Ragazzi obesi per solitudine
I ragazzi obesi in Italia sono
più di un milione, primato assoluto in Europa. Lo dice il nono rapporto nazionale sulla condizione dell’adolescenza, pub
blicato da Telefono Azzurro ed Eurispes.
All’origine del fenomeno ci sono non soltanto le cattive abitudini alimentari, un’insufficiente attività fisica e la scarsa consapevolezza da parte dei genitori (4 mamme su 10 di ragazzi obesi ritengono che i loro figli non abbiano problemi), ma anche la solitudine. Come a dire che chi è solo cerca di affogare la sua tristezza assecondando la gola. Ma non si è sempre detto che i grassi sono allegri?
Il teppista ai lavori sociali
Aiutare chi ne ha bisogno come occasione di riscatto. Si chiama "messa alla prova": è la pena non detentiva che i tribunali italiani sempre più di frequente infliggono ai giovani bulli. Per dare loro la possibilità di riflettere sugli sbagli commessi.
La strada è diversa per ogni ragazzo e la stabilisce un gruppo di psichiatri e psicoterapeuti. Per esempio, gli studenti di Torino che picchiarono e filmarono il compagno autistico, come condanna hanno accudito i disabili; i ragazzi veneti di un istituto agrario che diffusero su Internet le angherie ai danni di un professore, hanno lavorato per sistemare le serre, pulire i giardini e potare le piante della scuola. Ma
funziona davvero questo tribunale equo e solidale?
Don Gino Rigoldi, che da più di 30 anni si occupa di devianza minorile e di aiuto ai ragazzi, dice: "Sì, ma solo quando la prova è accettata e vissuta e non se è vista come un alibi o una scappatoia. Anzi, se diventa una scusa per sfuggire dalla proprie responsabilità, è una strada dannosa e ipocrita". Insomma, è essenziale capire le origini del disagio e intervenire sulle cause. Come non essere d’accordo?
Pagelle online
Pagelle elettroniche e assenze comunicate via sms. Leggo che la famiglie sono favorevoli, ma solo
il 42% sa usare Internet. Evviva la tecnologia, però la scuola non era senza soldi? L’idea di "informatizzare" i rapporti tra insegnanti e famiglia
può essere valida, purché non diventi un alibi. Nel senso che i genitori non devono sentirsi dispensati dai colloqui con i professori.
Ho l’impressione che la famiglie siano un po’ assenti e deleghino ai docenti il compito educativo. Un sms per segnalare che il ragazzo ha marinato le lezioni? Certo, è comodo e immediato. Ma sarebbe meglio che i genitori si fidassero dei loro figlioli: mi sembra sia l’unico modo per responsabilizzarli.
CARLO CONTI RISPONDE
Il telefonino fa male?
Caro Carlo,
ho letto che il Parlamento degli Stati Uniti è stato sollecitato a commissionare ricerche dettagliate sui telefoni cellulari, che possono provocare danni al cervello. Altre ricerche smentiscono questi profeti di sventura. Io ho 16 anni e il telefonino lo uso molto. Devo temere delle conseguenze? Grazie e ciao.
Michela, Torino
Cara Michela, il telefonino lo uso anch’io. Ormai è diventato uno strumento indispensabile di lavoro. Nuoce alla salute? Sono in corso le ricerche, aspettiamo gli esiti. Nel frattempo penso che bisognerebbe usarlo soltanto quando è indispensabile e senza infastidire il prossimo.
Posso aggiungere un’altra notizia, apparsa proprio in questi giorni: sono 8 milioni e 650 mila gli italiani con più di 14 anni sprovvisti di cellulare. Vivono in mezzo a noi e non ne sentono la mancanza.
©Mondo Erre - Carlo Conti