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Sei un mito… o quasi!

Hai mai sognato di volare come Peter Pan? Ti piacerebbe incontrare il Principe Azzurro o Cenerentola ? Trovi che sia più emozionante arrampicarsi sui muri come l’Uomo Ragno o sfiorare le cime dei grattacieli con il pugno chiuso come fa Superman? È meglio la bacchetta magica di Harry Potter o la lampmitiada di Aladino?
 
Ci sono personaggi che hanno influenzato la nostra vita senza mai essere esistiti. Un esercito di figure inventate - uscite dai libri, dai film, dalla tv e persino dalla pubblicità - capaci di modificare la storia dell’umanità più di certi generali, pensatori e rivoluzionari che ingombrano le piazze con i loro monumenti, soprattutto per la gioia dei piccioni.
 
I miti sono molto di più che sogni e utopie. Spiegano i valori culturali e sociali di un popolo, sono capaci di esprimere le aspirazioni di un’epoca, elevandosi a simbolo. Spesso determinano i nostri comportamenti, perché diventano modelli che esercitano una grande forza di attrazione. Così da essere considerati punti di riferimento.
 

Un cowboy e il Grande Fratello

Qualche tempo fa, negli Stati Uniti, è uscito un libro che s’intitola I 101 personaggi che più hanno influenzato la storia senza essere mai esistiti. Tre gli autori: Allan Lazar, professore di medicina alla Columbia University; Dan Karlan, programmatore di computer del Mit di Boston; e Jeremy Salter, ingegnere. Gli autori non si sono limitati ad elencare i personaggi fantastici più popolari, ma li hanno collocati in classifica, con quale criterio non si sa.
 
Quando poi è stato tradotto in Italia (per "Nuovi Mondi") il libro ha mostrato la preponderanza dei miti d’Oltremanica. Una "americanata", insomma. Ma se mettere al primo posto il Marlboro Man, il cowboy inventato dall’azienda americana del tabacco negli anni Cinquanta per promuovere la vendita di sigarette dandole una falsa aura di vita salubre all’aperto, e relegare Ulisse al 24° può offendere i cultori di classici e rivelare una certa parzialità dei ricercatori, l’idea che l’immaginario possa modificare gli eventi è indiscutibile.
 
Non importa se la realtà rivela, talvolta tragicamente, l’assurdità del mito: quel giovanotto con il cappello calato sugli occhi truci e la sigaretta perennemente incollata alle labbra, continuò ad ammiccare dai manifesti anche dopo la sua morte, avvenuta per cancro ai polmoni.
 
mitiIl mito - avvertono gli antropologi - è qualcosa che non è mai esistito, ma che esisterà per sempre. Poi si può discutere se davvero Marlboro Man sia stato più influente del Grande Fratello che lo segue nella classifica dei tre autori americani. Il dittatore onnipotente che tutto controlla, protagonista del capolavoro di George Orwell 1984, è un incubo che si è impadronito del discorso collettivo e si è realmente incarnato in molte presunte democrazie, per diventare infine un inguardabile spettacolo televisivo.
 
Al terzo posto, Re Artù, una delle più importanti figure della mitologia britannica (per alcuni studiosi è esistito veramente). In quarta posizione Santa Claus, il nonno con la barba candida che porta i regali ai bambini; e in quinta Amleto, l’inquieto principe di Danimarca uscito dalla penna di William Shakespeare, diventato simbolo del sentimento di vendetta.
 

Non prendiamoli troppo sul serio

Nessuno può negare l’influenza culturale sull’umanità dell’Occidente avuta dal grande drammaturgo inglese, che infatti piazza nei primi dieci anche Romeo e Giulietta, i fidanzati più popolari del mondo. Sono al nono posto, preceduti da Frankenstein e Sherlock Holmes. Nulla da eccepire sul mostro creato da Mary Shelley: è la storia sempre attuale dello scienziato che vuole superare i confini dell’umano per "rubare il fuoco" della creazione divina e si avvia inesorabilmente verso l’autodistruzione.
 
Oggi il gigante costruito in laboratorio continua ad avanzare sulle sue gambe traballanti: avanza ogni giorno nelle polemiche accese sui cibi geneticamente modificati e nelle ipotesi di manipolazione sugli embrioni. Ma perché il detective, pignolo e snob, creato da Arthur Conan Doyle e non un altro investigatore altrettanto famoso, come il sornione Maigret di Georges Simenon?
 
Topolino, al 18esimo posto, è superato da Don Chisciotte, probabilmente a ragione. Il personaggio di Cervantes è il prototipo dell’uomo ingenuo e buono che vuole imporre il suo ideale di onore e giustizia, al di sopra delle bassezze della vita quotidiana e si ostina a combattere contro i mulini a vento. "Donchisciottesco" è certo più radicato nel nostro modo di giudicare e di comportarci di quanto non sia "topolinesco".
 
Ma perché citare il Principe Azzurro e Cenerentola, oggi che le ragazze preferiscono una laurea e un buon posto di lavoro piuttosto che essere portate via in groppa a un cavallo bianco, e dimenticare il cinematografico Forrest Gump o due eroi dei fumetti come l’Uomo Ragno e Charlie Brown?
 
Ognuno di noi potrebbe compilare una lista di personaggi inesistenti che hanno influenzato la propria vita. La classifica è inevitabilmente arbitraria. Questo libro, del resto, non vuole essere un testo universitario, ma una semplice curiosità. mitiTutt’al più, una provocazione spiritosa. L’idea non è quella di stabilire che Robin Hood (12° posto) è stato più importante di Arsenio Lupin (ignorato), ma di dimostrare che l’immaginario e il reale spesso si sovrappongono e si intrecciano. Bisogna imparare a districarsi. Perché l’influenza, positiva o negativa, di queste creature irreali non sia troppo reale.
 
In ogni caso, non è facile liberarsi di loro. Pensate a Rocambole, l’audace ladro nell’opulenta Parigi del Secondo Impero: un mondo sepolto, dimenticato. Ma nessuno riuscirà a liberarci dell’aggettivo che ci è rimasto: "rocambolesco". Dovrebbe significare una successione di fatti così mozzafiato che la fragile fantasia umana stenta a immaginare. Però ormai lo usano anche i cronisti sportivi, per un gol insolito.
 
E pensate a Robinson Crusoe,(22esimo) al quale dobbiamo, anche per colpa dell’autore Daniel Defoe, l’epidemia di naufraghi abbandonati nelle squallide isole dei reality televisivi.
 
©Mondo Erre - Romeo Repetto
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Nilus
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©AGOSTINO LONGO
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