È gentile e sorridente, Simon Webbe, e ha proprio l’aria di chi non se la tira per niente. Forse, al contrario di tanti colleghi, ha capito quale fortuna ha avuto nel diventare una star della musica. Nel suo caso, la sorte benigna gli ha fatto incontrare i Blue, la boyband più osannata degli ultimi anni. Un’avventura splendida, per ora archiviata, che gli ha permesso però di mettere le basi per il suo esordio da solista, “Sanctuary”, un album convincente e ben confezionato di pop moderno.
Quale indirizzo hai voluto dare al disco?
Ho cercato di unire la passione per la soul music con le atmosfere acustiche, lasciando un po’ da parte l’hip hop e il rhythm and blues, i generi con cui sono cresciuto. Probabilmente, avrò sorpreso qualcuno, ma mi pare sia scaturito un suono originale, adatto per rilassarsi dopo una giornata stressante. È un album che vuole trasmettere grande serenità.
Come ti sei trovato a lavorare da solo?
È stata una sfida stimolante. I Blue mi hanno dato tanto e probabilmente non riuscirò ad ottenere gli identici risultati del gruppo in termini di popolarità, ma sono felice lo stesso per quanto fatto. In questo disco, emerge il mio vero volto e ho spremuto ogni mia energia per realizzarlo come desideravo.
Quali sono i contenuti del lavoro?
Le canzoni descrivono la vita di tutti i giorni, con l’intrecciarsi delle relazioni tra persone: l’amore, l’amicizia, gli incontri, la famiglia, anche le insoddisfazioni che ti costringono talvolta a vivere in una realtà che non ti sei scelto… E l’ho intitolato “Sanctuary” perché desideravo che il pubblico si sentisse un po’ come a casa sua, e in pace con se stessi.
“No worries” è il secondo singolo tratto dall’album.
Cosa hai voluto dire con questa canzone?
In giro ci sono tanti brani che descrivono situazioni tristi, in cui si parla di depressione… Io ho voluto scrivere un pezzo per le persone che si sentono giù di corda, per dire loro che la vita non è poi così brutta perché intorno ci sono tante cose positive, come la famiglia o gli amici.
Ti tieni in contatto con gli altri Blue e qual è il loro parere sul tuo disco?
Ci sentiamo sovente fra di noi e sia Duncan che Anthony hanno apprezzato il mio lavoro. Il parere di Lee, invece, non sono ancora riuscito a saperlo.
Ti è piaciuto il suo disco solo?
Moltissimo. Lee potrebbe cantare qualsiasi cosa, ha una voce straordinaria e un gran talento.
È vero che presto ti vedremo anche sul grande schermo?
Sì, il cinema mi affascina parecchio e non mi sono lasciato sfuggire l’occasione di girare due film. Il primo sta per uscire in Inghilterra, s’intitola “The truth about love” ed è una commedia romantica con Jennifer Love Hewitt. L’altro è “Rollin’ with the nines”, un poliziesco che arriverà sugli schermi prossimamente. Sono state delle belle esperienze, in cui ho avuto modo di imparare tantissimo nella recitazione.
Pensi di continuare con il cinema?
Mi piacerebbe. È da cinque anni che lavoro su una sceneggiatura per un film dell’orrore con protagonisti dei vampiri e forse ora si trasformerà in realtà. Comunque, questa occupazione è come una specie di hobby, mi diverte molto, ma la musica rimane al centro della miei progetti.
I tuoi piani futuri?
Solo Dio li conosce, Lui mi guiderà come ha fatto finora. Per adesso, posso solo dirti che mi sento molto fortunato. Fin da ragazzo, ho sempre pensato che avrei fatto un lavoro speciale, ma arrivare a un simile traguardo era fuori da qualsiasi previsione. Anche questo disco non era in programma, sono rimasto sorpreso quando mi hanno dato l’opportunità di inciderlo. Mi sembra un sogno.
CLAUDIO FACCHETTI