Copiare in classe
Ciao, ho 13 anni e ti scrivo perché a scuola sono stata protagonista di un episodio che mi ha amareggiato. Durante un compito in classe di matematica, sono stata beccata mentre passavo la soluzione a una mia amica in difficoltà. La prof ha punito la mia compagna in modo severo e mi ha richiamato, dicendomi di non farlo mai più. Non lo trovo giusto. In fondo, aiutavo solo una mia compagna che non era riuscita a prepararsi a dovere. Infatti, di solito è sempre studiosa. Forse un po’ di severità in meno non avrebbe guastato. Ho torto a pensarla così? Scusa lo sfogo.
Linda
Cara Linda,
mamma mia, questi prof dal cuore di ghiaccio! Una vicina di banco raccoglie l’S.O.S dell’amica in crisi e la soccorre come una crocerossina e si beccano rispettivamente il cartellino rosso e giallo! Dove sta l’infrazione e perché tanta severità? La tua insegnante non ha applicato una regola ma semplicemente il buon senso.
Tu, di per sé, non hai fatto nulla di male. La tua amica, invece, è stata imprudente: non avrebbe dovuto chiederti una mano. Che senso avrebbe avuto, infatti, intascare un bel voto che non era farina del suo sacco? Non sarebbe giusto né per lei e neppure per gli altri studenti che hanno fatto la loro bella fatica a prepararsi per la prova in classe. Se avesse fatto finta di niente, la tua prof sarebbe stata semplicemente ingiusta nei confronti della tua amica e dei tuoi compagni. La “lezione” dovrebbe servire all’amica “di solito studiosa” (e quindi pronta a recuperare il voto) ad essere anche più attenta e a tutti per capire che ognuno deve fare affidamento solo sulle proprie forze. Non credi?
Mi manca solo un ragazzo
Sono una ragazza di 16 anni, frequento la parrocchia e i gruppi giovanili, tutti mi considerano "una brava ragazza", seria, che va bene a scuola, dolce, sono solo un po’ troppo timida e spesso insicura. Ho la fortuna di avere dei veri amici e una famiglia che mi è vicina e che mi sostiene nelle mie scelte. Non mi manca niente. Solo... un ragazzo.
Mi sento un po’ stupida a scrivere una cosa del genere, ma ci sono dei momenti in cui sento davvero bisogno di un affetto e di un amore diversi da quello che mi donano famigliari e amici. Ho bisogno di un ragazzo con cui poter condividere tutto, che mi stringa tra le braccia e mi faccia sentire amata... Sono sempre stata una romantica, anche troppo a volte, e spesso mi illudo ancora che il principe azzurro esista... E poi continuo a pensare al fatto che non ho mai avuto un ragazzo, né una storia "seria", né una semplice "avventura"...
Ho sempre pensato che l\'amore è qualcosa di grande, di importante, che richiede impegno, maturità... Per questo non ho mai capito come fanno certe ragazze a passare da uno all\'altro con estrema leggerezza. Ora però mi ritrovo quasi ad "invidiarle". Insomma, 16 anni e mai un bacio... Mi chiedo cosa c\'è di sbagliato in me, cosa mi fa apparire "non desiderabile", diciamo... Non so neanche più cosa pensare di me stessa: mi consideravo, in qualche modo, superiore a pensieri del genere. Ma mi riscopro così, preoccupata, sempre più insicura, e anche un po’ triste, in fondo.
Hai qualche consiglio per me? Un enorme grazie in anticipo, anche solo per aver letto queste mie righe confuse.
Chicca
Chicca cara,
che c’è di “sbagliato” in te? Nulla, proprio nulla. Anzi. Hai solo un “difetto”: quello di essere una ragazza sensibile e seria, impegnata in parrocchia e non svampita e vuota come tante altre tue coetanee. Una come te non attira certo sciami di ragazzi che vanno a caccia solo di apparenza, del look, dell’esteriorità. Le qualità che hai in dotazione vanno sempre meno di moda sul mercato. Ma, fidati, sono le uniche che possono garantire un legame bello, simpatico e non troppo passeggero, come quello che interpretano tanti giovani che si prendono e si lasciano in un batter d’occhio.
