Lewis ha dodici anni e un cervello che potrebbe gareggiare con geni del calibro di Albert Einstein o di Archimede Pitagorico. I compagni lo invidiano per l’agilità con cui si destreggia tra equazioni e formule chimiche, ma sanno che dietro gli occhialini tondi - così simili a quelli del maghetto Harry Potter – e lo sguardo azzurro, Lewis cela un immenso dolore. Egli, infatti, sarebbe disposto a rinunciare al proprio talento per realizzare il sogno cui tiene di più: abbracciare la propria famiglia, che non ha mai conosciuto.
Il regista americano Stephen Anderson si è appassionato alla sua storia, l’ha pedinato passo a passo e ha immortalato le sue avventure nella pellicola I Robinson, una famiglia spaziale, il cartoon nuovo di zecca della Disney, nei cinema dall’8 giugno.
Un viaggio straordinario
Lewis trascorre la maggior parte del proprio tempo tra teoremi, passatempi e l’inaffondabile speranza di incontrare - prima o poi - i propri cari. Un giorno, per caso, s’imbatte in un ragazzo nerovestito che - con modi spicci e fare misterioso - lo invita a seguirlo. Magnetizzato dalla sua personalità, Lewis non se lo fa ripetere due volte, anche se non immagina neppure lontanamente che sta per imbarcarsi nel viaggio più straordinario della propria esistenza: quello che ha per meta il futuro, là dove può realizzarsi ciò che è impossibile nel presente.
Alla guida della macchina del tempo, il giovane misterioso si presenta a Lewis. “Il mio nome è Wilbur Robinson - afferma - . Sono stato incaricato di prelevarti dal presente per affidarti una missione speciale per proteggere il futuro dell’umanità”.
All’arrivo, Lewis viene accolto calorosamente dalla famiglia di Wilbur: il padre Cornelius, stravagante inventore che ha fondato le Industrie Robinson, la madre Franny, che dà ripetizioni di musica e di canto alle rane e Carl il robot-maggiordomo.
Lewis, al settimo cielo per la gioia di sentirsi finalmente parte di una famiglia, vorrebbe stabilirsi dai Robinson. “Anche a noi farebbe piacere che tu rimanessi per sempre con noi - lo rassicura Cornelius - ma non è possibile perché la tua vita si svolge nel presente e là devi viverla. Inoltre, devi portare a termine la missione che ti è stata affidata e salvare l’umanità”.
A malincuore, Lewis prepara i bagagli. Ma il ritorno al presente è più complicato del previsto perché Mister Bombetta, boss cattivo e pasticcione, ostacola la missione di Lewis e tenta con ogni mezzo di farlo prigioniero.
Il coraggio di sognare
Tratto dal romanzo A day with Wilbur Robinson (Una giornata con Wilbur Robinson) dello scrittore americano William Joyce, ancora inedito in Italia, I Robinson, una famiglia spaziale è il primo cartoon Disney con protagonisti esseri umani interamente realizzato al computer (il primo, con protagonisti animali, fu - invece - Chicken Little, uscito nel 2005). Per portarlo a termine il regista ha arruolato un esercito di sessantasei mostri sacri del computer e degli effetti speciali e lo ha impiegato a pieno regime per oltre tre anni.
“Tra le infinite difficoltà che abbiamo dovuto superare per rendere credibile l’incredibile - confida Anderson - quelle che ci hanno dato maggior filo da torcere sono state le espressioni del viso dei protagonisti e le pieghe dei vestiti, che dovevano assecondare con naturalezza i movimenti di chi li indossava, evitando di rendere i protagonisti rigidi come manichini”.
La cosa più divertente - invece - è stata la possibilità di immaginare e ricreare il futuro. “Abbiamo fatto girare la fantasia a mille, riportando alla luce i sogni di quando eravamo bambini - continua Anderson - . Chi non ha mai immaginato di galleggiare nell’aria all’interno di una bolla gigante, di indossare un cappello dotato di elica per volare da un luogo all’altro o di possedere un robot in grado di soddisfare qualunque desiderio? Chi non vorrebbe vivere, anche solo per un giorno, in un mondo simile?”.
A differenza di alcune pellicole per ragazzi, che celano un’esile trama dietro cascate di fuochi d’artificio e sarabande di effetti speciali, I Robinson, una famiglia spaziale è un azzeccato mix di azione, divertimento e avventura che non rinuncia a suggerire qualche spunto di riflessione. “Credo che la pellicola contenga tutti gli ingredienti dei capolavori Disney - sottolinea, con una punta di orgoglio, Anderson - . I Robinson sono simpatici, ironici e imprevedibili ma sanno fare i conti con la tristezza e la malinconia. Sono adulti che affrontano ogni situazione con l’entusiasmo, l’innocenza e l’allegria dei ragazzi e - come i ragazzi - sono convinti che qualunque desiderio possa trasformarsi in realtà. Divertenti e anticonformisti, vivono in modo originale, senza seguire le mode o fare ciò che gli altri si aspettano che essi facciano”.
Gli spettatori sono avvisati: come accade nella vita reale, durante la proiezione potrebbero sorprendersi a sbellicarsi dalle risate, a emozionarsi e - magari - a tirar fuori il fazzoletto per asciugare qualche imprevista lacrima.
CARLO TAGLIANI
