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KYLIE DIECI... E LODE

È una delle poche che conta i suoi dischi a milioni. E li conta, cosa assai rara, da quando ha incominciato a cantare vent’anni fa. Pensare che allora, per Kylie Minogue, la musica non occupava certo il primo posto nei suoi sogni. Lei, infatti, a dispetto della sua giovanissima età, era già un’attrice di successo in Australia, suo Paese natale. Merito di un’azzeccata serie di fiction tv che le avevano fatto guadagnare un bel numero di premi e le copertine dei giornali, ulteriormente aumentati dopo la sua partecipazione alla popolare soap opera “Neighbours”.
È proprio grazie alla sua fama di attrice che si avvicina, quasi per caso, alle sette note. Nel 1987 incide, per raccogliere denaro per un’organizzazione di beneficenza, il singolo “The Loco-motion”, un vecchio hit di Little Eva ammodernato per l’occasione. Il pezzo finisce dritto in cima alla classifica australiana e viene ben accolto anche fuori patria. Kylie ci prende così gusto e l’anno dopo pubblica “I should be so lucky”, brano che scala le chart di mezzo mondo.
Visti i risultati, l’artista decide di mettere un po’ da parte la carriera di attrice e di concentrarsi su quella di cantante. La scelta non è sbagliata. L’album di debutto “Enjoy yourself”, uscito nel 1989, la trasforma in una pop-star, ruolo che confermerà anche nelle successive incisioni, fatte di canzoncine leggere come piume.

Tempo di cambiamenti
Crescendo, arriva però anche per Kylie il momento di cambiare. I panni di stella del pop commerciale le stanno stretti. “Non rinnego nulla del mio passato – dichiara - , ma era ora di trovare nuove strade per non rimanere impigliata nel personaggio di giovane diva”. Ad aiutarla a voltare pagina ci pensa Nick Cave, artista di rock alternativo dalla discreta fama. La invita a duettare con lui nella canzone “Where the wild roses grow”, contenuta nel suo disco “Murder ballads”.
L’esperimento funziona e a Kylie si aprono orizzonti musicali finora mai esplorati, che inserisce copiosamente nel successivo album “Impossible princess”. Le vendite hanno una leggera flessione, ma lei raggiunge il suo scopo: allontanarsi dall’immagine un po’ plastificata che si trascinava appresso dai suoi esordi. “È stato un passo importante – ricorda - , dove ho scoperto di poter scrivere anch’io canzoni non banali. Mi ha dato sicurezza in me stessa e ha gettato le basi per gli sviluppi futuri”.

La salute minacciata
Gli “sviluppi futuri” si chiamano “Light years”, “Fever” e “Body language”, tre album uno dietro l’altro che impongono Kylie come la reginetta del nuovo millennio. Una tripletta degna del miglior bomber di calcio, dove l’artista propone brani di alta qualità pop, contaminati da dance, elettronica e melodia, che fanno il giro del globo. Ma nubi oscure si stanno addensando sulla sua vita.
Nel 2005 il suo tour in Australia viene improvvisamente interrotto: Kylie annuncia di avere un cancro al seno. “Il mio primo istinto – ricorda - fu quello di continuare a fare quello che avevo sempre fatto: lavorare. E quindi volevo proseguire la tournée”. Ma il padre Ron, 65 anni, la convince a cambiare programma: deve operarsi e curarsi.
Sono giorni difficili. “Non mi vedeva nessuno – aggiunge - , non riuscivo ad alzarmi dal letto”. Kylie combatte, è testarda e ottimista, e le nubi oscure lasciano piano piano il posto ai raggi del sole. “Prendo ancora le medicine – dice oggi – e devo riguardarmi, ma il cancro è sconfitto. Non voglio lamentarmi, so che tante donne stanno passando nello stesso inferno, ma la malattia si può vincere. A loro voglio dire: ce la potete fare”.
In quel brutto periodo, Kylie aveva avuto paura di chiudere con la musica. Pensava che i suoi fan si sarebbero dimenticati di lei. Invece, ha ricevuto milioni di affettuose lettere e di e-mail di incoraggiamento. E quando è tornata al lavoro, ha chiesto proprio a loro, attraverso il web, di decidere il titolo del nuovo album. È saltato fuori “X”, uscito alla fine dello scorso anno, decimo disco appunto della sua carriera. “A differenza di un tempo – spiega - , ho inciso le canzoni con tranquillità. È stato un bene. In molte di esse ho potuto mettere le esperienze passate. E ho capito quanto ami questo mestiere, quanto la musica sia importante per me”.
Il decimo capitolo della carriera è volato, ovviamente, subito in alto nelle classifiche e ha inaugurato il primo social network realizzato da un’artista nel campo della musica, ovvero una rete sociale di comunicazione su internet. Si chiama www.kyliekonnect.com e permette ai fan di creare il loro profilo, caricare immagini e blog, e connettersi con altri ammiratori di Kylie in tutto il mondo tramite il telefonino o il computer. Scaricheranno così contenuti di vario genere, come suonerie o canzoni.
Intanto l’artista, dopo aver cantato alla cerimonia di premiazione per la consegna dei Nobel a Oslo, si prepara al tour europeo che prenderà il via a maggio da Parigi. “Sarà bello incontrare il mio pubblico – confessa - . Lo show non deluderà le attese e io mi sento pronta per questa nuova sfida. Adesso, dopo quello che ho passato, sento di avere un’identità ancora più forte di prima”.

CLAUDIO FACCHETTI



Note a margine
Kylie Minogue è nata a Melbourne (Australia) il 28 maggio 1968.
A distanza di vent’anni, l’artista detiene il record come cantante donna più suonata dalle radio del Regno Unito negli ultimi due decenni ed è la quarta in assoluto.
Ha venduto oltre 65 milioni di dischi
Nel 2000 ha cantato nella cerimonia di chiusura dei Giochi Olimpici a Sydney.
Nel 2007 il museo Madame Tussaud di Londra ha realizzato una nuova statua di cera di Kylie, la quarta – da notare che solo la Regina ne ha avute di più.
Ha lanciato anche una linea di profumi, presentata dodici mesi fa, che ha già registrato record di vendite in tutto il mondo. La sua ultima fragranza si chiama “Showtime”.

La discografia
Kylie (’88)
Enjoy yourself (’89)
Rhythm of love (’90)
Let’s get to it (’91)
Greatest hits (’92)
Kylie Minogue (’94)
Impossible princess (’98)
Intimate and live (’98)
Light years (’00)
Fever (’01)
Body language (’03)
Ultimate Kylie (’04)
X (’07)

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©AGOSTINO LONGO
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