Diecimila passi di benessere
“Ragazzo, sei vuoi vivere bene, attacca il tuo contapassi alla cintura e conta fino a diecimila”. È lo slogan lanciato dalla “Società italiana dell’obesità” che ha accertato in questa attività motoria, svolta per un’ora al giorno, la più facile soluzione per combattere il sovrappeso. Non è difficile. Pensate che 5 mila passi al giorno li fa un sedentario, senza nemmeno accorgersene. Per raddoppiarli basta scendere dal tram una fermata prima, evitare l’ascensore, oppure portare a spasso il cane un paio di volte al giorno. Camminare fa bene, sempre.
Ora nuove ricerche ne hanno misurato i benefici. Un giovane che cammina per 40 minuti a 4 km l’ora brucia 150 calorie e 6 grammi di grasso. Se lo stesso cammina a 6 km l’ora, brucia le calorie in 27 minuti, ma i grassi consumati si riducono a 3 grammi. Maggiore è lo sforzo e maggiore è l’utilizzo dei carboidrati. Lo slogan dei 10 mila passi non si rivolge soltanto agli obesi. Vuole essere un incentivo per tutti coloro che, pur desiderando una migliore qualità di vita, non fanno nulla per raggiungerla.
Vince il gioco di squadra
Un sospetto l’avevo: non bastano 11 campioni a fare una formazione invincibile. Conta il gioco di squadra, il lavoro di gruppo. Adesso è una certezza. Domenico De Masi, che insegna sociologia del lavoro all’università La Sapienza di Roma, ha studiato più di 400 gruppi creativi europei (architetti, design, stilisti, scienziati, fino all’industria del cinema) stabilendo che il colpo di genio<è> non basta più, ma per avere successo occorre fare gioco di squadra.
Il segreto è mettere insieme “fantasiosi non concreti e concreti poco fantasiosi”. Purché abbiano un obiettivo comune da condividere con entusiasmo. Questo vale anche per i ragazzi: quando giocano e, talvolta, anche quando studiano aiutandosi a vicenda.
Basta e-mail, riecco la lettera
I ragazzi (soprattutto le ragazze) stanno riscoprendo il piacere di scrivere come facevano una volta le loro madri e le loro nonne. Macché e-mail e sms. Per farsi ascoltare davvero scrivono lettere e cartoline, persino telegrammi. In tutta Europa calano ma in Italia, a sorpresa, sono in crescita per la prima volta dagli Anni Novanta.
Le lettere private spedite nel 2004 sono state 2,2 miliardi, 18 milioni i telegrammi. Tantissimi, se pensate che in Germania, in Francia e in Gran Bretagna il servizio telegrammi è stato soppresso perché nessuno lo usava più. Spiega il sociologo: “Le e-mail non hanno sostituito la lettera tradizionale. Semmai hanno preso il posto della chiacchierata, della telefonata. Vengono inviate soprattutto ai vicini di banco, ai colleghi di lavoro. Ma il foglio scritto è un’altra cosa: vuol dire che quella persona ti ha dedicato il suo tempo, è come se ti avesse mandato un pezzo di se stessa”.
CARLO CONTI RISPONDE
Tutti i colori del Tour
Sono appassionato di ciclismo e vorrei sapere da dove derivano i colori delle magliette che premiano i vincitori delle diverse classifiche del Tour de France e come si spiegano le differenze con quelle assegnate ai primi nelle analoghe graduatorie del Giro. Grazie e ciao.
Andrea Caruso, Torino
Caro Andrea, la tua è una domanda per specialisti e quindi a uno specialista - un amico giornalista che si occupa di ciclismo da una vita - mi sono rivolto per avere la risposta. Eccola: sono 4 le maglie del Tour. La gialla è indossata dal primo della classifica generale; quella a pois rossi, dal vincitore del Gran premio della montagna; la verde, dal migliore della classifica a punti; la bianca, dal giovane meglio piazzato in graduatoria.
La maglia gialla, introdotta nel 1919 (13 edizione del Tour) fu scelta in omaggio al mensile L’Auto primo organizzatore della corsa, le cui copertine erano di quel colore. La maglia a pois vide la luce nel ’75 e il colore voleva ricordare il corridore Leconte soprannominato “l’uomo dai piccoli pois”, beniamino di Jacques Goddet, all’epoca organizzatore della corsa. La maglia verde venne istituita nel ’53 e l’origine del colore è incerta, forse il verde dei semafori. Il bianco della maglia che premia il giovane più bravo vuole indicare la purezza.
Le differenze cromatiche con le maglie del Giro d’Italia si spiegano con ragioni storiche e di sponsor. La maglia del leader della gara italiana è rosa perché quello è il colore della Gazzetta dello Sport, organizzatrice. Lo scalatore migliore indossa la maglia verde che ricorda le montagne. La ciclamino è valida per la classifica a punti e il suo colore è stato scelto dal suo primo sponsor, la Termozeta. L’azzurra dell’Intergiro deriva da quella per il Trofeo delle Regioni istituito nel ’75.