Zaini leggeri punizioni pesanti
Le decisioni risalgono all’inizio dell’anno scolastico: i bulli più violenti saranno bocciati e gli zainetti peseranno di meno. Era ora, commentarono in molti. A scuola si va per studiare, per prepararsi alla vita, e non per esibirsi scioccamente disturbando chi intende mettere a profitto il lavoro degli insegnanti.
E poiché un ragazzo su tre ha mal di schiena, sembrava anche giusto porre fine alle lunghe file di studenti che s’inerpicano su per le scale degli istituti, affardellati come gli sherpa nepalesi sulle montagne dell’Himalaya.
Sono passati tre mesi, è cambiato qualcosa? Restano molte perplessità sull’applicazione delle misure. Chi viene pescato “in atteggiamenti lesivi della dignità dei compagni e degli stessi insegnanti” può essere espulso. Sono le singole scuole che nel proprio regolamento devono stabilire i comportamenti “lesivi” e le relative sanzioni.
Non è quindi detto che le stesse violazioni siano sanzionate alla stessa maniera in tutte le scuole italiane. Forse viene lasciato troppo spazio alle proteste e ai ricorsi di quei genitori che pensano di proteggere i figli e invece li trasformano in “bambocci”, come li ha definiti un ministro della Repubblica.
E chi misura il peso degli zaini? Insomma, le leggi vanno bene, ma senza il buon senso di ognuno non bastano.
Studiare in Afghanistan
C’è sempre chi sta peggio. In Afghanistan, dove circa il 60% della popolazione ha meno di 18 anni, fino al novembre del 2001 alle ragazze era vietato frequentare la scuola. Alle donne, peraltro, era proibito svolgere qualsiasi attività fuori casa, insegnamento compreso. Una legge del regime talebano prevedeva punizioni severe per chiunque avesse trasgredito.
Dopo l’intervento della coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti, l’iscrizione alla scuola primaria è aumentata in modo esponenziale. E, tuttavia, il numero dei ragazzi iscritti è ancora il doppio rispetto a quello delle ragazze. Negli istituti superiori il rapporto è addirittura di uno a quattro.
È difficile sradicare una tradizione che pratica la “purdah” e cioè la separazione maniacale degli uomini dalle donne. Adesso ci prova l’Unicef, attraverso alcune organizzazioni non governative italiane, compresa la “Caritas”. Il territorio è vastissimo, le scuole sono poche e si stenta a raggiungere i villaggi sulle montagne, dove manca tutto ma c’è una grande voglia di imparare.
Ragazzi aggressivi? Colpa dei coloranti
Da trent’anni sento dire che i coloranti fanno male alla salute. Adesso una ricerca, condotta dalla Southampton University per conto dell’agenzia alimentare del governo britannico, ha accertato che coloranti e conservanti hanno “effetti deleteri” sul comportamento dei giovanissimi.
Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Lancet, dimostrerebbe che gli additivi chimici contenuti in molti cibi e bevande (dalle merendine alle caramelle, dalle bibite alle tavolette di cioccolato) producono nei ragazzi cali di attenzione, aggressività e atteggiamenti anti-sociali.
In particolare sono sotto accusa il giallo (E102), l’arancione (E104), il carminio (E122), il rosso (E124) e un conservante, il benzoato di sodio, l’E211. Gli esperti dell’Unione Europea hanno chiesto di esaminare il rapporto inglese per valutare la possibilità di prendere provvedimenti su scala continentale. Passeranno altri trent’anni?
CARLOCONTI RISPONDE
Chi decide gli sport olimpici?
Tra qualche mese a Pechino si aprono le Olimpiadi e a me resta una domanda nel gozzo. Da un paio di anni pratico il pattinaggio a rotelle, anzi se mi perdoni l’immodestia, credo di essere piuttosto bravo. È uno sport completo, impegnativo, divertente, immune da violenza. Mi domando: perché non viene incluso fra quelli olimpici? Qual è il criterio di scelta? Grazie e cordiali saluti.
Luca M., Novara
Caro Luca,
per essere ammesso alle Olimpiadi uno sport deve avere i requisiti stabiliti dalla Olympic programme commission e cioè Commissione per il programma olimpico. È l’organismo internazionale che analizza le caratteristiche di ogni disciplina sportiva. Quali caratteristiche? Il valore sociale che lo sport esaminato possiede (educazione dei giovani, salute degli atleti, solidarietà), la possibilità di essere praticato sia da uomini sia da donne, l’importanza che ha nel Paese ospitante, l’interesse che suscita a livello globale e sui media, il suo impatto economico.
In base a questi criteri, alcuni sport come il baseball, il polo, il surfing e tutti quelli che si avvalgono di motori sono stati esclusi. E così anche per il pattinaggio a rotelle. Ma tu continua a praticarlo. Ogni 4 anni c’è qualche ingresso nuovo nell’olimpo e prima o poi toccherà anche al tuo sport preferito.