Cosa farò da grande?

Programmare il futuro non è esercizio da ragazzi, però c’è sempre qualcuno che prima o poi salta fuori con la solita, fastidiosa, domanda: che cosa farai da grande? C’è chi da sempre coltiva un sogno e chi, invece, non ha ancora le idee chiare. Per tutti viene il giorno in cui bisogna guardarsi attorno e pensare al domani.

 

I sogni vanno inseguiti il più a lungo possibile, perché chi riesce a fare il lavoro che gli piace lo fa meglio degli altri e trova meno fatica. Ma non sempre è possibile: il mondo cambia in fretta, mestieri e professioni muoiono e nascono rapidamente, una miriade di innovazioni ci trasforma la vita.

 

Ora, proprio mentre leggete queste righe, due milioni di italiani cercano un lavoro che non c’è e la disoccupazione giovanile sfiora il 30%. Come sarà il mondo dopo la crisi? Quali opportunità vi saranno offerte? Su quali vie conviene avviarsi per arrivare in tempo?

Si parte da un’era che è finita. Quella del lavoro fisso, del cartellino da timbrare, della routine professionale. E anche quella della rigida distinzione tra lavoro e tempo libero. Richard Donkin, editorialista del Financial Times e uno dei massimi esperti di questi temi, ha scritto un saggio, Il lavoro del futuro, nel quale illustra il cambio nei dettagli. Per prima cosa l’orario in ufficio sarà ridotto, ma a tutti verrà richiesta più disponibilità durante il tempo libero. Osserva Donkin: “Se il lavoro diventa creativo, se usa cioè il cervello come strumento primario, non c’è più differenza tra tempo del lavoro e tempo del riposo, lavoriamo 24 ore ma anche ci divertiamo 24 ore”.

 

È come dire che saremo sempre connessi. Ingenti risorse vengono già mobilitate a tale scopo: la pubblicità, i cellulari che funzionano da telefono, pc, videocamera, radio, tv, gps e altre tecnologie a basse tariffe. È ormai cominciata l’operazione volta a rendere abituale l’imperativo “sono connesso, dunque sono”. Così si può lavorare restando a casa, si può lavorare sempre. Angosciante?

 

No, il sociologo Domenico De Masi (anche lui ha scritto un libro che, curiosamente, ha lo stesso titolo, Il futuro del lavoro) assicura che il lavoro non sarà affatto opprimente. “Adesso – dice - siamo come alcolizzati, perché siamo la prima generazione digitale, però a mano a mano che prenderemo le distanze dalle tecnologie, impareremo a farne un uso liberatorio invece che stressante”.

Le tecnologie, intanto, si rivelano un potente alleato delle donne. Liberate dalla necessità di presidiare l’ufficio, le più preparate potranno conciliare carriera e famiglia.

 

Racconta Roberta Cocco, manager di Microsoft, responsabile del progetto “Futuro femminile”: “Già oggi rispondo alle e-mail e partecipo in conference call a una riunione anche quando sono ai giardinetti con i miei figli. I lavori che si sovrappongono sono un vantaggio, non una zavorra”. Quindi, un futuro di donne nei posti chiave, con contratti flessibili. E un’organizzazione aziendale meno gerarchica. Il modello è quello del social network tipo Facebook: dialogo fra colleghi, coinvolgimento di tutti.

Questo l’ambiente del lavoro che verrà. Ma quali saranno le nuove professioni? Per ripartire dopo la crisi, i Paesi di tutto il mondo riaccendono i motori delle università. È da qui che ci si sforza di leggere come sarà il domani. La mappa delle attività e delle professioni è in rapida evoluzione, ma ha un punto fermo: l’istruzione qualificata appare più che mai come la risorsa vincente.

 

Ecco, quindi, il proliferarsi dei master (equivalenti alla nostra laurea specialistica) che sono quasi triplicati rispetto a 20 anni fa e preparano i giovani alle nuove domande della società. Si tratta di corsi che vanno dalla cyber-sicurezza informatica all’antiterrorismo (non solo guerra, ma anche intelligence), dal risparmio energetico all’architettura verde. Fino a master sorprendenti come la “medicina narrativa” che si ispira alla letteratura per trovare il giusto dialogo con i pazienti, trattati finalmente come esseri umani e non come cavie.

 

Il New York Times ha dedicato un supplemento settimanale ai “dieci master del nuovo universo”. Rivelano che tre sono le parole chiave: ambiente, sicurezza, salute. Vanno forte le scienze ambientali e qualsiasi materia di studio che abbia il prefisso “bio” o “eco” davanti. È boom anche negli studi di lingue straniere, con il cinese e l’arabo in testa. Corsi così avanzati che finiscono per sposare materie scientifiche e umanistiche.

 

Marco Gisotti e Tessa Gelisio in Green Jobs (Edizioni Ambiente) hanno raccolto in 100 schede e 20 interviste le opportunità di impiego offerte dall’ondata verde. Lavori che oggi coinvolgono circa 900 mila italiani e nei prossimi 10 anni ne impiegheranno un milione e mezzo.

 

Alcune di queste professioni le trovate nel box qui sotto. Ma l’elenco è tutt’altro che completo: si va dall’agricoltore verticale, specializzato in coltivazioni sui grattacieli, all’eco-parrucchiere, che utilizza esclusivamente prodotti ambientali corretti; dal leader dell’educazione, capace di raccogliere fondi e motivare docenti e studenti per trasformare una scuola di frontiera in un laboratorio esemplare, al mobility manager che razionalizza gli spostamenti in un’azienda per risparmiare e diminuire l’inquinamento. Si calcola che, soltanto nel settore delle energie rinnovabili, tra 20 anni saranno 8 milioni i posti di lavoro nel mondo.

 

Secondo uno studio del Federal Bureau of Labor un giovane che ha ottenuto un master in media guadagna il 20 per cento in più di un semplice laureato. Soprattutto, studio e specializzazione sono indispensabili per affrontare il futuro.

 

Il presidente americano Barack Obama, rivolgendosi a 18 milioni di studenti e a un milione di professori, ha spiegato che scienza, tecnologia, ingegneria e matematica sono i settori su cui puntare per mantenere una posizione di preminenza nel mondo. E ha accompagnato le sue parole con un assegno di 260 milioni di dollari per promuovere la curiosità s scientifica fin dalle elementari. In Italia si discute sui “tagli” alla scuola.

 

Nel 2020 in Italia saranno 1,4 milioni gli occupati nell’ambiente. Ecco alcuni dei lavori “verdi” che salveranno la Terra:

 

Eco-Art director Sceglie le campagne di comunicazione per dare un’immagine ecologica ai prodotti.

Assicuratore ambientale È specializzato in eco polizze, come l’Rc inquinamento.

Avvocato ambientale Si occupa di diritto di conservazione e tutela dell’ambiente.

Certificatore energetico Redige le certificazioni energetiche necessarie nelle compravendite immobiliari.

Ecochef Organizza la cucina con menu e materie prime controllate e certificate.

Ecoauditor Controlla che i processi produttivi delle aziende rispettino le norme.

Ecoblogger Cura e gestisce per conto dell’azienda un blog scientifico-ambientalista.

Ecobrand manager È responsabile della progettazione di linee di prodotti sostenibili.

Ecodiplomatico Rappresenta le istituzioni nelle politiche di ratifica dei trattati internazionali.

Pedologo Esperto Conoscitore del suolo (classificazione e conservazione).

Restauratore di giardini Riprogetta aree verdi.