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LA SIMPATICA GANG DEL BOSCO

Come reagiresti se una mattina di primavera - uscendo di casa con lo zaino in spalla e le cuffiette dell’I-Pod saldamente ancorate alle orecchie - scoprissi che un esercito di marmotte, di puzzole e di scoiattoli ha abbandonato la campagna per stabilirsi nella piazza principale della tua città? Probabilmente incominceresti a strabuzzare gli occhi e a pizzicarti le braccia per capire se sei vittima di allucinazioni. E ti comporteresti esattamente come la tartaruga Verne e i suoi amici quando - dopo mesi di letargo - si sono accorti che gli alberi del bosco erano stati abbattuti per ospitare un quartiere residenziale.
La loro sorpresa e le sue incredibili conseguenze sono state documentate dai registi Tim Johnson e Karey Kirkpatrick nel film La gang del bosco, la pellicola nuova di zecca targata Dreamworks, la “fabbrica dei sogni” di Steven Spielberg.

Un paradiso di golosità
Da quando ruspe e gru hanno abbattuto piante e devastato prati per far posto a eleganti villette circondate da altissime siepi, gli animali del bosco sono tristi e non riescono a darsi pace. La tartaruga Verne, in preda alla depressione, vive rintanata nel proprio guscio; lo scoiattolo Hammy, abituato a scalare gli alberi alla velocità di un fulmine, trascorre lunghe ore immobile a zampe incrociate; la puzzola Stella, griffatissima e mai con un pelo fuori posto, cede lo scettro di Miss Bosco e non ha più voglia di truccarsi; l’opossum Ozzie e la figlia Heather preparano le valigie per trasferirsi altrove e la coppia di porcospini Penny e Lou si dispera perché non riesce a racimolare abbastanza cibo per sfamare i piccoli.
Un giorno, mentre le bestiole - con il morale sotto le zampe - sono riunite in assemblea per decidere come far fronte alla minaccia degli umani, irrompe improvvisamente l’orsetto lavatore RJ esclamando: “Su con la vita, amici! Mettete in cantina quei musi lunghi e indossate il vostro sorriso più smagliante perché gli umani non rappresentano la nostra rovina ma la nostra salvezza: le loro case contengono quantità di cibo sufficienti a sfamare eserciti di cavallette. Se vi fidate di me, vi insegno come procurarvi tonnellate di provviste senza rischi e senza sforzi”.
Ad eccezione della tartaruga Verne, che sospetta che RJ non sia del tutto sincero e si serva dell’ingenuità e della disperazione dei suoi amici per ottenere qualche vantaggio personale, l’assemblea rimane affascinata dalla simpatia e dalla proposta di RJ. Con l’acquolina in bocca, si unisce a lui per sferrare una serie di attacchi memorabili ai frigoriferi e alle dispense degli umani.
La “gang” del bosco - capitanata dall’instancabile RJ - progetta nei minimi dettagli incursioni ai dolci e ai salumi custoditi nelle villette, ma impossessarsi della preziosa refurtiva si rivela ben presto più difficile e rischioso del previsto. Miss Gladys, infatti, l’arcigna presidentessa dell’associazione dei padroni di casa, ha assoldato il terribile Disinfestatore per ripulire il quartiere dagli animali selvatici. Nel frattempo, i sospetti della tartaruga Verne sulla buona fede di RJ cominciano a trasformarsi in certezze…

Gli animali ci guardano
La gang del bosco - che si ispira a una delle più celebri strisce a fumetti americane - è stato realizzato da due autentici mostri sacri del cinema d’animazione: Tim Johnson e Karey Kirkpatrick. Il primo è il “papà” di Z, la formica; il secondo l’inventore di Galline in fuga. “Nelle strisce a fumetti - sottolinea Johnson - la tartaruga Verne e l’orsetto lavatore TJ sono amici inseparabili e trascorrono la maggior parte del tempo a spiare gli esseri umani da dietro una siepe per evidenziarne i difetti. Il film, che è il prequel del fumetto, mostra come Verne e TJ si sono incontrati e documenta la nascita della loro amicizia dopo le incomprensioni e i sospetti iniziali”.
“Dal punto di vista tecnico - gli fa eco Kirkpatrick - la sfida più ardua è stata dar corpo, “spessore” e movimento ai personaggi. Per affrontarla nel modo migliore, abbiamo raccomandato ai maghi del computer che ci hanno accompagnato in questa avventura di non pigiare troppo l’acceleratore sugli effetti speciali ma di concentrare il proprio mouse sul volto e sulle espressioni di Verne, di RJ e dei loro amici per renderli simpatici e credibili al tempo stesso”.
La pellicola, divertente e adatta a un pubblico di tutte le età, non rinuncia - tra una gag esplosiva e una battuta - a far riflettere gli spettatori su alcune contraddizioni che caratterizzano i Paesi più ricchi dell’America e dell’Europa. “Uno dei temi centrali del film - continua Kirkpatrick - è l’atteggiamento degli animaletti del bosco e degli esseri umani nei confronti del cibo. Non morire di fame è la preoccupazione principale di entrambi ma, mentre gli animaletti consumano ciò che trovano, non sprecano e si nutrono per vivere, gli esseri umani fanno gli schizzinosi, gettano quintali di provviste nell’immondizia e non di rado sembrano vivere per mangiare. Si potrebbe quasi dire che, in questo senso, gli animali hanno qualcosa da insegnare agli esseri umani”.
Un altro problema di attualità - affrontato nella pellicola con levità e simpatia - è la progressiva devastazione dell’ambiente da parte dell’uomo che, costruendo case e palazzi ovunque, cancella la natura e i suoi paesaggi da un giorno all’altro, senza curarsi delle conseguenze. “Sono cresciuto nella periferia di Chicago - ricorda Johnson - e quando frequentavo la prima elementare, in fondo alla strada dove abitavo vedevo campi di granturco a perdita d’occhio. Una decina d’anni dopo, quando andavo al liceo, il granturco era stato sostituito da interminabili serie di case. Non esisteva una siepe vera e propria a dividere le case dai campi, ma file di alberelli oltre i quali si aprivano boschi sterminati abitati da opossum, puzzole e orsetti lavatori. Per me, La gang del bosco è stata un’opportunità per tornare bambino e provare a osservare il mondo dal punto di vista degli animali”.
Johnson e Kirkparick sono pronti a scommettere sul successo del film e si dichiarano disponibili a mettere in cantiere un eventuale sequel. “Siamo convinti - concludono - che tutti i ragazzi del mondo abbiano passeggiato almeno una volta in un bosco o in un giardino e che, osservando gli animali, si siano domandati: “A che cosa stanno pensando?”. Con La gang del bosco abbiamo tentato di rispondere, con umorismo e ironia, a tale interrogativo, inserendo in ogni sequenza il loro punto di vista sul mondo, sui nostri ridicoli eccessi e sul bisogno di comodità, di velocità e di lusso”.
CARLO TAGLIANI
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