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Due rane a New Orleans

Alzi la mano chi non conosce la fiaba dei fratelli Grimm in cui la principessa innamorata bacia - con gli occhi chiusi e un’evidente smorfia di disgusto - la capoccia, liscia come palla da bigliardo, di un ranocchio timido e verdastro. E quello, in uno schioccare di labbra, si trasforma in un principe azzurro più affascinante di Robert Pattinson.
 
Chi non l’ha mai sentita o non la ricorda più può farsela ranocchioraccontare dal principe Naveen o dalla bella Tiana, protagonisti della pellicola La principessa e il ranocchio, diretta dai registi Ron Clements e John Musker e “impacchettata” dalla Disney giusto in tempo per inaugurare il 2010 all’insegna dell’allegria.
 

Sotto le stelle del jazz

New Orleans, 1920. Le sponde del fiume Mississippi, gonfie di profumi, di vento e di colori, sono percorse da folate di musica jazz, la colonna sonora ideale per chi adora prendere la vita con spontaneità e leggerezza, così come viene.
 
Il Quartiere Francese è abitato in gran parte da afroamericani e - con l’arrivo dell’estate - si trasforma in un festival a cielo aperto: giovani e anziani si radunano in piccoli gruppi e suonano insieme. Basso, pianoforte e batteria scandiscono il ritmo, mentre il sax e la tromba improvvisano la melodia, facendo sognare il pubblico, che batte il tempo schioccando le dita.
 
Non tutti - se vogliamo essere pignoli - cedono al fascino della ranocchiomusica. La dolce Tiana, per esempio. Pelle color caffelatte, sguardo magnetico e idee chiare, non si lascia distrarre dalle sette note e trascorre la maggior parte del tempo a cucinare, nella speranza di diventare - un giorno - una cuoca sopraffina.
 
Il principe Naveen - al contrario - ha lasciato il regno lontano di Maldonia per sbarcare a New Orleans e non perdersi neppure un concerto. Pigro, viziato e con la testa perennemente tra le nuvole, il principe Naveen pensa solo alle feste, agli abiti griffati e alle gustose scorpacciate di jazz.
 
La sua ricchezza e il suo charme fanno nascere sentimenti d’invidia nel cuore del perfido Dr. Facilier, stregone senza scrupoli che si serve di sortilegi e malefici per realizzare i propri scopi. Per “convincere” Naveen a cedergli parte delle proprie ricchezze, Dr. Facilier trasforma il giovane principe in un ranocchio gracidante.
 
Naveen, per spezzare l’incantesimo e tornare a essere un uomo, s’ispira alla fiaba Il principe ranocchio dei fratelli Grimm e s’ingegna in ogni modo per farsi baciare da una ragazza. Dopo mille espedienti riesce a farsi sfiorare dalle labbra di Tiana. Ma entrambi si sentono crollare il mondo addosso quando - riaprendo gli occhi - si rendono conto che anche Tiana è diventata una ranocchia.
 
In preda al terrore di essere costretti a una vita da anfibi, Naveen e Tiana setacciano le paludi della Louisiana alla ricerca di Mama Odie, sacerdotessa di 179 anni che può rompere l’incantesimo di Dr. Facilier e farli tornare umani. Tra imprevisti e pericoli d’ogni tipo, Naveen e Tiana affrontano la propria missione “scortati” da Ray, giovane generoso e vagabondo, e Louis, alligatore saggio che ama muoversi al ritmo di jazz.
 

La matita sfida il mouse e vince

La principessa e il ranocchio è la quarantanovesima pellicola di animazione “targata” Disney e segna il ritorno alla tecnica dei disegni animati tradizionali, realizzati a matita e colorati, nello stile di classici del calibro di Bambi, Peter Pan e La carica dei 101.
 
Dietro la macchina da presa, i registi John Musker e Ron Clements, che - insieme - hanno già confezionato i capolavori La Sirenetta, Aladdin, Hercules e Il pianeta del tesoro. «Abbiamo sigillato in una scatola le diavolerie tecnologiche legate all’animazione digitale e agli effetti speciali - ranocchioracconta Musker - e l’abbiamo sistemata in soffitta; poi ci siamo seduti alla scrivania e, “armati” di carta, matite e pennelli, abbiamo immaginato una bella storia da raccontare».
 
Quando Musker e Clements hanno illustrato il loro progetto ai manager della Disney, quelli sono impalliditi, sobbalzando sulle poltrone. «Dopo decine di film di animazione realizzati al computer e lo straordinario successo di pellicole in 3D come l’ultimo capitolo de L’era glaciale e Up - ricorda Clements - la nostra idea sembrava loro completamente folle. Ma noi abbiamo continuato a crederci e, alla fine, li abbiamo convinti».
 
Il risultato è una fiaba coinvolgente e senza tempo, dissetante come una granita al limone a ferragosto e arricchita da melodie jazz. «Il jazz - sottolinea Musker - è, con la dolce Tiana e il principe Naveen, protagonista assoluto de La principessa e il ranocchio. E non potrebbe essere altrimenti, visto che nacque proprio a New Orleans agli inizi del Novecento».
 
ranocchioLe musiche sono composte dal pianista Randy Newman, uno che di note e di cartoon se ne intende. Proprio lui - infatti - nel 2002 si è aggiudicato un Oscar per la colonna sonora di Monsters & Co. e ha curato quelle dei primi due capitoli di Toy Story e di Cars - Motori ruggenti.
 
«Ho trascorso la maggior parte della giovinezza a New Orleans - conclude Newman - e sono cresciuto a pane e jazz. Sarei immensamente felice se i ragazzi e le ragazze che andranno a vedere il film se ne innamorassero e riscoprissero, tra un concerto dei Jonas Brothers e l’ultimo video dei Tokio Hotel, le performance senza tempo di Louis Armstrong, di Glenn Miller o di Dexter Gordon».
 

LA SCHEDA 

 

Una fiaba che arriva da lontano

La principessa e il ranocchio è ispirato al romanzo Incantesimi, baci, ranocchi e principesse della scrittrice americana E.D. Baker, pubblicato in Italia nel 2004 dalla casa editrice Piemme.
 
Dell’autrice, che adora scrivere storie per ragazzi, si conoscono pochissimi particolari: vive nel Maryland - sulla costa est degli Stati Uniti - in compagnia di tre figli, due cavalli, un cane, tre gatti, un pappagallo, un coniglio e due ranocchi.
 
In Italia ha pubblicato altri tre volumi, tutti editi da Piemme: Capelli di strega, fagioli magici, alito di drago (2005), Amori, castelli, magie & pipistrelli (2006) e Principi azzurri e troll in rosa (2007).
 
Incantesimi, baci, ranocchi e principesse è - a sua volta - ispirato alla fiaba tedesca Il principe ranocchio,scritta all’inizio dell’Ottocento dai fratelli Jacob e Wilhelm Grimm ma sicuramente più antica. Per evitare che un gran numero di fiabe della tradizione tedesca fossero dimenticate o andassero perdute Jacob, professore di letteratura tedesca e bibliotecario, propose a Wilhelm di aiutarlo a setacciare gli archivi per riscriverle e metterle insieme.
 
Il loro impegno e il loro entusiasmo hanno strappato alle fauci affamate del tempo 200 fiabe e 10 leggende per bambini.
 
©Mondo Erre - Carlo Tagliani
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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©AGOSTINO LONGO
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