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Un’amica in redazione

 

Tra due gruppi

Ciao! Mi chiamo Eliana e ho 12 anni. Comincio subito col farti i complimenti per la tua originale rubrica!
 
Volevo chiederti un consiglio: a scuola sono entrata in un club di mie amiche, ma poi nel corso dell’anno le amicizie sono cambiate e così un altro gruppo mi ha chiesto se volevo andare nel loro. Il “Gruppo 1” mi ha guardata un po’ storta per paura che andassi a dire i loro segreti al “Gruppo 2”. Tuttavia siamo ancora amiche e mi hanno lasciata entrare nel 2.
 
Ora però sembra quasi che mi nascondano qualcosa e, sebbene ho provato a parlare loro, non mi hanno dato retta! A me dispiace perché, volendo essere amica di tutti, non trovo giusto che le amicizie si formino soltanto all’interno di un gruppo. Puoi rispondermi per favore? Grazie mille!!!
Féline 98
 
Cara Féline,
Vedi, l’amicizia non è avere la tessera di un club. Le vere amicizie si costruiscono lentamente tra fiducia e fedeltà, si nutrono di complicità e di schiettezza, sono un dono da conquistare e da meritare. Un po’ per volta.
 
Tutti abbiamo bisogno di amiche vere, che ti chiamano o ti inviano un sms al momento giusto, con cui condividere tutto, le cose più intime, i segreti più segreti, alle quali dire tutto senza vergognarsi di nulla, davanti alle quali piangere oppure a ridere, che sanno tirar su di morale, dire sempre la verità anche se dolorosa.
 
Cerca le amiche vere, quelle che solo attraverso la loro presenza ti renderanno speciale ogni giorno, saranno una parte fondamentale della tua vita, del tuo cuore, della tua anima ed impegnati ad essere sempre un’amica eccezionale e stupenda, capace di leggere nel pensiero senza fare domande, entrando in punta di piedi per esserci sempre e comunque, come per magia, al momento giusto.
 

Aspettando il colpo di fulmine

Per prima cosa vorrei farti i miei complimenti per la tua fantastica rubrica... anche a me piacerebbe averne una!
 
Comunque ti ho scritto perché ho un problema: sono innamorata di un ragazzo che ha 5 anni in più di me e non so come fare per attirare la sua attenzione.
Non lo vedo molto spesso, anzi piuttosto raramente alle feste, e noto che mi fulmineguarda ogni tanto; però vorrei sapere se quando mi guarda, prova quello che provo io o no. Ogni volta che lo vedo passo le settimane seguenti a pensarlo e a sognarlo.
 
So che l’età ora è un problema, ma magari fra un paio di anni ci sarà qualche speranza in più... Aiutami, ti prego!
Confusa 96
 
Carissima Confusa,
devo dirti un “no” e un “sì”. No. Quando ti guarda non penso proprio che provi quello che provi tu. Cinque anni di differenza alla tua età sono molti: Esperienze fatte, fallimenti e ferite, gioie e ricordi, studi e amicizie, tutto vi separa. Non può provare i tuoi stessi sentimenti, e se così fosse, dovresti preoccuparti ancor di più, perché vorrebbe dire che a lui cinque anni non son serviti a nulla.
 
Sì. Fra qualche anno le cose potrebbero cambiare. Col tempo le distanze di età, i tempi liberi e gli interessi si avvicinano. Col tempo tu diventerai più bella e meno bambina e lui più vero e maturo. Col tempo si capirà se è stata una cotta tra le tante o se dietro si nascondeva una affinità intensa e sincera.
Col tempo, certo, ma quanto, non mi è dato di sapere.
 

L’appiccicosa

Due mesi fa ho scoperto la tua rubrica e ho ascoltato i tuoi preziosi consigli, infatti poco tempo fa mi sono fidanzata! Però ciò non significa che io non abbia problemi. Infatti, ho delle discussioni con una mia compagna che ha un carattere insopportabile.
 
È appiccicosa, sa solo criticare, è lecchina, si vanta quando prende un voto più alto del mio. Quando siamo sole, andiamo d’accordo, però io non sono una ragazza che si isola dal mondo, anzi, chiamo le altre amiche per stare insieme e lei inizia a essere noiosa.
 
Io e le mie amiche abbiamo provato a parlarle, ma lei non ci crede. Ti prego, dammi un consiglio perché non la sopporto più.
Emmina ’97
 
Cara Emmina,
forse la tua compagna sta passando un brutto momento legato proprio alla crescita. Anziché aprirsi a nuove amicizie e divertimenti, ha paura e si aggrappa a ciò che ha già, si chiude a riccio e diventa antipatica. Ma se ti cerca e vuole stare con te vuol dire che ti stima e ha bisogno del tuo aiuto per sbloccarsi un po’. Non farglielo mancare, con dolcezza e decisione.
 
