È vestita completamente di nero quando arriva per l’incontro. Sembra una lettera “i” scritta con una penna antica di piuma, con il puntino biondo dei capelli raccolti sulla nuca. È simpatica e professionale, e non potrebbe essere altrimenti. A dispetto dei suoi 18 anni, Hilary Duff bazzica da tempo l’ambiente dello spettacolo, esattamente da quando quattordicenne si è imposta prima al pubblico americano poi a quello di mezzo mondo con la serie televisiva “Lizzie McGuire”.
Ha intrapreso così la carriera di attrice, sia in tv che al cinema, arrivando in breve al top delle preferenze tra il pubblico dei teen ager. Per non farsi mancare nulla, nel 2003 si è buttata nella musica con l’album “Metamorphosis”, che ha subito agguantato il primo posto nelle chart americane e in molti altri Paesi. Impresa che ha ripetuto con il successivo “Hilary Duff” e ora con la sua terza fatica, “Most wanted”. Quest’ultimo, però, è solo parzialmente una novità: è infatti una specie di raccolta che riunisce i brani migliori dei precedenti dischi con l’aggiunta di tre inediti. Tutto sotto il segno del pop, talvolta caricato da spruzzate rockeggianti.
L’INTERVISTA
D. Come mai hai pubblicato un’antologia avendo alle spalle solo due album?
R. Vorrei precisare che questo disco non è una raccolta di successi, come di solito accade con le antologie, ma ripropone invece una serie di canzoni che ritengo significative nella mia carriera. Inoltre, pressata dalla preparazione del tour che stavo per effettuare, ho avuto a disposizione solo due settimane per lavorare in studio. In questo breve spazio di tempo, sono nate le tre canzoni inedite e i remix di un paio di pezzi. E visto che la tournée si sarebbe intitolata “Most wanted” (Le più desiderate), ho deciso di mettere i miei pezzi preferiti nell’album.
D. Nel disco si trovano brani pop, dance, rock. Qual è oggi il tuo vero volto musicale?
R. Mi sento una cantante pop, genere che ben si adatta al timbro della mia voce. Mi piace molto però anche il rock ed è per questo che in alcuni pezzi ci sono passaggi più energici, con le chitarre in primo piano. In ogni caso, non c’è mai nulla di calcolato, cerco sempre di essere me stessa quando faccio musica.
D. Il singolo scelto è l’inedita “Wake up”. Cosa hai voluto dire con questa canzone?
R. Nella vita di ciascuno, anche se si è ricchi o famosi, si trova sempre della negatività. Con questa canzone, ho voluto dire che voglio cercare di vivere la mia esistenza facendo tesoro di ciò che accade intorno a me, base per trasformare in positivi quei momenti negativi.
D. Cosa ti ha spinto a passare dal piccolo schermo alle sette note?
R. Ho sempre aspirato a fare la cantante, anche perché ho una sorella più grande di me che fa questo mestiere. Ricordo che stavo ancora girando le ultime puntate di “Lizzie McGuire” quando ho deciso di giocare la carta delle sette note. C’era molta curiosità intorno a me e molti, sbagliando, pensavano che avrei tradotto in canzoni il mondo di Lizzie. Tutto questo ha comunque concentrato l’attenzione sul mio lavoro nella musica, che ha poi preso forma concreta con l’incontro con il mio produttore: in quel momento ho capito di essere stata accettata anche come cantante.
“SONO ME STESSA CON LE CANZONI”
D. Ti senti più attrice o musicista?
R. Anche se mi sento nell’animo un’attrice, in questo momento mi considero più musicista, anche perché mi sto imbarcando in un tour mondiale che durerà oltre due mesi. Quindi dovrò abituarmi a stare lontana da casa, a salire sul palco ogni sera. Comunque, ho intenzione di seguire entrambe le carriere.
D. In questo doppio ruolo, riesci a esprimere meglio le tue emozioni in una canzone o recitando una parte in un film?
R. Sicuramente in una canzone. La musica è il mezzo che mi permette di essere me stessa, in cui prendono forma le cose che mi colpiscono e mi emozionano. Chi ascolta i miei brani può seguire i cambiamenti che avvengono nella mia vita, problemi compresi. Come attrice, preferisco interpretare dei ruoli che non corrispondano alla mia personalità perché è in quel caso che si esprime la creatività, dando un’anima a personaggi completamente diversi da se stessi.
D. Il prossimo anno uscirà un film, “Material girls”, che interpreti con tua sorella Haylie. Cosa hai provato a lavorare accanto a lei e qual è la trama della pellicola?
R. È stato molto bello passare un po’ di tempo insieme ad Haylie, visto che i nostri impegni ci tengono sovente lontane. Abitavamo nello stesso camper, facevamo gli identici orari, per cui siamo riuscite finalmente a condividere un po’ di giorni tra di noi. Lei ha un grande talento e non vedo l’ora che venga apprezzata da un pubblico più numeroso. Per quanto riguarda il film, è una commedia con al centro due ragazze molto ricche a cui accadono una serie di simpatiche avventure.
CLAUDIO FACCHETTI
