Tra le lettere di questo numero, vi segnalo in particolare “Sulla via
del male”. Mi riguarda da vicino. “Attacca” senza mezzi termini il mio
modo “immorale” di rispondere. Più che difendermi, cerco di chiarire la
mia posizione e di conoscere anche il vostro parere. Scrivetemi.
PAURA DELLE SUPERIORI
Avvicinandosi il tempo delle superiori in una scuola femminile, temo di essere esclusa dalla classe in quanto sono una ragazza timida ed insicura. Ho gli incubi alla notte pensando ai miei nuovi prof! Ti prego, aiutami a cancellare la paura ed entrare nella scuola felice e serena.
Martina
Cara Martina,
a quest’ora hai già avuto il “battesimo” delle superiori e i miei consigli potrebbero arrivare in ritardo. Ma preferisco rispondere lo stesso perché il problema che ti ha tormentato alla vigilia del nuovo anno scolastico non riguarda solo te e non solo in questo caso.
Questo tipo di “tremarella”, infatti, si presenta a molti ad ogni “cambio” importante della vita. È la paura dell’ignoto, di ciò di cui non si ha esperienza, a popolare di incubo la giornata e perfino il sonno. Si tratta di una reazione naturale soprattutto nelle persone come te che soffrono di timidezza. Qual è, allora, lo stato d’animo migliore per risparmiarsi inutili sofferenze?
Devi predisporti al “nuovo” nella massima serenità, pensando di andare incontro ad esperienze arricchenti. Ad esempio, i prof che ti attendono non sono attori di un film horror nella parte dei “cattivi”, ma protagonisti, insieme a te, di una navigazione avventurosa nel cuore delle materie e di argomenti finora sconosciuti.
Ogni tappa della crescita va vissuta come un’ottima occasione per migliorare il proprio atteggiamento. Permette di tagliare corto con le cose storte vissute in precedenza e di voltare decisamente pagina. Entrando in un ambiente sconosciuto, hai l’occasione di presentarti in maniera diversa, perfino con una sicurezza e una disinvoltura non manifestate prima. Ciò ti favorirà l’amicizia con le compagne e ti farà abbandonare quella timidezza che il più delle volte è dovuta ad una bassa considerazione di se stessi. Loro, non conoscendo il tuo passato e vedendoti spigliata e solare, ti faciliteranno l’inserimento in classe e nel gruppo degli amici.
ATTENTI AI “BULLI”
Sul vostro mensile che leggo molto piacevolmente, parlavate di un fenomeno molto conosciuto in Italia che è il bullismo. Infatti nella mia scuola ci sono molti ragazzi che vogliono essere più grandi e si credono i più forti in assoluto. Queste persone pensano che lo studio sia una perdita di tempo e invece è molto utile. Inoltre minacciano spesso i bambini più piccoli di loro. Se per caso una mia amica fosse sottoposta ad una minaccia, cosa dovrei consigliarle?
Irene, Siena
Carissima Irene,
per i bulli la scuola non è solo un tormento ma un comodo palcoscenico su cui recitare la parte dei forzuti. A conti fatti, oltre che poveri ignoranti, sono dei poveri “spaventapasseri” che fanno paura solo ai più deboli. Peccato: potrebbero impiegare le loro energie sudando sui libri e i quaderni per allenare quel muscolo indispensabile che si chiama cervello, da loro poco utilizzato.
Non bisogna dare spazio a questo genere di studenti: vanno subito isolati. In che modo? Facendo intervenire i genitori e gli insegnanti. Loro sanno trovare le parole giuste e, quando è il caso, i provvedimenti più opportuni per recuperare questi ragazzi allo studio e alla convivenza pacifica con gli altri.
SULLA VIA DEL MALE?
Sono una dodicenne che legge da tanto tempo il tuo giornale. Però non capisco una cosa: questo si presume un giornale cattolico ma… perché spesso ci sono argomenti trattati in modo immorale? Ora ti chiederai quali sono questi argomenti e ti faccio un esempio. Alcune ragazze ti inviano delle lettere che parlano di problemi con il fidanzato e ora tu dirai: che c’è di male? Il male è proprio che queste ragazze si interessano di problemi che non riguardano la loro età.
