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ET, EXTRA TERRIBILI

Steven Spielberg rilegge un classico della fantascienza. La lotta per la sopravvivenza di una famiglia tra le macerie di New York, devastata dagli attacchi marziani. Star del film, Tom Cruise.

Sarà capitato anche a te, magari scrutando il cielo stellato in una notte d’agosto, di domandarti se da qualche parte, nell’universo, esistano pianeti abitati da alieni. In questi casi, la fantasia allenta le briglie e l’immaginazione corre a perdifiato, tratteggiando magari esseri verdi e squamosi, dotati di branchie e di poteri paranormali.
Il regista Steven Spielberg, che di fantasia ne ha da vendere, ha immortalato il proprio identikit degli alieni nella pellicola La guerra dei mondi, in uscita il 29 giugno nelle sale cinematografiche di tutto il mondo.

Terrore dallo spazio profondo
Ray Ferrier è un americano come tanti. Ha circa quarant’anni e conduce una vita tranquilla. Durante la settimana lavora al porto di New York, caricando con la gru giganteschi container di merci che le navi che fanno scalo là portano in giro per il globo. Qualche volta, quando la primavera fa frizzare l’aria e il sole dipinge di colori nuovi la città, è tentato di nascondersi nella stiva di qualche transatlantico per andare alla scoperta del mondo e delle sue bellezze. Ma è un desiderio fragile come una bolla di sapone, che svanisce al pensiero dei figli - Rachel e Robbie - dai quali non si separerebbe mai.
Il venerdì pomeriggio, quando la sirena segnala la fine del turno di lavoro, Ray abbandona i comandi della gru, depone la tuta nell’armadietto, saluta i colleghi e si prepara a trascorrere il weekend in compagnia di Rachel e di Robbie. Di solito lo passano in campagna, per respirare un po’ d’aria pura e immergersi nella natura.
L’atmosfera è incantevole: mentre Ray prepara pranzetti da leccarsi i baffi, Rachel e Robbie non smettono di scherzare e di rincorrersi tra il verde dei prati. Improvvisamente, una notizia frantuma la loro serenità - e quella del mondo intero - con la forza di un sasso che si schianta su una lastra di vetro disperdendola in mille schegge: corpi non identificati stanno facendo rotta verso gli Stati Uniti d’America e potrebbero essere extraterrestri intenzionati a conquistare la Terra.
La notizia rimbalza da un capo all’altro del globo in un crescendo d’ansia e di timore. Le rotative dei quotidiani diventano incandescenti: stampano a ciclo continuo edizioni straordinarie per divulgare gli ultimi aggiornamenti; le televisioni stravolgono i palinsesti e trasmettono telegiornali a raffica; l’esercito schiera generali e truppe scelte per respingere un eventuale attacco e la popolazione prende d’assalto negozi e supermercati per fare incetta di acqua e di cibo.
Ray è decisamente preoccupato, ma non lascia trasparire i propri stati d’animo e cerca di tranquillizzare Rachel e Robbie. “Potrebbe trattarsi di un falso allarme - pensa tra sé - e poi si sa che i mass media tendono a ingigantire ogni notizia”.
Le sue speranze si infrangono ben presto contro la realtà. L’attacco degli extraterrestri è devastante e il bilancio è pesantissimo: grattacieli sbriciolati come castelli di sabbia, intere città cancellate, aerei e carri armati dell’esercito annientati dalle navicelle e dalle armi a raggi laser degli invasori.
I pochi superstiti - tra cui Ray e i suoi figli - si barricano in rifugi di fortuna e tentano di escogitare possibili piani di fuga, consapevoli che gli alieni sono pronti a sferrare l’attacco finale.

Le nostre paure
La guerra dei mondi è - con Incontri ravvicinati del terzo tipo (1977) ed E.T. l’extraterrestre (1982) - la terza pellicola che Steven Spielberg dedica agli alieni. Ma, a differenza delle prime due, le creature provenienti da mondi lontanissimi non sono esseri pacifici e saggi, ma un branco di invasori senza scrupoli.
“Anche se si tratta di un’opera di fantasia - racconta il regista - credo di aver realizzato un film molto attuale, capace di rispecchiare i sentimenti e gli stati d’animo di gran parte degli abitanti della Terra. Dopo l’attacco alle Torri Gemelle dell’11 settembre, infatti, gli uomini si sentono più fragili e insicuri. Temono di trovarsi da un momento all’altro al centro di un attentato terroristico o di qualche altra grave minaccia. L’attacco degli extraterrestri al nostro pianeta simboleggia rappresenta bene il senso di questa minaccia e l’essenza di queste paure”.
La guerra dei mondi, costata 150 milioni di dollari, ha impegnato Steven Spielberg per un anno intero: 8 mesi per le riprese - realizzate interamente negli Stati Uniti - e 4 mesi per il montaggio e il doppiaggio. “Per non sprecare neanche un secondo - spiega il regista - ho girato subito le scene dell’attacco degli alieni alla Terra e le ho spedite ai tecnici della Industrial light & magic del mio amico George Lucas per l’inserimento degli effetti speciali. Così, mentre quegli autentici maghi del computer si divertivano a farcirle di meraviglie digitali, mi sono dedicato alle sequenze che non richiedevano di essere modificate elettronicamente”.
A prestare il volto a Ray è Tom Cruise, felicissimo di tornare a collaborare con Spielberg a tre anni di distanza dal successo di Minority report. “Si è trattata di un’occasione davvero fortunata - afferma, sorridendo, il bel Tom - . Mi stavo preparando a interpretare per la terza volta l’agente Ethan Hunt per la nuova ‘puntata’ di Mission: impossibile, ma le riprese sono state rimandate di un anno e così ho accolto al volo la proposta di Steven”.
A indossare i panni della piccola Rachel - invece - è la mini-diva Dakota Fanning. Bionda, occhi verdi, a soli 11 anni ha già recitato accanto a “mostri sacri” del calibro di Robert De Niro, Jim Carrey e Denzel Washington. “L’esperienza sul set si è rivelata davvero divertente - commenta euforica, mentre sgranocchia una manciata di biscotti croccanti - . Tom, Steven e gli altri componenti della troupe sono stati assai gentili e hanno fatto d tutto per mettermi a mio agio”.
In attesa che la pellicola - accompagnata da un’imponente seguito di giochi, videogiochi e gadgets vari - debutti nelle sale cinematografiche, Spielberg non sta più nella pelle per l’emozione. “Non vedo l’ora di sedermi in sala e godermi il film - conclude - . Sono sicuro che il pubblico si appassionerà alle vicende di Ray, Rachel e Robbie: magari si commuoverà, ma troverà anche buone ragioni per divertirsi. Ho cercato di rendere La guerra dei mondi simile alla vita, dove il riso si mescola al pianto e - anche nei momenti più bui - è possibile trovare una ragione per sorridere e non arrendersi ai guai”.

CARLO TAGLIANI

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©AGOSTINO LONGO
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