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Una Formula per due

Stessa macchina, stessi meccanici, stesse opportunità, stesso tipo di assistenza: la Ferrari abolisce le gerarchie. Nel Mondiale di Formula Uno che va a cominciare Kimi Raikkonen e Felipe Massa partiranno alla pari: sarà l’esito del campionato a stabilire chi sarà la prima guida e chi invece il secondo pilota. Non era mai accaduto, nella lunga storia della “Rossa”, e la scelta non ha mancato di suscitare leciti dubbi. Basterebbe ricordare le liti furiose che hanno caratterizzato nella passata stagione i rapporti sempre più tesi, in casa Mc Laren, tra Hamilton e Alonso.
Non è stata, assicurano in Ferrari, una decisione avventata. Prima di tutto perché Raikkonen e Massa hanno già offerto nel corso dell’ultimo Mondiale ampie dimostrazioni di lealtà reciproca; in secondo luogo perché la “Rossa” potrebbe trarre ampio giovamento proprio da questo indecifrabile (per gli avversari) gioco di squadra.
Mentre il mondo della Formula Uno appare sempre più omologato, con tattiche che appaiono già in partenza di facile lettura, la Ferrari punta tutto sulla imprevedibilità. Sarà la pista, naturalmente, a fornire le risposte più attendibili e tuttavia, se valutiamo gli esiti dei test cui i piloti si sono sottoposti, l’incertezza regna già sovrana. Un esempio? Nella prima prova ufficiale (una vera e propria simulazione del Gran Premio) Raikkonen ha battuto il record della pista del Bahrain facendo segnare uno strepitoso 1’30”595 salvo farselo soffiare subito dopo da Massa, velocissimo in una doppia sequenza da 1’30”316 e 1’30”239.
Leadership assegnata? Niente affatto: ecco Raikkonen salire sulla monoposto e chiudere il giro in un formidabile 1’30”015. Gerarchie nuovamente azzerate e obiettivi dichiarati: la “Ferrari” punterà al bis mondiale, con i due piloti già in pole position anche nei giudizi dei maggiori critici.
“L’obiettivo di chi ha appena vinto un Mondiale – ammette Kimi con molta onestà - non può essere che uno: rivincerlo. Voglio partire fortissimo e lo stesso discorso vale per Felipe. Le decisioni su chi dovrà essere il leader verranno prese soltanto dopo i primi Gran Premi: in Ferrari certe situazioni vengono sempre gestite al meglio, lo abbiamo dimostrato lo scorso anno in Brasile quando abbiamo vinto il Mondiale proprio sul filo del rasoio”.

