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Un’amica in redazione

 

Triste e sola

Fra due giorni è il mio compleanno ma, invece di essere felice, sono triste e stanca. Triste di non ottenere mai, nemmeno per una volta ciò che desidererei, stanca di aspettare che avvenga, che la mia monotona, lenta vita cambi un po’.
 
Ho 13 anni, ma in confronto a tutti gli altri miei compagni di classe mi sento piccola. Tutte le ragazze della mia classe sono state fidanzate almeno una volta, oppure quelle poche che non lo sono state mai, qualcuno glielo ha chiesto...
 
Io mi sento triste, nessuno ha mai dimostrato segno di apprezzarmi. Le prime volte ho detto che prima o poi verrà il momento, ma ora non ne sono più così tristesicura. Per un anno e mezzo mi è piaciuto sempre lo stesso ragazzo, negli ultimi tempi ho stretto con lui un’amicizia abbastanza grande ma, quando una delle mie amiche le ha detto che mi piaceva, ha cominciato ad evitarmi.
 
Negli ultimi tempi abbiamo ricominciato ad essere come prima, ma ormai ci ho rinunciato, sono stata male troppe volte per lui; ho trattenuto persino le lacrime, ogni volta abbracciava e salutava tutte tranne me e io rimanevo lì impalata, cercando di sorridere quando invece stavo scoppiando.
 
Beh, ora sto cercando di convincermi che non mi piace più, ma ho paura che non riuscirò mai ad avere un ragazzo. Pochi giorni fa ad una mia amica è cominciato a piacere un ragazzo che poi ha scoperto che ricambiava il sentimento. Due giorni e già quasi si erano messi insieme e io, in quasi due anni, non sono riuscita ad avere nemmeno un abbraccio.
 
Non sono brutta, anzi penso di essere abbastanza carina, altezza media, magra, una ragazza normale. L’unico mio “difetto” è che vado bene a scuola e tutti mi considerano una secchiona... Il fatto è che io non lo sono, odio lo studio, la scuola, fare i compiti tanto quanto loro, ma come faccio a farglielo capire...
 
Nessuno sembra capire cosa sento veramente... Chiedere di essere voluta, di provare nuove emozioni è così difficile? Non  penso… Perfino una ragazza bruttissima, cicciona, ha avuto il ragazzo e si è già baciata con qualcuno. E allora io che cosa ho che non va?
Disperata ’97
 
Cara Disperata,
leggendo la tua lettera mi è venuta in mente una pentola a pressione con la valvola di sfogo bloccata, sul fuoco acceso al massimo. È chiaro che stai per esplodere!
 
Le cose da fare al più presto sono due. Anzitutto cerca di sbloccare la valvola di sfogo. Scommetto che ti tieni tutto dentro e non vuoi che gli altri (genitori, amici, insegnanti…) se ne accorgano. Credi che in te ci sia qualcosa che non va, ma ti chiudi e non rispondi alle domande dei tuoi che non ti capiscono più e sono insopportabili con le loro domande sempre uguali…
 
Non tenerti tutto dentro, ma parlane, butta fuori quello che provi, non lasciare che si accumuli la rabbia, la depressione, la solitudine. Un giorno esploderà con effetti devastanti che spaventeranno anche te.
 
Ci sono tanti modi per sfogarsi in modo sano, ma più interessi hai, oltre allo studio che non devi abbandonare in nessun modo (non è quello che ti rende antipatica), più “distrazioni sane” coltivi e meglio starai. Danza, sport, informatica, impegno per gli altri, lettura… ci sono mille cose che puoi fare durante il giorno per non continuare a pensare ad una sola cosa.
 
E veniamo al secondo punto, perché se la pentola resta sul fuoco, continuerà a ribollire fino a finire l’acqua, e ti troverai con una pentola vuota. Purtroppo viviamo in una società “ad alta temperatura”, ipersessualizzata e precoce.
 
Siamo continuamente provocati da messaggi di natura sessuale, in modo diretto o molto spesso in modo subdolo e nascosto, che ci fanno credere che il divertimento venga prima di tutto, che la cosa più importante sia baciare qualcuno, che per essere normali si deve aver avuto almeno un ragazzo, meglio due o tre.
 
