Che notte, la notte del 7 marzo per il regista americano Wes Anderson. Quando - nella sala ovattata del Kodak Theatre di Los Angeles, strapiena di star, di giornalisti e di fotografi - lo speaker ha annunciato le nominationall’Oscar per il miglior film di animazione, si è sentito come l’intrepido Davide di fronte a una compilationdi giganti Golia.
Il suo
Fantastic Mr. Fox, realizzato con pazienza e passione, si trovava a
competere con pesi massimi del calibro di
Up e de
La principessa e il ranocchio, farciti di meraviglie digitali e campioni d’incassi al botteghino. La mitica statuetta - come si sa - se la sono aggiudicata l’anziano Karl e il giovane Russell, protagonisti di
Up, ma
Anderson non ne ha sofferto e già essere arrivato in finale è stata per lui una gioia infinita.
Ora Fantastic Mr. Fox - assai apprezzato dalla critica, che l’ha visto in anteprima lo scorso novembre al Film Festival di Torino - si prepara a debuttare nelle sale italiane.
Una “spesa” succulenta
Nell’ampia vallata ai confini del bosco spiccano tre fattorie. I proprietari, amici di lunga data, sono goffi e aggressivi quanto basta. Boggis,allevatore di polli grande e grosso, mangia a ogni ora; Bunce,che alleva anatre e oche, è una specie di puffo panciuto; Bean, che possiede tacchini e frutteti in quantità, è magro come un chiodo e si concede generosi boccali di sidro.
Nella boscaglia, seminascosta tra sterpi e arbusti, s’intravede l’ingresso della tana di Mr. Fox: un “locale” semplice e arredato con gusto, in cui Mr. Fox - che di mestiere fa il giornalista - vive con la moglie, il figlio Ash e il nipote Kristopherson.
Anche se è una volpe gentile e ben educata, al calar della sera Mr. Fox sente nascere in sé il desiderio di andare a caccia. Afferrato il cellulare, chiama amici e vicini e chiede loro: «Cosa desiderate per cena? Un pollo grassoccio della fattoria di Boggis? Un’anatra o un’oca della fattoria di Bunce? O un bel tacchino della fattoria di Bean?».
Raccolte le “ordinazioni” - con il cuore a mille - Mr. Fox sgattaiola tra le ombre scure e si dirige quatto quatto verso le fattorie. Boggis, Bunce e Bean - stufi di essere derubati - attendono Mr. Fox al varco per dargli una lezione. Nascosti nell’angolo più buio delle proprie fattorie, aspettano di coglierlo in fallo. Ma Mr. Fox
è troppo furbo, e li lascia ogni volta con un palmo di naso.
Un giorno Bean propone a Boggis e a Bunce un piano per impedire a Mr. Fox di continuare a “fare la spesa” alle loro spalle: «Ci piazziamo davanti alla sua tana con i fucili - spiega - , aspettiamo che esca e lo rendiamo inoffensivo per sempre». Al calar della sera, Mr. Fox sta per andare a “prelevare” qualche anatra da Bean. Annusata l’aria con il muso appuntito, esce con balzo sicuro. Appena lo scorgono, i tre sparano all’impazzata. Zampe in spalla e cuore in gola, Mr. Fox - ferito - riesce a rientrare nella tana.
«Non ci scapperà - si ripetono esaltati Boggis, Bunce e Bean - . È ferito, non ha vie d’uscita e la fame lo costringerà entro pochi giorni a uscire. Dobbiamo resistere e non allontanarci di qui». Medicato dalla moglie e accudito dai famigliari, Mr.Fox - con la coda tra le zampe - mette in moto il cervello per distrarre Boggis, Bunce e Bean e salvare se stesso e i propri cari.
Un successo acchiappato per la coda
Fantastic Mr. Fox è stato interamente girato negli studi di animazione Three Mills di Londra e ha richiesto due anni di impegno e di lavoro. Il regista Wes Anderson, che ha letto tutti i romanzi e i racconti di Roald Dahl, ha scritto gran parte della sceneggiatura dopo aver visitato la casa di Dahl a Great Missenden, nel Galles.
«Lo studio e la scrivania usati da Mr. Fox per comporre i propri articoli per
La Gazzetta del Sottosuolo - racconta
Anderson, mostrando una serie di fotografie - sono del tutto simili a quelli di Dahl. E gli alberi che sorgono nel bosco e nella vallata abitata da Boggis, Bunce e Bean sono una
copia quasi perfetta del
paesaggio che si ammira dalle finestre di casa Dahl, nel Galles».
Per realizzare la pellicola, Anderson è stato affiancato da un esercito di oltre 150 artisti tra artigiani, che hanno dato vita a circa 600 pupazzi, ed esperti di animazione.
Il film, racconta Anderson, «si avvale della tecnica antica dello stop motion, che prevede, per ogni secondo di film, ventiquattro scatti fotografici che, scorrendo, diano l’impressione che i personaggi si muovano». Un lavoro lungo e paziente, se si considera che Fantastic Mr. Fox dura circa un’ora e mezza. «I conti sono presto fatti - continua il regista - la pellicola è lunga 5.160 secondi e, per metterla insieme, sono stati necessari 61.920 differenti scatti. Un’impresa impossibile per chiunque non ami questo lavoro».
Utilizzare al minimo gli effetti speciali - in un’epoca in cui l’uso del 3D e della tecnologia catapulta film a volte mediocri in vetta alla top ten degli incassi - è stata una scelta difficile e portata avanti con coerenza. «Se ci fossimo affidati alle “scorciatoie” offerte dal computer - osserva Anderson - avremmo ottenuto più o meno gli stessi risultati spendendo di più e divertendoci meno. Accarezzare un progetto e vederlo crescere giorno dopo giorno, regala emozioni senza prezzo che nessuna tecnologia potrà mai sostituire».
La forza di Fantastic Mr. Fox - conclude Anderson - è proporre una storia di fantasia senza pretendere di essere realistica, «fragile e avvincente come un sogno, dove un batuffolo di cotone può diventare una nuvola e uno specchio o un pezzo di carta stagnola possono trasformarsi in un lago di montagna o nel più profondo dei laghi».
LA SCHEDA
Dahl, uno scrittore per lo schermo
Fantastic Mr. Fox è tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore inglese Roald Dahl, pubblicato in Italia con il titolo Furbo, il Signor Volpe! (editrice Salani).
Di origine norvegese, Dahl(1916-1990) nasce e vive in Gran Bretagna. Terminati gli studi, trova lavoro presso un’importante compagnia petrolifera e viaggia per il mondo. Nel 1939, allo scoppio della seconda guerra mondiale si arruola nell’aeronautica militare britannica e partecipa a diverse missioni fino a quando un incidente gli impedisce per sempre di volare. La sua carriera di scrittore inizia nel 1942, con la storia per bambini I Gremlins, data alle stampe all’età di venticinque anni.
Dalle sue opere sono tratti numerosi film, tra cui le due versioni di Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato (quella di Mel Stuart, interpretata da Gene Wilder nel 1971 e quella di Tim Burton, interpretata da Johnny Depp - intitolata semplicemente La fabbrica di cioccolato - nel 2005), Matilda 6 mitica di Danny De Vito e James e la pesca gigante di Henry Selick, entrambi del 1996.
©Mondo Erre - Carlo Tagliani
