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REALITY? NEMMENO UN PO'!

Il "Grande Fratello" e Co. fanno audience, suscitano discussioni, creano polemiche. Eppure questi programmi seguono tutti gli stessi meccanismi e sono simili tra loro. Ma piacciono davvero cosi' tanto? "AAA aspiranti famosi cercasi, requisiti richiesti: nessuna preparazione particolare, solo un gran desiderio di apparire". L'annuncio potrebbe andare bene per qualsiasi tipo di reality show e fornire l'identikit delle tante persone che si mettono in fila ogni volta che si apre un casting per preparare questo tipo di programmi. Il fenomeno e' iniziato qualche anno fa con le prime trasmissioni che offrivano l'opportunita' di andare in televisione per raccontare le proprie vicende personali. Lavare in pubblico i panni sporchi una volta era considerato segno di maleducazione, oggi creare imbarazzo piace. Non solo. Qualcuno sarebbe disposto perfino a farsi tagliare un dito in diretta, pur di ottenere un quarto d'ora di popolarita', almeno stando a un recente "servizio-burla" ideato dal programma Le Iene. e' un segnale preoccupante, che sottolinea l'attenzione crescente suscitata negli ultimi anni dai reality show in genere. Il pubblico spione La televisione, da tempo, sforna un reality dopo l'altro: Amici, La talpa, La Fattoria, Campioni, L'isola dei Famosi. Tutti, con qualche ritocco, copiano il modello originale inventato dal produttore televisivo olandese John de Mol che nel 1999 lancia The Big Brother, ossia il "Grande Fratello". Il nome e' preso in prestito da uno dei libri piu' famosi di George Orwell, 1984, in cui il "Grande Fratello" e' una persona che nessuno ha mai visto, onnisciente e infallibile, al vertice del potere politico. L'intelaiatura della trasmissione, invece, e' ispirata ad un esperimento scientifico chiamato "Biosfera 2", condotto alla fine degli anni Novanta. Consisteva in un'enorme sfera in vetro e acciaio al cui interno erano riprodotti diversi ambienti naturali: un oceano, un deserto, una foresta, una savana, campi agricoli, ecc. Nella bolla, trovavano posto anche otto ricercatori, costretti per due anni a convivere tra loro. Osservando l'esperimento, de Mol ha un'intuizione: inventare un programma dove il pubblico possa spiare 24 ore al giorno gli abitanti di una casa tramite gli "occhi" indiscreti delle telecamere. I protagonisti devono essere persone comuni, che rinunciano alla privacy in cambio di un premio finale e la possibile fama. In America, la trasmissione viene pubblicizzata come il primo spettacolo di realta' in televisione, e fa il pieno di audience. Il Grande Fratello arriva in Italia nel settembre del 2000. In una casa ricostruita negli studi cinematografici di Cinecitta' a Roma vengono rinchiusi un gruppo di ragazzi per circa due mesi. Dovranno sottoporsi a varie prove, indicare in ogni puntata chi eliminare dalla compagnia e aspettare il verdetto dei telespettatori tramite televoto. La novita' piace e il programma, ben presto, non solo da' vita a successive edizioni, ma fornisce il materiale di base per altri reality, costruiti a ben vedere con meccanismi sempre uguali tra loro. Analizzando, infatti, i reality, e' facile accorgersi che seguono tutti l'identico copione. Ogni programma presenta i protagonisti con toni epici, quasi fossero eroi in missione verso Marte. L'entrata nella casa (o nella fattoria, ecc.), oppure la partenza per un'isola tropicale e' ripresa come l'inizio di un'emozionante avventura. Isolati dal resto del mondo, i partecipanti affrontano le prove di abilita' per dimostrare il proprio valore: andare a pesca, preparare una recita, mungere le mucche, strisciare nel fango e cosi' via. Ogni settimana il conduttore della trasmissione chiama in disparte ciascun concorrente e chiede chi vuole far uscire dal gioco. Le persone che ottengono il maggior numero di nomination sono sottoposte al giudizio del pubblico che invia la propria preferenza via sms, attraverso internet o con una telefonata. Schemi, come si vede, ripetitivi, alla faccia dell'originalita'. Questi sconosciuti Ma chi sono i protagonisti di queste trasmissioni? Molti dei volti "sconosciuti" che si sottopongono alle selezioni per entrare nella casa del Grande Fratello, in realta', hanno gia' fatto provini come modelli o comparse, senza riuscire a sfondare nello spettacolo. E di solito, nonostante il soggiorno piu' o meno lungo nella casa, il loro destino non cambia, tanto che a distanza di tempo diventa difficile ricordarne persino i nomi. I pochi che sono riusciti a ottenere una parvenza di visibilita', arrancano nel sottobosco dello spettacolo. Qualche esempio? Pietro Taricone, riciclatosi come attore in parti di secondo piano; Marina La Rosa che recita nella serie Un posto al sole; il conte Filippo Nardi, presente nell'ultima edizione del Festivalbar; Patrick inviato speciale di Striscia la notizia, Rocco Casalino imbarazzante ospite di Buona Domenica. Diverso il discorso per L'isola dei famosi o reality simili. Qui i concorrenti si dividono in due categorie: quelli in passato popolari e alla ricerca di un rilancio, e quelli che cercano una buona occasione per farsi notare non riuscendoci in altro modo. Per centrare uno di questi obiettivi, sono disposti a sottoporsi a qualsiasi prova, sovente anche poco dignitosa. Per tutti, volti nuovi o "famosi", in palio non c'e' solo la somma di denaro per il vincitore ma, cosa forse piu' importante, anche la possibilita' di conquistare (o rinnovare) la fama e finire sulle pagine patinate dei giornali. La brutta copia della realta' Il Grande Fratello e' stato il primo reality a diventare un format, ossia un programma rivenduto in tutto il mondo con l'obbligo di rispettare il soggetto originale, la grafica e la scenografia. Ogni trasmissione ha una squadra di autori, psicologi, grafici, musicisti ed esperti nella comunicazione. Tutti i dettagli sono studiati per creare la cosiddetta... reality, che poi di reale ha ben poco. Identico discorso per L'isola dei famosi. I "naufraghi" erano circondati da circa 130 persone che formavano la squadra della produzione. Per mandare in onda uno spettacolo di questo tipo sono infatti necessari degli autori che scrivano il copione, tecnici audio e luce, microfonisti, cameramen, addetti al montaggio delle varie scene da trasmettere, coordinatori e regista. Se in casa avessimo tutta questa gente riusciremmo a vivere normalmente ed a dimenticarci di essere sempre ripresi? Per conquistare il pubblico gli autori ricorrono a qualsiasi stratagemma. Se i concorrenti passano troppo tempo a prendere il sole o a dormire, inventano delle improvvise litigate o dei colpi di fulmine. e' tutto talmente prevedibile e falso che ormai poche persone credono ancora in quello che viene mandato in onda. Gli ultimi sondaggi pubblicati sui giornali rivelano che la maggior parte dei telespettatori e' annoiata dai reality, considerati sempre piu' brutti, privi di contenuti e volgari. Eppure, l'ultima edizione de L'isola dei famosi ha totalizzato ascolti secondi solo al Festival di Sanremo. E anche il Grande Fratello, benche' in flessione, e' stato visto da milioni di spettatori. Allora chi guarda i reality e perche'? Tanti si sintonizzano su questo genere di trasmissioni in cerca di divertimento leggero, che non obblighi a pensare. La giornata e' alla fine, si e' stanchi per lo studio o il lavoro, si accende la televisione e si cerca il programma meno impegnativo. Inoltre, secondo una recente statistica effettuata dal "Censis", c'e' chi li segue perche' "dopo un po' ci si affeziona ai protagonisti" (15%), "sono divertenti anche se sono finti" (14%), "possono esserci persone simpatiche" (14%), "tutti ne parlano" (12%). I reality, però, seducono anche per il loro meccanismo: il pubblico e' chiamato a votare sempre contro qualcuno, a eliminare un concorrente per qualche motivo, di solito per antipatia. E questo tiro al bersaglio sembra piacere. Non a tutti, comunque. Il 36% degli italiani non li guarda, preferendo al limite spegnere la tv. Meglio leggersi un libro, uscire con gli amici, ascoltare un cd, noleggiare un dvd. Insomma, farsi un programma personalizzato, piu' aderente ai propri gusti e alla propria realta'. Altro che reality. SIMONA BRAGA
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