C’è qualcosa di… incredibile nella vita dei Thema e quel “qualcosa” è il loro primo album, intitolato appunto Incredibile e lanciato dal singolo Il nostro giorno. Le 12 canzoni che lo compongono affrontano i sentimenti raccontati nella loro duplicità, quindi l’amore come gioia ma anche come delusione, la felicità di gustare a pieno la vita senza lasciare niente al caso, il pensiero che corre alle persone che ci mancano ma anche a quelle che ci sono vicine.
Incredibile, insomma, è un po’ come la vita di tutti e, in particolare, come la vita di questi ragazzi che nell’ultimo anno è stata stravolta. Thomas Moschen, Stefano

Parmigiani, Mattia Missaglia e Luca Ferrara si sono classificati terzi al Festival Show Giovani 2017 e quindi hanno potuto suonare
all’Arena di Verona, si sono esibiti alla finale 2017 di Deejay On Stage (un evento dell’omonima radio dedicato alla scoperta dei nuovi talenti della musica italiana), e sono stati tra i finalisti di Area Sanremo arrivando a un passo dalla partecipazione al Festival. Che il talento lo abbiano è chiaro, ma chi sono e cosa raccontano nelle loro canzoni i Thema?
L’intervista
Quattro ragazzi, una band: come vi siete conosciuti?
Arriviamo da esperienze diverse. Una sera abbiamo visto Thomas suonare in un locale, ci è piaciuto, ci siamo parlati e abbiamo capito di avere la stessa visione della musica. Dopo un po’ di tempo, al gruppo si è unito Stefano.
Incredibile è il titolo del vostro album e della canzone omonima. Quali significati racchiude?
Le nostre emozioni. Siamo orgogliosi di quello che siamo riusciti a fare, pur consapevoli che non abbiamo ancora realizzato nulla. Siamo al primo disco ma abbiamo suonato all’Arena di Verona e partecipato a contest importanti, esperienze che ci hanno dato una carica pazzesca e fatto vivere un anno incredibile. Però il titolo che abbiamo scelto per il disco non si riferisce solo a noi Thema, ma anche a chi ascolta le nostre canzoni e che trova nelle piccole (e grandi) cose della vita qualcosa di incredibile.
Avete optato per il brano Il nostro giorno come primo singolo, e non per Incredibile. Come mai?
Perché Il nostro giorno è la canzone più positiva del disco. Il tuo giorno arriva quando meno te lo aspetti. Due anni fa non avremmo potuto immaginare che oggi saremmo stati qui, con il nostro album tra le mani. La ruota gira, le cose cambiano: si può vivere un anno incredibile, ed è l’augurio che facciamo a tutti.
Com’è nato questo disco e come ci avete lavorato?
Dalle prime idee abbozzate ci abbiamo impiegato circa un anno. Volevamo realizzare

un disco molto vario, come in effetti pensiamo che sia, in cui chi lo ascolta non si annoi mai. Ci abbiamo messo cambi di ritmo, dei pezzi più rock alternati alle ballad. Crediamo di aver fatto un lavoro di qualità, siamo contrari a inserire più canzoni nei dischi solo per il gusto di averne tante.
L’attuale tendenza del pubblico è ascoltare playlist personalizzate, dove si pescano artisti uno diverso dall’altro. Voi invece siete andati controcorrente, realizzando un album…
Ci tenevamo a realizzare un album, era il nostro obiettivo anche se è vero che oggi la musica si ascolta in maniera molto spezzettata. Però è anche vero che Incredibile è il risultato di quello che ci è venuto spontaneamente, senza forzature.
Le canzoni sono autobiografiche?
Per la maggior parte, arricchite da qualche tocco di fantasia. Non esploriamo il sociale con le nostre melodie e i nostri testi, affrontiamo situazioni in cui tutti ci possiamo riconoscere. Non è una scelta, ci viene spontaneo comporre queste cose: se Thomas scrive un testo (è lui che se ne occupa) è perché l’ha vissuto.
La vostra musica porta messaggi positivi.
Senza dubbio. L’unica cosa a cui pensiamo è di non essere pesanti quando uniamo testo e musica. Siamo leggeri ma non superficiali. Ci piace pensare che il nostro sia

un disco da viaggio, che scorre via.
Voi arrivate dalla classica gavetta: avete mai considerato la strada dei talent?
Sì, sono semplicemente due strade diverse. Dipende anche dalle occasioni che ti capitano, ognuno fa il suo percorso ma alla fine la meta per tutti è il palco. Lì devi dimostrare qualità.
Grazie ad Area Sanremo siete arrivati a un passo dalla partecipazione all’ultimo Festival: ci riproverete?
Certo, riproveremo e prima o poi contiamo di farcela.
Un consiglio a chi vuole fare musica?
Sul palco sali tu, cantare ti mette a nudo: se non sei vero, si vede. Non fare quello che vogliono gli altri ma fai quello che ti fa felice, perché lo ami, non per la fama o i soldi.