Rivalità e rispetto
Come è ormai sua abitudine Kimi passerà in Finlandia la settimana di riposo che viene tradizionalmente concessa ai piloti prima del carosello iridato. “Passerò un po’ di tempo con gli amici – dice - e mi dedicherò al mio passatempo preferito: guidare la motoslitta sulle piste ghiacciate. Certe traiettorie si memorizzano proprio così, non a caso i piloti finlandesi sono tra i migliori al mondo nei rally”.
A differenza della passata stagione, che lo ha visto inizialmente in difficoltà, Kimi avrà il vantaggio di conoscere molto meglio sia l’ambiente di Maranello che la macchina. “Avrò a disposizione una monoposto migliore ma sono migliorate nel frattempo anche le mie capacità di guida. I rivali? Spero che a battagliare con me sia proprio Felipe: sarebbe bellissimo giocarsi il titolo in un testa a testa nell’ultimo Gran Premio. Dovremo guardarci da Hamilton, naturalmente, e anche da Kovalainen, che lo affiancherà alla guida della McLaren. È veloce anche Alonso, ma molto dipenderà dalla Renault: i test invernali non sono indicativi, bisognerà attendere le prime gare per avere un’idea chiara su chi potrà essere davvero protagonista”.
Felipe Massa è convinto di poter trarre il massimo vantaggio dalle nuove regole: le nuove monoposto, con soluzioni elettroniche molto meno sviluppate, dovrebbero favorire in partenza proprio i piloti più preparati tecnicamente. “C’è chi parla di rivoluzione – osserva - ma io non sono d’accordo. Si deve imparare, semplicemente, a guidare in modo più dolce. Se sei troppo aggressivo rischi di distruggere le gomme. Le partenze, poi, saranno più…umane. Fino alla scorso anno a fare la differenza erano gli ingegneri, adesso toccherà ai piloti far vedere di che pasta sono fatti. La nuova Ferrari, per me, è come una figlia: dovrò farla crescere, seguirla passo dopo passo per farla diventare grande”.
Qualcuno, in maniera provocatoria, cerca di attizzare la rivalità con Raikkonen ma Felipe, invece di offrire la solita risposta diplomatica, accetta la sfida. “Non mi sento il gregario di nessuno –dice - e se in Ferrari hanno deciso di farci correre alla pari è perché hanno riconosciuto al cento per cento ciò che di buono ho combinato lo scorso anno. Se avrò la chance di vincere il titolo la squadra farà di tutto per aiutarmi. La nostra forza è sempre stata il gruppo”.
Il gregariato, in realtà, Felipe lo ha vissuto al fianco di Michael Schumacher maturando una esperienza straordinaria e meritandosi la stima di tutto l’ambiente di Maranello. “Un pilota come Schumi – dice - rimane per tutti un punto di riferimento. Il mio orgoglio è quello di aver corso accanto al Mito senza farmi stritolare. Un paragone con Kimi? Impossibile. Sono troppo diversi sia nel carattere che nella guida”.
I rivali da battere? “Hamilton ha fatto cose straordinarie per un debuttante: sempre veloce, sempre affidabile, come se avesse un computer nel cervello. Credo che abbia maturato una voglia matta di rivincite: non ho ancora capito come abbia fatto a non andare a punti nelle ultime due gare, ha perso un Mondiale in maniera davvero incredibile”.
Quella che prenderà il via sarà la prima stagione senza Jean Todt, un personaggio che ha fatto la storia della “Ferrari”. È proprio Luca di Montezemolo, tuttavia, a garantire per il nuovo numero uno, Stefano Domenicali. “La sua promozione – dice - completa il rinnovamento cominciato con il ritiro di Schumacher. Domenicali non è un tecnico ma un esperto di tutto, mi ricorda la mia giovinezza, quando Enzo Ferrari mi chiamò a Maranello dandomi gli stessi incarichi e le stesse responsabilità”.
L’obiettivo della Ferrari, naturalmente, è sempre il solito, e Montezemolo non si nasconde. “Siamo condannati a trionfare – dice - anche perché restare ai massimi livelli non è soltanto una sfida ma un obbligo morale. Negli ultimi 9 anni abbiamo vinto ben 7 titoli iridati ma per fare cifra tonda dovremo dimostrare soprattutto umiltà: la concorrenza è terribile, in campo scende il meglio dell’automobilismo mondiale. L’appagamento, in Formula Uno, non esiste: la squadra della Ferrari ha la stessa mentalità del 2000, quando da 21 anni non ci riusciva l’impresa di salire sul tetto del mondo.
Abbiamo la fortuna di possedere due tra i migliori piloti in assoluto, favoriti a mio giudizio anche dalle nuove regole che riportano l’uomo, e non le centraline elettroniche, al centro della scena. A Raikkonen dico di continuare a parlare poco e a vincere; a Massa dico che non ho mai avuto dubbi sul suo valore. Siamo fortissimi e tra poco, quando lascerò definitivamente Confindustria, tornerò anch’io in Ferrari con un solo grande desiderio: quello di rendere il marchio internazionale, con negozi del Cavallino in tutti i Paesi del mondo”.

ADALBERTO SCEMMA

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