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I DONI DELLO SPIRITO SANTO SPIEGATI AI RAGAZZI

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UN'AMICA IN REDAZIONE

Un albanese in classe

È arrivato in classe un nuovo compagno dall’Albania. Noi l’abbiamo subito accettato, ma lui continua a prenderci in giro e a disturbare durante tutte le lezioni. Ora la classe non ne può più, ma a lui non interessa. E quando succede qualcosa (e non è colpa nostra) il Preside dà sempre la colpa a noi. Cosa possiamo fare? Abbiamo provato di tutto, ti prego aiutaci.
Classe disperata

Cara “classe di disperati”,
mi immagino la scena: un diavoletto capitato, per sbaglio, in mezzo a tanti angioletti… Che altro potrebbe fare se non recitare la sua parte? Come state facendo voi, che l’avete accolto da bravi ragazzi. Ma lui ne approfitta, combina guai e li addebita sul vostro conto...
Una cosa non mi quadra in questa storia: possibile che i prof siano talmente ciechi da non vedere la realtà? E talmente ingiusti da riferire al Preside una cosa per un\'altra? Con questo non voglio mettere in dubbio la vostra buona fede. Trovo, comunque, strana la situazione e provo a interpretarla. Secondo me i vostri insegnanti stanno usando qualche riguardo in più verso il compagno venuto dall’estero. Facilmente chiudono un occhio per favorirne, con meno traumi possibili, “l’integrazione” in classe. O, forse, vi stanno facendo capire che gradirebbero una maggiore collaborazione da parte vostra.
Se, invece, la situazione, come dite, si sta facendo davvero “disperata”, pregate un insegnante di farsi vostro interprete presso il Preside. Prima di arrivare a questa soluzione, chiedetevi se avete “provato di tutto” per fare amicizia con lui. Non conoscendo la vostra risposta, vi invito ad avere ancora un po’ di pazienza, a coinvolgerlo di più nella vostra vita e ad aiutarlo nei compiti. Sono piccole gocce di miele che addolciranno questa “vespa” nervosetta, più di tanti bottiglioni di aceto che deve sciropparsi da quando è stato strapiantato dalla sua terra ed inserito nella nostra.


Lindsay Lohan forever

Qualche giorno fa ho visto il film Quanto è difficile essere teenager e oltre al film mi è piaciuta la protagonista, Lindsay Lohan. Mi sapresti dire tutto ciò che sai di lei?
Massimiliano ’91

Caro Massimiliano,
Lindsay Morgan Lohan è nata a New York il 2 luglio 1986. È di origine italo-irlandese. Ha iniziato come modella all’età di tre anni, sfilando per sponsorizzare ovviamente abiti per bambini. Ha proseguito la carriera comparendo in numerosi spot pubblicitari per poi finire a recitare in vari film.
Si è fatta notare negli ultimi anni soprattutto nelle pellicole Quel pazzo venerdì, Quant’è difficile essere teenager e Mean girls, che hanno ottenuto buoni incassi soprattutto in America. Per non farsi mancare nulla, ha inciso recentemente anche un album, Speak. Sentiremo ancora parlare di lei: sta girando altri sei film.



Permesso d’uscita

Ho 13anni e, come tutte le ragazze della mia età, mi sento ormai "grande". Molte mie amiche, da un po’ di tempo, vanno in centro da sole e i miei genitori, una volta, mi hanno accordato il permesso per andare con loro. Io sono stata alle regole e sono tornata a casa puntualissima all\'ora stabilita dai miei.
Poco tempo fa ho chiesto se potevo riandarci ma mi hanno negato il permesso perché la ragazza con cui volevo uscire ha il moroso (uno che non conoscono) e, secondo loro, avere il ragazzo a 13 anni non è una gran cosa.
Mi lascerebbero andare con un\'altra mia amica (la mia seconda best friend) che però ha12 anni e, pur avendo solo un anno in meno di me, non le piace ancora andare per negozi e guardare i ragazzi. Io dico sempre tutto ai miei genitori e si fidano di me, ma questa cosa non l\'ho proprio capita!
Un altro problema è quello delle magliettine corte e jeans a vita bassa, che a me piacciono abbastanza al contrario di mamma e papà. Che cosa devo/posso fare? Grazie e ciao.
Daf