Piuttosto, evita la “terapia di gruppo” parlando insieme alle tue amiche: certo penserebbe che vi state alleando per “farla fuori” e si chiuderebbe ancora di più. Invece chiedi aiuto alle tue amiche per organizzare qualcosa in cui si senta coinvolta e vinca l’isolamento in cui rischia di piombare. Prova ad invitarla, assicurandola che non la lascerai da parte ma anche con la promessa che lei non diventi una cozza o tiri fuori il peggio di sé e vedrai che tutto migliorerà.
 

Se regna l’antipatia

Ciao. Voglio un po’ raccontarti l’andamento del mio gruppo di educatori al catechismo. A me piace molto stare con gli altri e scherzare, ma noto che nel mio gruppo regna un’antipatia reciproca.
 
cateAll’interno del gruppo si formano dei gruppetti (scusa il gioco di parole!) e non collaboriamo mai tutte insieme... Come possiamo fare? Penso che per superare questo problema bisogna soprattutto parlare e dirsi le cose in faccia senza problemi, anche perché, se continuiamo a “odiarci”, non daremo un buon esempio ai bambini. Dammi un consiglio. Grazie mille.
Candida
 
È giusto il tuo invito a parlarsi con sincerità, a dirsi le cose in faccia. L’opposto è parlare alle spalle, ed è terribile: non serve a nulla anzi fa tanto male. Ma c’è un altro aspetto pericoloso che non va sottovalutato: dirsi le cose in faccia non deve voler dire nemmeno rinfacciarsi le cose, con l’odio che cova mai sopito e pronto a scatenarsi a ogni minima occasione. La sincerità, senza stima reciproca e carità cristiana, è più simile a uno schiaffo che a una carezza.
 
I vostri bambini hanno bisogno di una comunità in cui ci si vuol bene e si accorgono subito se siete sinceri o se recitate una lezioncina a cui non credete neppure voi. Coraggio, Candida, sii tu la prima ad amare come Gesù ha detto e a colmare i buchi che odio e antipatia continuamente scavano.
 

La “sfigata” gettonata

Prima di tutto, complimenti per la tua rubrica, è fantastica! Sono una ragazza di 12 anni e nella mia classe non fanno altro che ripetermi che sono una “sfigata” perché vado in chiesa, non bestemmio e dico pochissime parolacce. Ma a differenza degli altri “sfigati” con cui tengono le distanze, vogliono stare con me e in un certo senso si arrabbiano se non lo faccio.
 
Quando siamo in due (io e un altro), sono tutti gentili con me perché io lì sono simpatica, ma quando stiamo insieme, nonostante mi vogliano con loro, non fanno altro che insultarmi.
 
Io ho provato a parlare con loro, ma dicono di sì e dopo 2 giorni ricominciano... Ho anche provato a prendere le distanze da loro, ma io con gli “sfigati” mi annoio e loro sono venuti a cercarmi. Però poi tutto ricomincia di nuovo da capo... Sono disperata, non so più cosa fare!!! Ti prego, aiutami tu. Grazie 1000 in anticipo. Baci
Disperata ’97
 
Cara Disperata ’97,
a volte può sembrare che nel mondo esistano solo due categorie di persone: una schiera di eletti, gli “Strafighi” e gli “Sfigati”. I primi sono belli, ricchi e fashion, e si divertono a prendere in giro chi non è come loro. Dall’altra parte ci sono gli Sfigati.
 
Non si tratta di essere brutti, strani o squattrinati. Certo non aiuta esserlo, ma uno diventa tale nel momento in cui viene preso di mira dagli Strafighi che, se decidono di fare di te il loro zimbello, sei finito. E può succedere a chiunque. Ma la cosa più triste è che stare fuori dal Circolo degli Sfigati significa, sovente, passare dalla parte dei torturatori.
 
Tu non sei così e non lo devi diventare: se non essere “sfigati” vuol dire bestemmiare, dir parolacce e dimenticarsi di Dio, allora resta come sei. È per come sei che gli altri ti cercano. Provano la scorciatoia di farti diventare come loro ed accoglierti nel loro vuoto fracasso, ma hanno la nostalgia di amicizie vere che guardano al cuore e non al look del momento, non alla pettinatura ma a quello che ci sta dentro.
 
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