Ieri mattina, mentre il latte bolliva sul fuoco, ho sentito un urlo acuto provenire dalla biblioteca, simile a quello della
signora Rimbaud, mia vicina di casa, quando si esercita nella nobile arte del canto. Giunto là dentro di corsa ho trovato tredici libri per terra. "Strano – mi sono detto – ricordavo di aver messo tutto in ordine la sera prima…". Ma appena mi sono chinato per leggere i titoli, mi è quasi venuto un colpo!
Una serie di sfortunati eventi! "Cominciamo bene", ho pensato.
Dopo colazione, ho iniziato a leggerli fino a sera. Come dite? Sono stato super veloce? Ebbene, credo solo che la curiosità mi ha un po’ preso la mano.
Come: aspettate con ansia l’ultimo libro della serie? Nessun problema, è già in libreria! A proposito, se volete conoscere la trama prendete coraggio: infatti, ciò che sto per raccontarvi riguarda "La Fine" della fine di "Una serie di sfortunati eventi".
Il signor Lemony Snicket (Daniel Handler è il suo vero nome), ha trentotto anni. Non molto vecchio, vero? Conosco alcuni elfi, miei vicini di casa, che sono molto giovani: uno ha quattrocentoventi anni e un altro solo duecento in più. Come vedete, dunque, il signor Snicket è ancora molto giovane.
Al di là di questo, egli ha scritto un ciclo di tredici romanzi sul tragico destino di tre giovani fratelli, i Baudelaire (in ordine cronologico: Violet, la sorella maggiore, Klaus e Sunny, ancora un bebè), rimasti orfani dopo che un misterioso incendio ha ucciso i loro genitori e distrutto l’abitazione.
Di questi romanzi sono stati venduti oltre
cinquantacinque milioni di copie: apre il ciclo della "fortunata" serie "
Un infausto inizio"; seguono poi "
La stanza delle serpi", "
La funesta finestra", "
La sinistra segheria", "
L’atroce accademia", "
L’ascensore ansiogeno", "
Il vile villaggio", "
L’ostile ospedale", "
Il carosello carnivoro", "
La scivolosa scarpata","
L’atro antro" e"
Il penultimo pericolo". Venerdì 13 ottobre 2006 è stato lanciato nel Regno Unito l’ultimo capitolo conclusivo, "
La fine", e tradotto in Italiano solo l’anno scorso.
Come si conclude la storia?
Se volete conoscere la sfortunata fine de... "La fine" basta leggerla e trarne delle conclusioni. Se la storia ha un lieto fine o meno… lascio a voi scoprirlo. Per quanto mi riguarda, ho l’onore di fornirvi solo una breve introduzione.
Dunque, c’erano una volta ne "La Fine" di "Una serie di sfortunati eventi" i medesimi fratelli Baudelaire contro il loro arcinemico, il
Conte Olaf, che attraccarono con la barca su un isolotto apparentemente deserto. Da dove venivano? Leggete "Il penultimo pericolo" e lo scoprirete da soli!
Al contrario di quel che pensavano i Baudelaire, l’isola era abitata da una piccola colonia di uomini. C’erano anche dei bambini, e fra questi la piccola Venerdì fu la prima a stringere amicizia con i fratelli. Vi sorprende che una bambina si chiami "Venerdì"? Vi stupite di cose ormai… naturali! Per esempio, anche la figlia minore della Famiglia Addams, Mercoledì, aveva per nome un giorno della settimana. Ma la piccola Venerdì non aveva quel nome per caso: nell’immaginario collettivo, infatti, il venerdì è un giorno sfortunato. Ma torniamo ai piccoli "Robinson".
Per fortuna (se di fortuna possiamo parlare!) la piccola Venerdì conobbe le scortesie del Conte Olaf e decise di non invitarlo a conoscere gli uomini dell’isola. Pensate anche voi quel che penso anch’io? Sì, Olaf si autoproclamò Re dell’isola!
Intanto, Violet, Klaus e Sunny conobbero il Facilitatore dell’isola,
Ismaele, che brindò alla loro salute con del cordiale al cocco. Durante il rito di benvenuto, sull’isola approdano i resti dell’Hotel Climax distrutto dall’incendio, in mezzo ai quali
Kit Snicket e la Vipera Incredibilmente Letale. Per saperne di più su questi personaggi vi raccomando di leggere i volumi precedenti.
Allora, il Conte Olaf si travestì da Kit Snicket per ingannare i coloni dell’isola, ma non vi riuscì perché quelli non vi cascarono. Anzi, questa furbata gli procurò non pochi problemi: fu imprigionato e a causa sua furono cacciati la vera Kit Snicket e i fratelli Baudelaire. Questa "cacciata" dei tre giovani è il cuore della storia. Perché?
Il Conte Olaf li scongiura perché lo liberino in cambio di tutta quanta la verità riguardo i loro genitori e il tragico incendio che li ha uccisi. La verità tanto misteriosa e ignota ai fratelli, appesa a un filo. Accettare o lasciar perdere? Voi cosa avreste deciso di fare? Probabilmente quel che decisero i Baudelaire, oppure no. Questo lascio a voi scoprirlo, così come la vera fine della storia. Non spetta a me, infatti, svelare la fine de "La fine".
È assai curioso che i romanzi di Lemony Snicket sono
tredici in tutto e ciascuno è composto da tredici capitoli. L’uscita del "La fine" nel Regno Unito, come già detto sopra, è avvenuta
venerdì 13 ottobre2006. Perché tutti questi tredici? Cari lettori, secondo gli
anglosassoni il numero 13 è sfortunato. Lo stesso Handler, autore dei libri, afferma: "I miei romanzi affrontano temi come il pericolo e l’abbandono, cose che i bambini ponderano di notte prima di andare a dormire. Il mondo reale è un luogo caotico e pieno di problemi, e questo i bambini ormai lo sanno. Certo è, però, che i fratelli Baudelaire si aiutano a vicenda, non si scoraggiano di fronte alla numerose avversità".
Se avete letto tutti i libri di "Una serie di sfortunati eventi" sapete bene che i fratelli Baudelaire affrontano ogni incidente non solo con l’aiuto dell’intelligenza, ma anche grazie al soccorso di amici che hanno messo la loro stessa vita in pericolo.
E voi, cosa pensate della sfortuna? Credete che esista davvero, oppure è solo un’erronea interpretazione degli avvenimenti? E in questi romanzi, cosa, secondo voi, l’Autore ha voluto esprimere trattando i temi del periocolo, dell’abbandono, della sfortuna, della libertà di ciascun uomo e dell’inganno incarnato dal Conte Olaf?
Ogni vostra riflessione – ne sono più che certo – aiuterà i Baudelaire e noi tutti a guardare avanti con speranza e una buona dose di coraggio. Solo così scopriremo che in ogni avversità non ci sarà "La fine" a concludere, ma "L’inizio" d’ogni nostro successo.
© Antonio Carriero - Mondo Erre