Carissima Daf,
stando a quanto scrivi, i tuoi genitori non hanno messo in discussione la fiducia nei tuoi confronti. Non ti vietano di andare in centro, però semplicemente ti consigliano una compagnia diversa perché non condividono il comportamento della tua amica. Sbagliano? Non mi pare. Negandoti il permesso, vogliono proteggerti da un “esempio” che considerano “sbagliato” per la tua età. Temono che tu possa seguire l’esempio della tua amica. Può darsi che non sia così, ma non vogliono correre rischi anche se ti considerano una ragazza con la testa sul collo.
Non è il caso, allora, di spezzare il bel rapporto di fiducia instaurato con loro. In fondo, puoi andare in centro tranquillamente e allora, oltre all’amica “di scorta”, prova ad allargare il giro della tua compagnia, chiedendo a qualcun’altra di formare una simpatica combriccola per girellare in città.
Per quanto riguarda il look, mi colpisce quel tuo “mi piacciono abbastanza”: vuol dire che non ti costa poi molto rinunciarci. Non credo tu vada in giro vestita come una dama dell’Ottocento. Si può essere alla moda senza per forza seguire i trend del momento che, appunto, durano… un momento. Meglio scegliere di essere “originali” in mezzo a tanti cloni.
Insomma, sia in un caso che nell’altro, mi sembra che con un pizzico di buona volontà, puoi accontentare i tuoi genitori senza rinunciare alle tue “piccole” prime libertà.


Un senso alla vita

Ciao, innanzitutto, complimenti per la tua rubrica e per questa bellissima rivista. Io sono una ragazza di 23 anni. Ti scrivo per esporti un problema sperando che tu possa aiutarmi.
In questo momento sto lavorando, ma il mio lavoro non mi piace (sono impiegata in uno studio contabile) e ti spiego il perché. Ogni giorno, dalla mattina alla sera, continuo a pensare che le mie settimane passano inutilmente, tutte uguali, senza lasciarmi niente... ed è a quel punto che nasce in me l\'idea e la profonda convinzione che io voglio vivere bene e pienamente la mia unica vita, e la voglio vivere aiutando gli altri. Ma come?
Vorrei avere la forza di abbandonare tutto e andare nei Paesi poveri, ma tutto quello che ho accanto a me che fine farebbe? Senza contare le delusioni che darei poi ai miei genitori che hanno fatto tanto per me. Non so con chi parlarne. So solo che sento il bisogno di vivere aiutando gli altri, rendendomi utile e non riesco a vivere così "sprecando" le otto ore di lavoro per poi essere sempre al punto di partenza quando torno a casa.
Tu che consiglio mi daresti? Che soluzione potrei attuare? Sarei felice se potessi rispondermi. Grazie, un bacione.
Pamela

Carissima Pamela,
ti rispondo volentieri perché proponi un argomento interessante e delicato che, prima o poi, si presenterà anche ai lettori più giovani di te. Vorrei subito correggere il tono un po’ pessimistico con cui valuti la tua giornata. Posso capire che il lavoro non sia di tuo gradimento (succede a molti, ma vista l’aria che tira è sempre meglio tenerselo stretto). Ma devi ammettere di aver già costruito qualcosa di buono. Altrimenti non ti preoccuperesti troppo dei tuoi genitori e di “tutto quello che hai accanto a te”, come scrivi. È evidente che non c’è il deserto dentro di te e intorno.
Vorresti, però, fare qualcosa di più per gli altri. Ottima idea quella di pensare non solo a se stessi. Per realizzare ciò che hai in testa, devi affrontare una decisione tutt’altro che facile perché cambierà la tua vita e quella degli altri.
Ti suggerisco, allora, la “politica dei piccoli passi”. Incomincia, cioè, a prendere contatto con qualche associazione di volontariato presente nella tua zona. Centrerai due obiettivi. Primo: ti renderai subito utile nel dare una mano per gli altri. Secondo: “conoscerai” l’ambiente e parlerai con persone che hanno già fatto scelte simili, come quella di trasferirsi in altri Paesi (per un periodo più o meno lungo), e potrai meglio valutare gli impegni da affrontare.
Dopo un po’ di rodaggio, avrai qualche elemento in più per realizzare il sogno che stai inseguendo. E vista la sua importanza, sono certa che lo realizzerai.
Nilus
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©AGOSTINO LONGO
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