E tu, nelle risposte, invece di spiegare loro che la vita è una vocazione (chiamata di Dio) e che a quella età bisogna impegnarsi nello studio e nella preghiera per riuscire bene nella vita dicendo “sì” al Signore che ci chiama a camminare sulla sua via, le confondi ulteriormente indicando inutili strategie per conquistare il cosiddetto amico del cuore.
Gradirei da te una spiegazione sul perché delle tue risposte che invece di aiutare le ragazze a comportarsi bene, secondo me le conducono sulla via del male.
Emanuela
Emanuela cara,
grazie per la schiettezza con cui scrivi e per il polverone che sollevi con alcune tue affermazioni dando dell’“immorale” alle mie risposte che “conducono sulla via del male”… Trovo il tuo capo di “accusa” pertinente e opportuno. Mi dà la possibilità di chiarire l’atteggiamento da cui parto per rispondere alla “posta del cuore” dei ragazzi. Senza voler fare l’avvocato di me stessa, devo a te e ai lettori una necessaria puntualizzazione nella speranza di non continuare a “confondere” qualcuno.
Lo troverai strano, ma condivido pienamente il tuo punto di vista. La vita è vocazione e va sostenuta con l’aiuto di Dio cercato nella preghiera. Questo, però, non dispensa dall’impegno personale e dalla soluzione dei singoli problemi. Quale deve essere e come deve esprimersi? Che “strategia” bisogna attuare per affrontare le difficoltà che si presentano? Chi scrive non lo sa e chiede perciò aiuto. Io potrei rispondere sempre e solo come suggerisci tu: prega e vedrai! Ma una volta pregato, quale strada, “tattica” o impegno devo assumere?
È a questo punto che si inseriscono i miei consigli. Se ci fai caso, non sono gli stessi che danno, ad esempio, le riviste “commerciali”. Ma molto, molto diversi. Prova a leggere anche solo una volta ciò che scrivono i loro esperti e ti accorgerai che ad essi non sta a cuore la formazione e la crescita umana e spirituale che propone Mondo Erre anche attraverso questa rubrica. Ma si limitano a consigli terra-terra che rasentano, quelli sì, l’immoralità o la mancanza di qualsiasi riferimento educativo e tanto meno religioso.
È immorale suggerire, come faccio io, ad una ragazza, il cui cuore batte forte per un compagno (a te non è ancora capitato?) di non aver fretta, di non bruciarsi troppo presto, di “studiare” il carattere dell’altro, di non dichiararsi prima del tempo? A me non sembra. Come non credo di essere una che “conduce al male” quando cerco di aprire gli occhi ai ragazzi inesperti della vita e delle conseguenze disastrose che derivano da scelte immature e affrettate. Anche perché, e non ho paura di dichiararlo, sono una che, guarda caso, prende ispirazione proprio da quella fonte inesauribile a cui tu fai riferimento e che è la fede cristiana.
IL “BELLO” DI STAR WARS
Potresti darmi tutte le informazioni possibili, compreso eventuale indirizzo per contattarlo, su Hayden Christensen?
Grazie 1.000!
Kiara
Cara Kiara,
Hayden Christensen è nato il 19 Aprile 1981 a Vancouver (Canada). Entra nel mondo dello spettacolo quasi per caso a soli sette anni, accompagnando sul set di uno spot pubblicitario una delle sue sorelle. Da quel momento appare in numerose pubblicità.
A dodici anni ottiene un ruolo fisso nella soap opera canadese Family Press. Dopo una serie di film tv e un paio apparizioni sul grande schermo si impone al pubblico americano con la fiction Higher Ground e con il film L'ultimo sogno, con cui ottiene la candidatura al Golden Globe come miglior attore non protagonista.
Il successo internazionale arriva quando entra nel cast del secondo e terzo episodio della saga Guerre Stellari interpretando il giovane Anakin Skywalker.
Appassionato di sport, ne pratica molti tra cui il tennis, con cui ha ottenuto una borsa di studio quando frequentava l'università.
