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Viaggio al centro della Terra

Non ha avuto nemmeno il tempo di tirare il fiato dall’ultima esplosiva avventura vissuta in La Mummia: la tomba dell’imperatore dragone, e già Brendan Fraser si tuffava in un’altra storia dal tasso adrenalinico molto alto. E così, con la velocità del fulmine, messi nell’armadio gli abiti da intrepido avventuriero, ha indossato quelli dello scienziato Trevor Anderson, personaggio principale del suo nuovo fraserfilm, Viaggio al centro della Terra, ispirato al celebre romanzo di Jules Verne.
 
"Quando ho letto la sceneggiatura - confessa Brendan - , ne sono rimasto conquistato. Era impossibile resistere al fascino di recitare in un classico della letteratura per ragazzi in una cornice moderna, con le possibilità che offre oggi il cinema a livello di effetti speciali". Un bel colpo per il regista esordiente Eric Brevig avere nel cast una star del calibro di Fraser, a cui si sono affiancati il tredicenne Josh Hutcherson, già visto in Un ponte per Terabithia, che interpreta Sean, il nipote di Anderson, e Anita Briem, dalla solida carriera teatrale, nei panni della guida Hannah. Sono loro il perno su cui ruota la pellicola e che si addentrano nelle viscere della Terra.
 

Tra piante carnivore e dinosauri

Trevor Anderson è uno scienziato che si occupa di placche tettoniche, un ramo della geologia che studia i movimenti della crosta terrestre in relazione ai terremoti e ai vulcani. Un giorno arriva a casa sua il giovane nipote Sean, figlio del fratello Max, anche lui ricercatore, scomparso una decina di anni prima in una spedizione in Islanda.
 
centroSean pensa di passare una settimana all’insegna dello sbadiglio con lo zio Trevor, ma le cose sono destinate a cambiare rapidamente. Guardando insieme in una vecchia scatola di oggetti appartenuti a Max, salta fuori una copia di Viaggio al centro della Terra di Verne. Sfogliando le pagine del libro, Trevor trova delle note scritte dal fratello con indizi preziosi sulla missione compiuta in Islanda.
 
Deciso a scoprire che fine abbia fatto Max, Trevor parte per la "Terra del Fuoco e dei Ghiacci" portando con sé il nipote. Una volta sbarcato nell’isola nordica, arruola la guida Hannah per condurlo verso la remota vetta del monte Snaeffels, ultimo luogo dove Max aveva piazzato un sensore sismico.
 
Durante la scalata, però, i tre esploratori sono colpiti da una violenta tempesta. Si rifugiano in una caverna, ma un’improvvisa frana blocca l’ingresso. Così, per tentare di salvarsi, Trevor, Sean e Hannah non hanno che una sola possibilità: dirigersi verso le profondità della Terra.
 
Ad accelerare il loro "viaggio" ci pensa una caduta di parecchi migliaia di chilometri, ammorbidita da globi d’acqua giganti per contrastare la forza di gravità, che fa precipitare il terzetto in una splendida laguna blu. È "l’ingresso" da sogno in un mondo che invece si rivelerà zeppo di insidie e abitato da creature inimmaginabili: volatili luminescenti, colossali piante carnivore, pesci piranha volanti, dinosauri.
 
Per Trevor, Sean e Hannah non è proprio un passeggiata, anche perché l’attività vulcanica è in costante aumento e non annuncia niente di buono. Trovare la via d’uscita è indispensabile, prima che sia troppo tardi.
 

Avventura in 3D

Un film come Viaggio al centro della Terra è un invito a nozze, e una sfida, per qualsiasi regista e la sua squadra di tecnici. E nessuno lo sa meglio di Eric Brevig, all’esordio dietro la macchina da presa ma con alle spalle una lunga e premiata carriera di responsabile degli effetti speciali per decine di pellicole di successo. "Non potevo imbattermi in un soggetto migliore - sostiene - . Prendere il celebre romanzo di Verne e svilupparlo in una storia aggiornata con dei nuovi personaggi mi ha offerto una grande opportunità per il mio debutto".centro
 
Il lavoro è stato duro, non solo per rendere spettacolare il film. "Mi ha subito conquistato la sceneggiatura - dice Brendan Fraser - . C’è azione, ovviamente, ma è bilanciata con la pura avventura e i toni della commedia, un mix eccellente per valorizzare i personaggi della storia". È d’accordo anche Josh Hutcherson, tredici anni e già un’avviata carriera a Hollywood: "I rapporti tra Trevor e Sean, per esempio, all’inizio sono problematici, non si capiscono. Nel corso dell’avventura, però, i due comprendono di aver bisogno uno dell’altro più di quanto avrebbero mai immaginato".
 
Finire al centro della Terra non è stata una passeggiata neanche per la troupe tecnica, che ha mobilitato circa 200 artisti tra disegnatori, scenografi e maghi del computer. D’altra parte, hanno dovuto "dare un volto" a scenari sempre diversi: le glaciali vette islandesi, il vasto mare sotterraneo, la foresta pietrificata, funghi giganti, senza contare le strane creature che i tre esploratori incontrano sul loro cammino.
 
Effetti e sequenze spettacolari che si potranno gustare in maniera del tutto nuova nei cinema grazie al fatto che il film è stato girato interamente in 3D digitale. "È il primo lungometraggio – commenta con orgoglio Brevig – in live action, cioè con personaggi in carne e ossa, a essere ripreso con questa tecnica tridimensionale. Il pubblico avrà la sensazione di catapultarsi dentro la storia, di essere quasi accanto ai protagonisti. Le scene non sono più piatte, come accade nelle solite pellicole, ma offrono la stessa profondità visiva a cui sono abituati i nostri occhi nella vita di tutti i giorni".
 
C’è un solo problema: non tutte le sale cinematografiche adottano un sistema di proiezione in 3D. "Niente di grave - dice il regista - . Che venga proiettato in cinema attrezzati per la tridimensionalità o tradizionali, una cosa è certa: gli spettatori vivranno un viaggio all’ultimo respiro".
 
©Mondo Erre - Carlo Tagliani
 
 
 
 
 
 
 

 

 

 

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©AGOSTINO LONGO
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