Una gallina dalle uova d’oro. Così il Forbes Magazine ha definito l’attore Matt Damon. Secondo la rivista preferita dai manager di New York - infatti - qualunque regista decida di affidare al bel Matt il ruolo di protagonista può dormire sonni tranquilli: ogni dollaro “investito” sui suoi occhi azzurri e sul suo sorriso disarmante ne fa guadagnare ventinove al botteghino. Quasi il triplo di quanto riescono a realizzare star del calibro di Tom Hanks, di Tom Cruise e di Will Smith, che - per ogni dollaro ricevuto - ne “restituiscono” appena una decina.
Anche The Bourne Ultimatum - l’ultima pellicola interpretata da Damon e diretta dal regista Paul Greengrass, - non ha tradito le attese. Uscita negli USA l’estate scorsa, ha incassato in un week-end la cifra record di 70 milioni di dollari, scalzando dal podio della top ten - con l’energia di un ciclone inarrestabile - l’intera famiglia Simpson. Migliaia di teen ager, in tutti gli Stati Uniti, hanno preferito - senza esitazioni - una corsa mozzafiato a fianco dell’ex agente segreto Jason Bourne a una passeggiata al seguito di Bart Simpson.
Nell’occhio del mirino
Dopo essere scampato - nei primi due capitoli - a trappole e a inseguimenti di ogni tipo, l’ex agente Bourne si ritrova ancora una volta al punto di partenza: la disperata ricerca della propria identità.
Senza famiglia e senza passato, Bourne fa perdere le proprie tracce e si rifugia in un luogo isolato e tranquillo. Appesi al chiodo armi e distintivo della CIA - l’agenzia dei servizi segreti americani - Jason spende la maggior parte del proprio tempo ripercorrendo a ritroso le orme del proprio passato, sforzandosi di far combaciare i tasselli della propria memoria.
A infrangere il suo desiderio di tranquillità, lo scoop del giornalista Simon Ross, che fornisce indiscrezioni sulla sua esistenza e sul suo nuovo stile di vita. La notizia che Jason è vivo rimbalza - con il fragore di una bomba - dalle prime pagine dei quotidiani alla sede centrale della CIA.
“Dobbiamo impedire che Bourne ci metta i bastoni tra le ruote e faccia naufragare il Programma Blackbriar”, pensano alcuni suoi ex colleghi corrotti, disposti a tutto per portare a termine il progetto di spionaggio internazionale messo a punto dal Dipartimento della Difesa americano.
Noah Vosen, uomo di punta della CIA e direttore del Programma Blackbriar, incarica un manipolo di agenti fidati di mettersi alle calcagna di Jason e di renderlo innocuo per sempre. Ma Jason non li attende certo con le mani in mano: sicuro di non avere più nulla da perdere e insospettito dalla morte misteriosa di alcune spie, si schiera a viso aperto contro chi vorrebbe fargli la pelle.
In un vortice senza tregua di intrighi, sparatorie e inseguimenti al cardiopalma tra Mosca e Parigi, Londra, Tangeri e Madrid, Jason - grazie anche al fiuto giornalistico di Ross - si trova faccia a faccia con chi ha trasformato la sua vita in un incubo, a un battito del cuore dalla resa dei conti finale.
Senza controfigura
Interpretare film di spionaggio sta diventando - per il trentasettenne Matt Damon - una piacevole abitudine. Oltre all’ex agente Bourne - infatti - negli ultimi due anni Matt è stato l’ambiguo procuratore Bryan Woodman in Syriana di Stephen Gaghan, il poliziotto corrotto Colin Sullivan in The departed di Martin Scorsese e il fondatore della CIA Edward Wilson in The Good Shepherd - L’ombra del potere di Robert De Niro. “Sono i miei film prediletti - confida Matt - perché raccontano storie avvincenti e mi hanno permesso di lavorare al fianco di mostri sacri del calibro di Leo Di Caprio, George Clooney e Jack Nicholson”.
Le riprese di The Bourne Ultimatum sono durate circa sei mesi, da gennaio a giugno. “Una bella sfacchinata - puntualizza Matt - . Ho interpretato la maggior parte delle scene d’azione senza controfigura e, in qualche caso, me ne sono pentito. Come quando, nella scena che si svolge su un ponte di Berlino, il regista mi ha costretto a rimanere appeso per ore ai cavi di una gru come un salame…”.
Giunto all’ultimo capitolo della trilogia, Matt è dispiaciuto di non indossare più i panni dell’ex agente Bourne. “Ciò che più mi diverte e mi emoziona di Jason - prosegue Matt, abbozzando un sorriso - è il suo diffidare di tutto e di tutti in ogni occasione, la sua lotta per ricostruire se stesso e il proprio passato. Nel primo film si domanda “chi sono?”; nel secondo “chi ha ucciso la mia fidanzata?”. E ottiene sempre frammenti, mai risposte complete. Il nuovo film gli regala finalmente l’occasione di ultimare il puzzle del proprio passato”.
In attesa di vivere nuove vite sul grande schermo, Matt trascorre le proprie giornate a Miami tra montagne di copioni da leggere e l’amore della moglie Luciana e della figlia Isabella, nata nei giorni cruciali in il papà era impegnato a far vivere l’ex agente Bourne.
CARLO TAGLIANI