Con il cuore non si scherza e con il vero amore la fretta non serve. A che serve collezionare baci come in una raccolta di figurine se poi la vita va da un’altra parte? Per costruire “una storia che meriti” bisogna avere nella testa e nell’anima le convinzioni che hai tu. Per cui, tranquilla. Prima o poi, un ragazzo capirà che i tuoi “difetti” sono, invece, delle qualità preziose, rare, ma indispensabili per impostare e realizzare una vita di coppia. Allora, a invidiarti, saranno le tue amiche. Parola di Rosy!
Voglio fare la doppiatrice
Leggo Mondo Erre da ormai molti anni ma solo ora mi sono decisa a scriverti. Ho 16 anni e studio lingue straniere. Ho due passioni: i libri e il cinema. Mi piace leggere a voce alta e doppiare i vari personaggi. Quando a scuola si tratta di leggere qualche brano sono sempre la prima a candidarmi. La mia prof di italiano mi ha detto che so dare il giusto tono agli stati d\'animo dei personaggi, e ciò mi ha incoraggiato ad avvicinarmi alla carriera del doppiatore delle voci nei film. Mi ricordo che tempo fa avevate pubblicato l\'articolo di un ragazzino che di mestiere fa appunto il doppiatore così speravo di ottenere da voi ottimi consigli sull\'argomento.
Mi sono confidata anche con mia mamma, ma purtroppo lei mi ha detto che non è così facile come può sembrare e che non serve solo saper esprimere con la voce le varie emozioni dei personaggi. Tu cosa ne pensi? Sai dirmi che caratteristiche deve avere un buon doppiatore? E in questo caso a chi posso rivolgermi?
Grazie in anticipo per la tua risposta! Ciao!
Barbara
Cara Barbara,
tua mamma non ha tutti i torti: non è facile sfondare nel mondo dei doppiatori. Oltre alla passione nel dare voce agli stati d’animo, occorrono alcune doti fondamentali: il timbro di voce, la pronuncia giusta delle lettere e delle parole, una buona respirazione e tanto allenamento, qualità che si acquistano frequentando una scuola di dizione (presente quasi in tutte le principali città). Intanto potresti allenarti ascoltando i migliori cronisti della radio oppure seguendo un corso da autodidatta. Potresti farti aiutare da un prezioso fascicolo con l’audiocassetta dal titolo “Il lettore. Corso pratico di dizione e lettura in pubblico”. Lo puoi richiedere all’editrice Elledici (www.elledici.org) e nelle principali librerie cattoliche.
Mitici Finley
Innanzitutto volevo farti i complimenti per la tua rubrica. Da un po\' di tempo sono diventata una fan dei mitici Finley. Puoi dirmi tutto quello che sai su di loro? Magari metti anche una loro foto? Grazie mille!!!
Ary
Cara Ary,
volentieri. I Finley si formano a Legnano (MI) nel 2000 dall’incontro tra Ka (chitarra) e Dani (batteria) con Pedro (voce) e Ste (basso). Si mettono presto in evidenza tra concerti nei pub e concorsi e vengono notati da Claudio Cecchetto, noto dee-jay e produttore.
Nel 2005 pubblicano un primo singolo, Tutto è possibile, versione italiano di un loro pezzo già eseguito in inglese, Make up your own mind, diventato colonna sonora di uno spot tv. Piace il loro punk-pop e fanno il botto definitivo quest’anno con l’album, intitolato anch’esso Tutto è possibile. Un lavoro dalla lunga vita in classifica, supportato anche dal duetto con il rapper Mondo Marcio nella canzone Dentro alla scatola.
Una curiosità: il nome della band deriva da quello di un giocatore di basket della NBA, Michael Finley, ma è stato scelto solo per la sua musicalità.