Forse persino in classe le tue compagne si vantano delle loro conquiste e ti fanno sembrare l’unica che non ce la farà mai. Tutto sembra senza futuro, ma non è così: sei in quella fantastica età in cui non sei più bambina e non sei ancora donna, e tante cose sono destinate a cambiare.
 
Non è la facilità della conquista, ma la difficoltà dell’impresa che rende gloriosa una vittoria. Per conquistare una vita adulta sana ed equilibrata non ci sono scorciatoie e non basta scimmiottare gli errori degli adulti visti in un film fatto per incassare soldi.
 
Per questo ti dico di abbassare con coraggio la fiamma sotto la pentola. Quando avrai baciato il primo che ti fa battere un po’ il cuoricino e subito dopo scoprirai che è banale e superficiale come tutti gli altri, e questo ti farà soffrire ancora di più, come reagirai?
 
Tredici anni sono l’età giusta per decidere cosa cerchi nella vita, come imposterai il tuo futuro, quali valori terrai sempre dentro di te. Chi brucia le tappe si ritrova con un pugno di cenere in mano. Ti prego: non bruciare il tuo cuore.
 
 

Un amico che svanisce

Volevo chiederti un consiglio: sono una ragazza di 13 anni e frequento la Seconda media. Per tutte le elementari, sono stata molto amica di S, ma dall’anno scorso mi sono accorta che mi tratta male e quest’anno ne sono certa (tramite delle mie amiche) che non gli sto più simpatica.
 
Ci sono rimasta male perché lo consideravo il mio migliore amico. Poi tra poco ci sarà la sua festa di compleanno e non mi ha invitata! Penso che non sia tutto finito, ma non so come fare anche perché non ho il coraggio di rivolgergli la parola per paura di offenderlo dicendo qualcosa di sbagliato! Che cosa devo fare? Grazie in anticipo
Dimenticata
 
Cara Dimenticata,
quello che sto per dirti, forse, all’inizio ti farà soffrire, ma in poco tempo ti porterà la pace. C’è un proverbio che dice: “Né amico riconciliato, né minestra due volte riscaldata”. Purtroppo alle elementari c’erano le premesse per un’amicizia bella e duratura, ma nonostante le tue attenzioni, lui si è sempre più allontanato, fino a farti soffrire così tanto. Basta.
 
Non pensare di riscaldare una minestra che non mangerai mai. Finiresti col perdere la fiducia nell’amicizia per colpa di uno che l’ha tradita. Smettila di fissare gli occhi su di lui e ricordati che il vero amico è quello che arriva quando gli altri se ne vanno.
 

Un saluto alle amiche

Per prima cosa volevo farti i complimenti per la tua meravigliosa e stupenda rubrica! Volevo chiederti se potresti pubblicare questo messaggio per tutte le mie amiche a cui voglio un mondo di bene:
 
“Ciao a tutte! Volevo solo dirvi che per me siete davvero uniche, siete parte della mia vita (insieme alla famiglia e ai parenti ovviamente). Vi voglio tanto, tanto bene e spero che insieme possiamo ridere, piangere, divertirci e passare dei bellissimi momenti! da Aurelia”.
 
Grazie in anticipo e un saluto a tutti i lettori di Mondo Erre.
Aurelia ’98
 
Carissima Aurelia,
pubblico volentieri questo messaggio in cui dici alle tue amiche quanto vuoi loro bene. Mi hai fatto ricordare le mie amiche del cuore, le risate e le pazzie, le canzoni urlate a squarciagola e le confidenze sussurrate piano perché neanche i genitori sentissero, che con loro la parola noia non è mai esistita, e bastava uno sguardo per capirsi o un abbraccio per consolarsi.
 
