Gli incredibili poteri di cui è dotato il fantastico quartetto diventano “realtà” sul grande schermo. Così Reed si allunga come un elastico, Sue diventa invisibile, Ben solleva qualsiasi peso, Johnny si accende come una torcia. Tra un diluvio di effetti speciali.
Nell’affollato mondo dei supereroi, per raddrizzare i torti sembra non occorrano molte persone. Nella maggior parte dei casi, infatti, i “difensori dell’umanità” lavorano per proprio conto, come Spider-Man, Daredevil o Superman, oppure al massimo in coppia, come Batman e Robin. C’è però chi si fa… in quattro per regolare i conti con i cattivi di turno. È appunto il caso dei Fantastici Quattro, ovvero Reed, Sue, Ben e Johnny. Loro sono abituati ad agire in squadra, da quando 44 anni fa sono apparsi sulle tavole di una fortunata serie di albi a fumetti venduti in milioni di copie.
Agili e scattanti, fasciati in eleganti e attillate tute blu, ora seguono il destino di altri super colleghi e dalla carta balzano alla pellicola, per la precisione nel film I Fantastici Quattro, diretto dal regista Tim Story.
Viaggi che cambiano la vita
New York, 1961. Reed Richards è uno scienziato giovane e promettente. Dopo anni trascorsi tra libri e provette, sta per realizzare il sogno della propria vita: un viaggio nello spazio per studiare da vicino l’effetto dei raggi cosmici sul codice genetico umano. Lo affiancano nell’impresa gli astronauti Ben Grimm e Johnny Storm, l’esperta di genetica Sue Storm, sorella maggiore di Johnny, e il miliardario Victor Van Doom, che ha finanziato la missione spaziale.
Il viaggio procede senza intoppi fino al momento cruciale della “cattura” dei raggi cosmici: i macchinari si inceppano improvvisamente e la nave spaziale viene avvolta da una nube radioattiva che modifica il Dna di quattro passeggeri dell’equipaggio, donando loro strabilianti superpoteri: Reed può allungarsi e contorcersi come un elastico, Ben si trasforma in un gigante di pietra arancione dalla forza sovrumana, Johnny è in grado di volare e di accendere il proprio corpo come una torcia, Sue può diventare invisibile e creare potenti campi di forza. Solo Victor sembra rimanere immune dagli effetti dei raggi cosmici.
Reed, Ben, Johnny e Sue - tornati a New York - imparano con fatica a convivere e a fare i conti con i superpoteri “piovuti” dal cielo e decidono di metterli al servizio dell’umanità. Nel giro di pochi mesi le loro imprese sono sulla bocca di tutti: soccorrono persone in pericolo, sventano rapine all’ultimo minuto, consegnano i malfattori alla giustizia... Le prime pagine dei quotidiani e dei telegiornali sono tutte per loro e i talk show se li contendono a peso d’oro come ospiti d’onore.
Ma una grave minaccia si profila all’orizzonte. Victor, l’ex compagno d’avventura che sembrava passato indenne attraverso le radiazioni cosmiche, si è trasformato lentamente in un essere metallico in grado di volare e di lanciare scariche elettriche da milioni di watt, ha cambiato il proprio nome in Dottor Destino e utilizza i suoi poteri per terrorizzare la città e diventare sempre più ricco e potente.
Senza segreti
Portare i Fantastici Quattro sul grande schermo è stata un’impresa tutt’altro che facile. Per oltre un decennio gli sceneggiatori più rinomati di Hollywood hanno dato fondo alle proprie scorte di neuroni per immaginare un soggetto all’altezza delle aspettative dei fans. Ogni sforzo è caduto nel vuoto fino a quando non è arrivato il turno di Michael France, già autore della sceneggiatura di Hulk.
“È da quando ero ragazzo che sognavo di scrivere una storia sui Fantastici Quattro - racconta France con l’entusiasmo di chi è convinto di aver realizzato un buon lavoro - . Li ho sempre ammirati perché, a differenza di tutti gli altri supereroi, non si nascondono dietro maschere o identità segrete e quando camminano per le strade di Manhattan la gente può riconoscerli e parlare con loro”.
Completata la sceneggiatura, che prende spunto dai primissimi albi della serie, la difficoltà principale è stata individuare il giusto mix tra recitazione e tecnologia digitale. “La pellicola vanta più di 800 effetti speciali assolutamente all’avanguardia - confida il regista Tim Story - . La maggior parte di essi è legata ai superpoteri di Reed, Ben, Johnny, Sue e Victor. Ho cercato di rendere realistica ogni inquadratura affinché il pubblico possa in qualche modo sperimentare che cosa significhi essere invisibili, possedere una forza sovrumana o essere in grado di volare”.
I giovani attori che indossano i panni del quartetto di supereroi non nascondono la propria soddisfazione e dichiarano di essersi divertiti come matti durante riprese. “Ho amato il personaggio di Reed dal primo momento - esordisce Ioan Gruffudd - e per me è stato un vero onore interpretarlo. È ricco di interessi e di passioni e dedica la propria vita alla scienza e al lavoro senza rinunciare a prendersi cura del prossimo”.
“La caratteristica di Sue che mi ha impressionata maggiormente - gli fa eco Jessica Alba - è il suo combattere senza sosta per affermarsi in un mondo dominato dagli uomini. È una scienziata e desidera che le sue opinioni vengano prese in considerazione; essere trattata con sufficienza o ignorata la ferisce nell’orgoglio e la manda su tutte le furie”.
Per Chris Evans calarsi nei panni di Johnny è stato come andare gratis al luna-park. “Johnny è un’autentica forza della natura - commenta - si lancia a rotta di collo sulle piste di snowboard e di motocross, ama le auto veloci e le belle ragazze, adora essere costantemente al centro dell’attenzione… Chi non vorrebbe assomigliargli?”.
“Confesso di aver provato un forte senso di tenerezza e di ammirazione nei confronti di Ben - conclude Michael Chicklis - perché, nonostante l’esposizione ai raggi cosmici lo abbia sfigurato e reso simile a un mostro, non perde la propria umanità, non si chiude in se stesso e si sforza di convivere con la disgrazia che gli è toccata in sorte”.
Uscito a metà luglio negli Stati Uniti, I Fantastici Quattro ha conquistato in un batter d’occhio la vetta del botteghino. Il gradimento del pubblico si è rivelato tale che già si vocifera di un probabile sequel. “Sono convinto che la pellicola piacerà anche in Italia - azzarda il regista - perché ogni persona può riconoscersi nei pregi e nei difetti di Reed, Johnny, Ben e Sue. Sono amici ma a volte litigano e non vanno d’accordo, sono ottimisti e credono nella possibilità di costruire un mondo migliore ma non di rado “inciampano” nell’egoismo e nella depressione. Quando si tratta di aiutare chi si trova in pericolo, però, dimenticano i problemi e le rivalità e fanno fronte comune, mettendo in gioco anche la vita”.
CARLO TAGLIANI
