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UN'AMICA IN REDAZIONE

Bentornati dalle vacanze. Spero abbiate passato una buona estate e fatto quel pieno di energia necessario per affrontare una nuova stagione… scolastica e di vita. Come sempre, sono qui, pronta a tenervi un po’ di compagnia con qualche consiglio che, mi auguro, apprezziate. Un mondo a due velocità Ho 14 anni e sono rimasta meravigliata, leggendo la Buona Notizia dello scorso numero, nello spazio “Riparliamone”, dello squilibrio che esiste tra Paesi ricchi e poveri e quanto poco basterebbe per migliorare le cose. Penso alle tante malattie, da noi già curabili, che potrebbero essere sconfitte con un po’ di buona volontà. Non che ignorassi il problema, ma leggere quelle cifre mi ha davvero fatto pensare. Cosa possiamo fare noi, però, per cambiare questa situazione? Erica, Pisa Carissima Erica, in effetti, quelle cifre, nemmeno complete, gelano l’animo. Sono la punta di un iceberg che il sole della solidarietà stenta purtroppo a far sciogliere. Ma quel sole, che esiste, non si spegne mai, grazie ai suoi tanti raggi: missionari, operatori sociali, volontari, sacerdoti, gente di buona volontà, ecc. La loro azione fornisce energia concreta ai tanti problemi del pianeta. Non è, però, ancora sufficiente. Occorre altro, cosa però? Mi è difficile rispondere, se non invocando soluzioni generiche, che passano inevitabilmente nelle decisioni di chi guida i Paesi sviluppati e che coinvolgono diversi livelli: l’economia, la politica, le risorse e così via. Trovare un nuovo assetto mondiale che riequilibri il pianeta non è compito facile. In gioco, oltre tutto, ci sono colossali interessi, meccanismi difficili da fermare o da modificare. Certo fa riflettere che le tre persone più ricche del mondo hanno un patrimonio maggiore alla somma del prodotto nazionale lordo di tutti i Paesi a sviluppo minimo con oltre 600.000.000 di abitanti. Forse possiamo incominciare a fare qualcosa di buono semplicemente guardando vicino a noi: in parrocchia o nel quartiere ci saranno associazioni o gruppi di persone che si occupano di chi attraversa delle difficoltà. Offrirgli un aiuto e mantenere l’impegno è già un bel gesto. Magari provando anche a rinunciare al superfluo che circonda la nostra società. I cambiamenti avvengono anche con i piccoli passi. Manga di peso Ho 14 anni e sono appassionata di cartoon giapponesi e manga. Oltre a seguirli ogni giorno in tv e a comprare fumetti, scrivo anche storie on line che sono chiamate fanfiction. Questa passione mi ha portato a conoscere ragazzi/e italiani e stranieri che condividono il mio hobby, permettendomi di esercitarmi con l’inglese e lo spagnolo, lingue che studio. Fino a poco tempo fa tenevo nascosta questa passione, poi mio fratello ha sparso la voce e la mia vita è diventata un inferno. Tutte le persone che conosco mi prendono in giro perché, secondo loro, questi fumetti sono per bambini. Inoltre, vanno aggiunti gli insulti che ricevo per la mia corporatura abbastanza robusta e le insinuazioni per i miei voti, che sono i migliori della classe. Ogni scusa è buona per prendermi in giro pesantemente e anche se ho implorato i compagni di smetterla, loro continuano e mi fanno soffrire. Sto pensando di cambiare scuola, anche se mi trovo bene con i prof e con gli alunni delle altre classi, e di chiedere consiglio e aiuto alla professoressa che più stimo per cercare di risolvere questo problema Phalborg ’90 Carissima Phalborg, andiamo con ordine. Non dare ascolto a chi critica la tua passione per i fumetti: non è vero che è “roba da bambini”. Altrimenti non si spiegherebbero le centinaia di mostre e manifestazioni dedicate ai personaggi che “parlano con le nuvolette” e i milioni di appassionati e collezionisti che li seguono. Non solo: nel fumetto c’è arte. Si rintraccia soprattutto nelle tavole disegnate, ma anche nei soggetti e nella scrittura. Non lo dico io, ma fior di esperti. Quindi non c’è nulla di cui vergognarsi nel seguirli. A non tutti piacciono, ma non vedo il motivo per criticarli frettolosamente o deridere chi li apprezza. Nel tuo caso, poi, questa passione ti ha permesso di stringere amicizia con altri tuoi coetanei, cosa