Non poteva che intitolarsi L’illusionista l’esordio letterario di Antonio Casanova, il “mago” di Striscia la notizia che con i suoi “Incantesimi di viaggio” televisivi ha sorpreso, e sorprende, il pubblico. Un incantesimo, il libro, che si aggiunge ad altri, disseminati lungo la sua vita per nulla banale: bambino prodigio al pianoforte con una carriera classica spalancata di fronte a lui, il colpo di fulmine per il mondo dell’illusionismo, la collaborazione con Claudio Baglioni, le sue magie sempre più strabilianti.
E proprio nelle vesti di “mago”, Casanova compie prodigi uno dietro l’altro. A cominciare da Striscia la notizia, come simpatico e popolare illusionista pasticcione che, in realtà, tanto pasticcione poi non è. E difatti vince il prestigioso Merlin Award, l’Oscar della magia, e oggi è a Las Vegas con un mega spettacolo di grande successo tutto suo, che presto arriverà anche in Italia.
E adesso il libro, L’illusionista, il primo capitolo di una saga, che ha per sottotitolo Nasha Blaze e il mondo segreto. Una storia logicamente magica di un quattordicenne, Nasha appunto, che scopre di possedere un Dono che fatica ancora a controllare. Di cosa si tratta? Una prima, parziale risposta gliela darà il saggio Doban, che vive in un mondo parallelo, sospeso tra realtà e fantasia. Ma altri misteri e pericoli sono in agguato nella vita di Nasha.
Per scoprire quale trucco ha usato Casanova per far uscire dal cilindro il suo primo libro, Mondo Erre lo ha raggiunto per telefono. Ecco cosa ci ha raccontato.
L’intervista
Cosa ti ha spinto a scrivere un libro e, per di più, un libro per ragazzi?
È un progetto che arriva da lontano, perché mi sono sempre dilettato a scrivere, in particolare a “scrivere per immagini”. L’ho imparato prima da mio nonno, che era uno scrittore serio, e poi da un personaggio importante come Claudio Baglioni, con cui in passato ho diviso il palcoscenico diverse volte. Lui ha letto le mie storie e mi ha spronato ad andare avanti. E io mi sono ispirato alla sua arte: quella di scrivere con la musica per immagini, cioè di pensare, inventare, ideare e poi raccontare ciò che si sta vedendo. E in fondo è quello che faccio anche con l’illusionismo e ho fatto nel libro con la storia di Nasha Blaze.
Non a caso, nel romanzo torna con una certa frequenza il concetto che “solo non guardando si riesce a vedere”.
È una frase sottile e profonda, che forse i lettori più giovani potrebbero non capire, e per questo mi auguro ci sia un genitore vicino a spiegargliela. “Guardare e non vedere” non è solo alla base della magia, ma vuol dire anche credere in se stessi, avere fiducia negli altri e nel mondo.
A Doban, fai dire che “la pioggia che riempie un lago è la pazienza di imparare”. Ma c’è ancora il tempo e la voglia di imparare nella società?
Sembra di no. I ragazzi pensano che si possa imparare tutto e in fretta, che il cervello sia come un computer da collegare al mondo in cui riversare centinaia di informazioni. Non funziona così, non si può andare sempre di corsa. Le cose non avvengono da un momento all’altro, ma accadono. La vita funziona, ma devi avere la pazienza di capirlo facendo tesoro delle tue esperienze durante la vita stessa. Ed è quello che in fondo fa Nasha nella storia.
Quanto ti somiglia Nasha?
Nasha è nato quasi da solo e non mi rispecchia completamente. Tuttavia, ho voluto dargli qualche mia connotazione, come il desiderio di sperimentare. Quando si ritrova sul campanile della città e la sua mano prende fuoco, lui si spaventa, cerca di spegnerla, poi controlla la fiamma e ci gioca… Ecco, in quel momento, scopre di possedere del talento, ma non sa bene come usarlo, rischiando di fare degli scivoloni. Solo con la calma e con una buona dose di umiltà, Nasha potrà sfruttare le sue capacità. E poi, mi riconosco nel suo essere curioso.
A metà storia, Doban dice a Nasha: “Le stelle sono i sogni degli uomini”. Qual è il tuo sogno?
Non è solo uno, ma sono tanti i sogni, che si rincorrono come quelli passati e che provo, ogni tanto, a far accadere. Sognavo di salire su un palcoscenico, di suonare con un’orchestra, di scrivere un libro, di portare un incanto ai ragazzi per strada: ecco, ogni volta, ho cercato di far accadere una di queste cose.
Nella trama, si trovano riferimenti ad altri libri: Il gabbiano Jonathan Livingston, Il vecchio e il mare, Il Signore degli Anelli. Quanto sono stati importanti per te?
Sono romanzi che hanno segnato la mia crescita e mi è piaciuto inserirli nel mio racconto come stimoli. Qualcuno, chissà, forse incuriosito, andrà a leggerli. E per lo stesso motivo ho messo i nomi e le storie veri di tanti illusionisti, perché si vada a scoprire le loro vite.
Nei ringraziamenti alla fine del libro, c’è quello a papa Giovanni XXIII. Come mai?
È stato un incontro fondamentale per la mia vita, avvenuto a Ravenna quando ero un ragazzino. Ho avuto la fortuna di conoscere questo uomo immenso che aveva la capacità, con poche parole, di scaldarti il cuore, di darti speranza, di trasmetterti la sua stessa forza d’animo. Sono stati la base su cui ho costruito la mia esistenza, insegnamenti e valori che ripropongo ai ragazzi che mi seguono.
La tua è stata una vita intensa: ragazzo prodigio nella classica, personaggio televisivo, illusionista famoso e ora scrittore. Come sei riuscito a fare tutte queste magie?
In realtà, sono riuscito a esprimere quelle capacità che, magari in forme diverse, abbiamo tutti, solo che nella maggior parte dei casi la gente non crede di avere e lascia perdere. E non è vero che la vita non ci offre le occasioni per valorizzare i nostri talenti: siamo noi che dobbiamo anche prepararci il terreno per farli emergere lavorando sodo, studiando e seguendo la nostra creatività.
Non credi che sia una ricetta difficile da far digerire ai ragazzi d’oggi?
Senza dubbio. Tanti ragazzi, purtroppo, sembrano non aver alcun interesse, non c’è la voglia di combattere per le proprie passioni, soprattutto non ci sono passioni. Spesso, dopo i miei spettacoli, incontro dei teen ager e mi accorgo che sono davvero pochi coloro che ancora si distinguono dalla massa.
LA SCHEDA
Antonio Montanari, in arte Casanova, nasce a Ravenna il 22 settembre 1972. Bambino prodigio al pianoforte, mette un po’ da parte le sette note fulminato dalla magia, passione trasmessagli dal nonno.
Incomincia così la sua carriera di prestigiatore che lo porterà via via ad esibirsi in spettacoli tutti suoi. Nel 1998 è in tv come ospite fisso nella trasmissione Tappeto Volante. Poi collabora con Claudio Baglioni per i suoi spettacoli.
Arriva quindi la sua partecipazione a Striscia la notizia, che dura ancora oggi, e che gli dà un’ampia notorietà. Replica con successo i suoi spettacoli magici e oggi è a Las Vegas.
L’ultima tappa è il suo debutto come scrittore. Il libro è L’illusionista (Piemme, € 17,00), il primo di quattro volumi.
©Mondo Erre - Franco Parachini