Alcune sono ancora una parte importante della mia vita, altre non le ho viste più, con una ho litigato, perché ha scelto strade che io non approvavo, e mi faceva soffrire pensare che inesorabilmente ci saremmo separate. Una mi ha tradito. Non me lo sarei mai aspettato e ho ancora la cicatrice nel cuore. Ma se avessi avuto paura di soffrire, forse non sarei mai cresciuta veramente.
Tanti auguri a te, alle tue amiche e a tutti coloro che ogni giorno sperimentano quanto è bello e importante avere degli amici.
 

Per far parte della Protezione Civile

Innanzitutto complimenti per la tua rubrica, che leggo sempre con grande entusiasmo appena arriva a casa Mondo Erre...
 
Ho 15 anni, e in seguito al terremoto dell’Aquila, volendo aiutare le popolazioni in difficoltà, mi è venuta l’idea di entrare a far parte della protezione civile... Volevo chiederti qualche informazione a riguardo: per esempio quanti anni bisogna avere e dove recarsi per iscriversi. Grazie in anticipo.
Campi 95, Bologna
 
Cara Campi,
è proprio bello voler far parte della Protezione civile, coltivando in sé il desiderio di protaiutare chi ha bisogno nelle grandi e piccole calamità della vita. Certo per essere impiegati in situazioni di emergenza e pericolo occorre essere maggiorenni, ma non darti ancora per sconfitta. Infatti puoi ancora seguire alcune strade per coltivare questo tuo sogno.
 
Appena compi i 16 anni, con il nulla osta scritto dai tuoi genitori che ti autorizzano, puoi iscriverti al Gruppo comunale di volontari del tuo Comune di residenza (DPREG 07.10.2009 n. 0279/pres.). Trovi tutte le informazioni all’URP, l’ufficio Relazioni con il Pubblico che di solito ha sede in Comune. Così potrai partecipare alle riunioni, conoscere l’attività del gruppo e lo spirito che lo anima, partecipare agli addestramenti di base obbligatori. A 18 anni si diventa subito operativi.
 
Altrimenti potresti entrare a far parte di una delle Associazioni di volontariato iscritte all’Elenco regionale delle Organizzazioni di volontariato di protezione civile. Ce ne sono di tutti i tipi, dagli Scout ai subacquei, dai cinofili ai radioamatori. Tutti coltivano le proprie abilità, attitudini e aspirazioni e sono pronti ad intervenire in situazione di emergenza. Trovi questo elenco su internet e all’URP della tua città.
 
E comunque non ti preoccupare se hai solo 15 anni. Puoi fare del bene comunque, anche senza andare lontano. Guardati intorno: qualcuno ha bisogno di te.
 

Un gruppo da cui stare alla larga

Complimenti per la rubrica, che leggo sempre per prima. Inoltre, prima di esporre il mio problema, vorrei esprimere la mia solidarietà a Isa che ha scritto nel numero nel n. 3 di Mondo Erre di essere presa in giro dai suoi compagni per le sue origini albanesi.
 
Arriviamo al sodo: quando esco con i miei compagni all’inizio facciamo una passeggiata tranquilla ma ad un certo punto vogliono andare a sparare petardi per infastidire i barboni che si trovano nel centro storico. Io dico loro che sbagliano e mi dispiace per quelle povere persone, però loro dicono che sono un fifone (in realtà un po’ di paura ce l’ho). Così, per allontanarmi, mi invento che mia madre mi sta aspettando in piazza. Come faccio a farli smettere? Grazie in anticipo.
Davide 98
 
Caro Davide,
che cosa hai in comune con questi teppisti? Non mi racconti di ragazzate innocenti, ma di veri atti criminali di cui bisogna davvero aver paura. Stanne alla larga più che puoi. Sembrano amici, ma se dovesse capitare qualcosa, non si faranno problemi a scaricare le colpe su di te. Succede sempre così: i più scaltri la passano liscia, e i buoni come te ci lasciano le penne.
 
La prima cosa che puoi tentare è far riflettere i più sensibili su quanto sia inutile e grave ammazzare la noia seguendo le trovate squallide di un piccolo capoccia di periferia. Tu non sei un pauroso. Il vero coraggio è saper dire: «No, io non ci sto».
 
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Per scrivere a Rosy: Elledici – Mondo Erre – Cara Rosy
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