sempre positiva, e di “allenarti” nella pratica delle lingue, altrettanto importante. Anche la questione del peso, benché ti faccia soffrire, non devi viverla in modo esasperato. Hai delle risorse su cui contare per reagire alle prese in giro dei tuoi compagni: l’intelligenza (che ti permette di primeggiare a scuola) e la sensibilità. Mi sorprende che, nella tua classe, non ci sia nessuno che apprezzi queste tue qualità, al contrario degli altri tuoi “compagni” di scuola con cui dici di non avere problemi. Meglio, allora, cambiare classe, piuttosto che scuola, dopo aver spiegato il disagio che vivi alla prof. Una domanda, però: i tuoi genitori cosa dicono? Ne hai parlato con loro? Sono certa che, raccontando loro cosa provi, non mancheranno di intervenire per risolvere la questione. Amore e razzismo Mi sono innamorata di un ragazzo colombiano, conosciuto in un campo estivo, e credo sia il mio primo grande amore. Però i miei genitori non sono d’accordo perché dicono che una coppia “mista” non è lecita. Perché? I miei sono razzisti? Dicono che è l’età a dare loro fastidio: io ho 12 anni, lui 18, ma non credo che sia per questo. In realtà, non credono al vero amore e penso che siano razzisti. Aiutami! Roberta Cara Roberta, forse ti deluderò, ma non sono d’accordo con te. Non penso che i tuoi genitori siano razzisti: alla base delle loro critiche ci sono alcune preoccupazioni non del tutto campate in aria. La loro esperienza gli suggerisce di andare cauti quando c’è di mezzo uno straniero, e non per motivi di razzismo: modi di pensare e di affrontare la vita, molte volte, sono così diversi da non conciliarsi con i nostri. Non volendo la tua infelicità, cercano di farti capire che, dietro le dichiarazioni d’amore, anche sincere, potresti andare incontro a dei grossi rischi e vogliono metterti sull’avviso. Inoltre, cosa ben più importante, la disparità di età. Sei anni di differenza, in questa fase della vita, sono importanti, per quanto tu possa essere matura. È naturale che un genitore osservi criticamente la tua storia, proprio perché il “vero amore”, come lo definisci tu, sa su quali basi va costruito. E ti assicuro che sono basi completamente diverse da quelle che vedi tu in questo momento, con gli occhi ottenebrati dall’aver scoperto il “primo amore”. Radcliffe, Bloom & co. Sono una fan scatenata di Daniel Radcliffe, Orlando Bloom ed Elijah Wood. Mi potresti parlare un po’ della loro vita? Esmeralda Carissima Esmeralda, la tua lista di richiesta informazioni è un po’ lunga, e il mio spazio troppo breve per poterti accontentare in modo esauriente. Non ti lascio, però, a bocca asciutta. Allora: per Radcliffe, oltre a questo numero della rivista, ti rimando al n. 4 dove ho risposto a un’altra fan. Per Bloom (nella foto), è comparso un lungo articolo sul n. 1 di quest’anno. Per Wood, invece, eccoti qualche breve cenno. È nato il 28 gennaio 1981 a Cedar Rapids, Iowa. Vive a Santa Monica (California), a casa di sua madre. Pesa circa 70 kg, è alto 168 cm. Possiede due cani, Rascal e Levonne. Hobbies: fotografia, andare sui rollerblade, giocare a hockey, cantare, nuotare, leggere, collezionare i gadget di Star Wars. Libri preferiti: Lo Hobbit di Tolkien, Il gobbo di Notre Dame di Hugo. Attrici e attori preferiti: Emma Thompson, Cate Blanchett, Tim Roth, Sir Ian McKellen. Porta le lenti a contatto, per la vista. IN BREVE Frequento la prima media e mi piace una ragazza di seconda, ma non so come dirglielo: come faccio? Roberto In America, sembra vada molto di moda affittare un aereo con striscione appeso alla sua coda con su scritto un pensierino gentile. Lo si fa poi sorvolare dalle parti dell’abitazione della ragazza, sperando alzi gli occhi al cielo. Ho l’impressione, però, che sia un po’ costoso. Meglio allora utilizzare vecchi sistemi. Tipo fartela prima presentare da qualche amico comune, per poi scambiare con lei quattro parole per scoprire qualche hobby da condividere insieme. Ti sarà così più facile stabilire con lei un contatto e capire se prova interesse per te. A scanso di delusioni.
Nilus
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©AGOSTINO LONGO
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