Ma davvero vince chi copia?
La prestigiosa rivista
Science rivela che spesso conviene servirsi dei
risultati degli altri. Come dire che i copioni vincono. Uno scherzo? No, si tratta di una ricerca seria sull’apprendimento sociale finanziata dall’Unione europea e condotta da 10 professori universitari, inglesi, svedesi e italiani.
![copioni](http://www.mondoerre.it/download/mr_8_010/tn_conti_8_010_copione.jpg)
Fatico a districarmi nei grafici di cui sono fitte le pagine del servizio giornalistico: argomento ostico, per intenditori. Tutto comincia con un gioco. Davanti a 100 leve di una immaginaria slot-machine, qual è la strategia migliore per vincere, avendo a disposizione 50 mosse? Per “mossa” s’intende tirare una leva, oppure sbirciare il vicino che manovra la sua.
Ci si aspettava che i giocatori (100 gruppi di studenti e docenti reclutati via Internet) preferissero un comportamento sperimentale e cioè muovessero qualche leva a caso, per poi concentrarsi su quelle che danno il premio. E invece la stragrande maggioranza ha scelto la “strategia parassitaria”, ossia ha copiato le mosse vincenti degli altri. E così ha vinto di più.
I ricercatori assicurano che il copione vada un po’ riabilitato, però deve saper copiare bene, dai compagni giusti e al momento giusto. Ammettono, comunque, che sono gli innovatori (sacrificando il profitto individuale) a far avanzare la conoscenza e il benessere generale. A me pare che, talvolta, si possa anche replicare il successo altrui. Ma quando ti trovi solo e non sai dove copiare?
Tempi duri per Biancaneve
Gli spagnoli hanno dichiarato guerra a Biancaneve, a Cenerentola e anche alla Bella Addormentata. Non ci crederete, con tutti i guai seri che sta attraversando in questo periodo
la Spagna, eppure il ministero dell’Uguaglianza e il sindacato degli insegnanti hanno lanciato una campagna
per abolire le favole. Il motivo? Sarebbero sessiste e maschiliste, ostacolerebbero l’uguaglianza e il rispetto tra
![favole](http://www.mondoerre.it/download/mr_8_010/tn_conti_8_010_favole.jpg)
ragazze e ragazzi, questi ultimi sempre troppo “machos”.
Un opuscolo, distribuito nelle scuole medie, dà il ben servito a Charles Perrault e ai fratelli Grimm, proponendo una favola aggiornata sulle pari opportunità. S’intitola La principessa differente e ha per protagonista Alba Aurora, ragazza che sa arrampicarsi sulle vette più impervie. Un principe vanesio si offre di liberarla dal mago malvagio e lei subito ribatte: “Il mago non esiste e se esistesse lo prenderei a calci io stessa”. Umiliato nel suo ruolo, il re sta per andarsene, ma Aurora gli propone di visitare insieme la Muraglia cinese. La coppia parte in motocicletta, ovviamente guidata da lei. Si presume che vivranno felici e contenti.
Ora, a parte l’insulsaggine del racconto, mi domando: le ragazze di oggi sognano ancora il principe azzurro? Mi pare proprio di no. Per le più leggerine il cavaliere salvatore è un provino che apra la porta della tv. Per le più solide, la maggioranza, il sogno è ancora un titolo di studio da conquistare, un lavoro appassionante, una bella famiglia da formare. Biancaneve s’è svegliata e non da oggi.
Harry Potter bravo studente
L’Harry Potter italiano si chiama
Luca Bono, abita a Torino, ha 17 anni. Studente modello del liceo scientifico Vincenzo Monti di Chieri (Torino), si
![mago](http://www.mondoerre.it/download/mr_8_010/tn_conti_8_010_mago.jpg)
è laureato campione nazionale di magia a Saint Vincent, durante il
Masters of Magic che ha riunito il gotha dei nostri maghi.
Luca è un talento straordinario: allievo di Arturo Brachetti, ha appreso tutti i segreti della magia in soli 4 anni. È considerato l’enfant prodige dell’illusionismo. Il titolo l’ha vinto con un’esibizione di 4 minuti, mettendo assieme elementi teatrali ed esercizi di manipolazione con carte, palline e cambi d’abiti.
Anche la giuria (tutti nostri maghi più celebri, da Silvan a Binarelli) è rimasta sbalordita. Intanto Luca, mentre continua a studiare, spera in un futuro di mago. "Provarci non costa nulla, visto i buoni risultati".
CARLO CONTI RISPONDE
Ma le carote non abbronzano
Un mio compagno di scuola è tornato dalle vacanze nero come il carbone. Dice che sono state
le carote ad abbronzarlo così. Ne ha mangiate tante e il sole ha fatto il resto. Possibile? Tu che – basta guardarti - devi essere un esperto di abbronzatura, cosa ne pensi? Grazie.
Lucrezia L., Moncalieri (TO)
Cara Lucrezia,
le scorpacciate di carote non favoriscono l’abbronzatura, che è una reazione di difesa del nostro corpo. Quando ci si espone al sole, le cellule dello strato più profondo dell’epidermide producono la melanina, un pigmento scuro che sale in superficie e protegge dai raggi ultravioletti. E fin qui, contrariamente a quanto molti ritengono, le carote non hanno alcun ruolo.
Il betacarotene (contenuto, oltre che nelle carote, in prezzemolo, pomodori, spinaci, albicocche, meloni e banane) è però utile per mantenere sana la pelle. Serve, infatti, a contrastare l’azione ossidante dei radicali liberi (prodotti assieme alla melanina) che accelera l’invecchiamento della cute.
©Mondo Erre - Carlo Conti