cammino delle donne è solo all’inizio. In molte fabbriche, migliaia di adolescenti lavorano come schiave, 12 ore al giorno, sette giorni la settimana. E finito il turno, vengono chiuse a chiave nei dormitori. “In Cina permangono gravi violazioni dei diritti umani”, denuncia il rapporto 2003 di Amnesty International. E l’agenzia di stampa missionaria Asia News ribadisce: “Cinquanta sacerdoti e 10 vescovi sono ancora prigionieri del regime”. Dodici preti e seminaristi cattolici sono stati arrestati in ottobre, mentre erano in ritiro spirituale. La campagna “colpire duro” lanciata dal presidente Jiang Zemin (che nel marzo scorso ha lasciato il posto al suo delfino Hu Jintao) nel 2002 ha portato a oltre seimila condanne a morte: 3.138 sono state eseguite, in gran parte con un colpo di pistola alla nuca. Il costo del proiettile viene addebitato alla famiglia del giustiziato. Sono 68 i reati per i quali è prevista la pena capitale, tra questi la frode fiscale. CENZINO MUSSA
Nilus
Nilus
©AGOSTINO LONGO
Nilus


Gli amici di MondoerreGli Amici di Mondoerre

  

Gli amici di Mondoerre

01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 www.scuola.elledici.org www.igiochidielio.it BimboBell www.oratoriosing.it/ www.associazionemeter.it www.tremendaonline.com www.dimensioni.org www.esemalta.com www.noivicenza.it www.davide.it 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10