C’era una volta - una quindicina di anni fa - una coppia di giocattoli che non riusciva proprio ad andare d’accordo. I due vivevano - con un esercito di soldatini, trottole, modellini e balocchi d’ogni specie - nella cameretta del piccolo
Andy e covavano un’ambizione comune: diventare il gioco preferito del loro padroncino. Uno, un pupazzo in tenuta da sceriffo, si chiamava
Woody; l’altro, un astronauta di plastica con voce elettronica e fucile
laser,
Buzz Lightyear.
Quando - il 19 novembre 1995 - la pellicola che narrava le loro strampalate avventure venne proiettata a Los Angeles in anteprima mondiale, finì rapida come una saetta nel Guinness dei primati. Si trattava - infatti - del primo lungometraggio d’animazione realizzato interamente al computer. Il film si intitolava Toy Story - Il mondo dei giocattoli e schizzò alla velocità della luce ai vertici dei box officedi tutto il mondo.
Quattro anni dopo la Pixar ne confezionò un seguito e ora, nella magia del 3D, sta per vedere la luce il terzo episodio, Toy Story 3 - La grande fuga, che ha tutte le carte in regola per rendere più fresca e sfiziosa questa lunga estate di vacanze e di spiagge assolate.
Piccole pesti crescono
Come il timido bruco che - silenzioso – “fa il pieno” di energie per risvegliarsi un giorno farfalla e spiccare il volo, anche Andy, “moccioso” vivace e un po’viziato, è ormai un teenager.Ha sostituito i passatempi dell’infanzia con libri di scuola, cellulari e computer di ultima generazione e sta per varcare le soglie dell’università. I giocattoli li conserva ancora nella propria stanza, in una cassapanca di legno, e di tanto in tanto - quando la nostalgia bussa alle porte del cuore e la mente torna a pomeriggi lontani e infuocati di sole - li afferra e li rigira tra le mani.
Sistemate le valigie nell’ingresso, prima di partire per il
college, Andy si avvicina per
l’ultima volta alla cassapanca e accarezza con gli occhi i suoi antichi
compagni di giochi. Solleva lo sceriffo
Woody - il pupazzo più amato - e lo posa su un mobile, deciso a portarlo con sé. Gli altri giochi li depone in un sacco, per “trasferirli” in soffitta.
Chiamato dalla sorella, Andy abbandona il sacchetto sul pavimento e schizza da lei, mentre i giocattoli - rimasti soli - tremano come foglie e si guardano smarriti, incapaci di indovinare quale sorte li attenda.
Quando torna, Andy si sente mancare: il sacco è sparito e anche Woody non è più al proprio posto. L’intrepido cowboy - infatti - notato un manipolo di operatori ecologici “ronzare” intorno al sacco per caricarlo sul camion dei rifiuti, si precipita in aiuto dei suoi amici. Con uno sforzo disperato, rischiando di venire investito, Woody - inarrivabile segugio – “fiuta” il sacchetto e, con la forza della disperazione, lo scaraventa al suolo. Quando lo apre, rimane con un palmo di naso: sotto i suoi occhi non compaiono le sagome dei suoi amici, ma una massa informe di lattine vuote, bucce di frutta e confezioni di detersivofinite.
Buzz e gli altri giocattoli - intanto - evitano di finire i propri giorni abbandonati in una discarica di rifiuti o tra le fiamme di un inceneritore e vengono “riciclati” in un asilo, vittime di un manipolo di bambini pestiferi che fa loro rimpiangere la pace della stanza di Andy.
Slalom tra sorrisi ed emozioni
Come le puntate precedenti, anche il terzo episodio di Toy Story è stato realizzato negli studi di animazione Pixar, un “marchio” che è ormai sinonimo di divertimento di qualità, capace di “sfornare” - solo per citare i più recenti - capolavori del calibro di Ratatouille e di Up. «Per portare a termine la pellicola - racconta il regista Lee Unkrich-abbiamo lavorato davanti al computer anche venti ore al giorno. È stata una faticaccia, ma ci siamo divertiti come matti e ne è valsa senza dubbio la pena».
Per gli oltre mille dipendenti e i circa trecento registi che vi sono impiegati a tempo pieno - infatti - la Pixarnon è solo un’azienda, ma un mix tra una casa, un ufficio, una palestra e una sala giochi. «Qui - spiega Unkrich, mentre si sposta con disinvoltura da un locale all’altro- i dipendenti possono praticare liberamente i propri hobby, seguire lezioni di fitness o sfidarsi a bigliardo, a ping pong o a minigolf. E non mancano campi da calcio, piscine all’aperto e parchi giochi per i loro figli».
Accanto ai protagonisti dei primi due
Toy Story, ne compaiono alcuni nuovi di
zecca. Come il fascinoso
Ken, fidanzato di
Barbie, la “regina” delle bambole, il riccio
Mr. Pricklepants, cicciottello e pelosetto, e il gigantesco
Chunk, dai pugni potenti e infallibili.
«Il segreto per realizzare un buon lungometraggio di fantasia - confidaUnkrich - è catapultare i personaggi nelle situazioni più incredibili e strane e divertirsi a immaginare le loro reazioni e le conseguenze che sono capaci di mettere in moto».
Come tutti i film “targati” Pixar, anche Toy Story 3 è preceduto dalla proiezione di un cortometraggio nuovo di zecca: l’esilarante Day & Night (Giorno & Notte), diretto daTeddy Newton. «Il punto di forza di entrambe le pellicole - conclude John Lasseter, direttore creativo della Pixar - non risiede certo nell’impiego delle tecnologie 3D né negli effetti speciali all’avanguardia. Il loro segreto è racchiuso nell’ironia della storia, nel fascino dei personaggi e nella girandola di risa, emozioni e lacrime che sanno regalare a chi siede in platea».
LA SCHEDA
Il magico mondo dei giocattoli
Anche questa volta i signori del marketingdi casa Pixar hanno fatto le cose in grande e non hanno lasciato nulla al caso. Prima di lanciare Toy Story 3 - La grande fuga hanno “immerso” i primi due episodi della saga nella magia del 3D e li hanno riproposti al cinema per “rinfrescare” la memoria a chi li ha visti negli anni Novanta e per farli conoscere ai teen ager, che all’epoca erano in culla. Per chi se li fosse lasciati scappare, ecco un breve “ripasso” della trama.
Toy Story - Il mondo dei giocattoli (1995), diretto da John Lasseter, narra il rapporto di rivalità tra il cowboy Woody e l’astronauta Buzz per diventare il giocattolo preferito del piccolo Andy. Un giorno, cadendo per caso sulla strada, Woody e Buzz sono costretti a unire le forze per affrontare insieme i pericoli del mondo esterno.
Toy Story 2 - Woody e Buzz alla riscossa (1999), diretto da John Lasseter, Lee Unkrich e Ash Brannon, sigla la pace tra Woody e Buzz, finalmente amici. Quando la mamma di Andy vende a un mercatino dell’usato il pinguino Wheezy, il cowboy Woody si mette sulle sue tracce, ma cade tra le grinfie di Al, venditore di giocattoli senza scrupoli. Buzz e i suoi amici, preoccupati per l’assenza di Wheezy e di Buzz, si improvvisano detectiveper riportarli a casa.
©Mondo Erre - Carlo Tagliani