È comparso nell’ottobre del 2003 e sembrava uno dei soliti siti “generalisti” che andava ad aggiungersi agli altri nell’infinito oceano della rete. Invece, MySpace.com aveva il pedigree del campione e nel giro di pochi anni, a suon di clic, si è fatto largo nel gradimento degli internauti fino a trasformarsi in fenomeno multimediale.
Le sue credenziali parlano chiaro: oggi conta oltre 70 milioni di utenti registrati e nella classifica dei siti più visitati è al quarto posto dopo Yahoo!, Microsoft e Google. Dedicato soprattutto ai ragazzi tra i 12 e i 24 anni, il sito ha incassato nel 2005 47 milioni di dollari e dalla scorsa estate fa parte della mega-scuderia di imprese del magnate australiano Rupert Murdoch. Ma che cos’è MySpace.com?
Il Social Networking
MySpace è una piattaforma di Social Networking, vale a dire un sito creato per far incontrare le persone. Ciascuno può pubblicare gratuitamente una pagina web nella quale elencare i propri gusti in fatto di musica, film, libri, luoghi, e tutto ciò che possa aiutare a definire il carattere di una persona. Lo scopo è quello di spingere un visitatore con uguali interessi a mettersi in contatto con un altro. Qualcuno l’ha definita la versione on line della piazzetta o dei giardini, nei quali ci si ritrova con gli amici. Uno spazio digitale, insomma, dove esprimere se stessi, farsi vedere in giro, incontrare gente, comunicare.
Proprio la voglia di comunicare dei giovani internauti è uno dei segreti del successo di questo Social Network. Un recente sondaggio americano ha infatti evidenziato come nel 2005, tra gli statunitensi sotto i 25 anni, il volume di messaggi scambiati quotidianamente con MySpace ha superato quello delle e-mail.
Un dato che non sorprende. Il sito è figlio della nuova èra di internet, il Web 2.0. E del nuovo internet ha tutte le caratteristiche più importanti: la possibilità di creare contenuti personali, di far circolare e riutilizzare i contenuti di altri utenti, di ascoltare e scaricare musica utilizzando la tecnologia Rss e Podcasting.
Largo alla musica
È proprio la musica l’altra chiave dell’affermazione di MySpace. L’idea è venuta al co-fondatore del sito, Tom Anderson, musicista indipendente, che lo ha lanciato per offrire uno spazio gratuito agli appassionati delle sette note. Qualunque artista poteva mettere in rete le proprie composizioni e crearsi una pagina web.
Ben presto, MySpace è stato travolto da un aumento incontrollabile del traffico telematico e, con il passare del tempo, ha smarrito un po’ quel profilo alternativo per cui era nato. Difatti, agli artisti in erba, si sono affiancate le stelle del pop.
Tuttavia, anche oggi che è passato nelle mani di Murdoch, gli utenti possono ascoltare Mp3 di ogni tipo e leggere le news sulle band del momento. Il sito poi sponsorizza anche eventi dal vivo e un’etichetta discografica. Non è tutto. A breve, MySpace venderà musica digitale ma, a differenza dei più popolari negozi on line, favorirà i gruppi senza un contratto.
Gli artisti potranno vendere le proprie canzoni attraverso MySpace e decidere il prezzo di ogni singolo Mp3, tenendo conto della quota richiesta dal sito. I brani non saranno protetti dai diritti d’autore, quindi ascoltabili su qualsiasi supporto. Insomma, cambia per sempre il modo di far circolare e promuovere la musica.
Il rovescio della medaglia
Recentemente MySpace, insieme a Bebo, altro sito che permette di creare la propria pagina web, di chattare e di scambiarsi fotografie, sono finiti sotto accusa. Secondo un gruppo di ricercatori inglesi, in questi portali si verificano costantemente fenomeni di cyber-bullying. Si tratta di utenti poco raccomandabili che si aggirano per la community infastidendo i frequentatori più tranquilli.
Altro fenomeno in aumento è la presenza di pornografia. Il pericolo è che alcuni giovani webnauti possano cadere nella rete di pedofili che, fingendosi minorenni, riescono ad instaurare amicizie on line. L’allarme lanciato dagli studiosi ha portato alla cancellazione immediata dei file “pericolosi”, ma il rischio che i ragazzi possano incorrere in esperienze simili è sempre alta.
Dal canto suo MySpace, come altre community analoghe, ha introdotto svariate misure per prevenire abusi di questo tipo: il divieto all’uso del sito da parte di minori di anni 14, limitazioni d’accesso al profilo personale di utenti compresi tra 14 e 15 anni, software per identificare i minorenni basato su parole usate tipicamente in quell’età, pattugliamento dei profili sospetti (ne sono stati cancellati circa 150.000 per il sospetto che l’età dichiarata non fosse quella vera).
Esistono inoltre una serie di guide e di consigli on line per non rivelare troppe cose personali e prendere le dovute precauzioni quando si entra in contatto con i membri della comunità. MySpace comunque non abbassa la guardia e ha moltiplicato le collaborazioni con autorità e genitori per farne uno spazio sempre più sicuro.
LORENZO CORVI
