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ZERO ASSOLUTO “SIAMO I BRADIPI DEL POP”

A scuola, dove si sono incontrati, Matteo Maffucci e Thomas De Gasperi avevano di certo una media superiore allo… Zero Assoluto, “nome d’arte” con cui hanno scelto di scalare insieme l’impervio monte dello spettacolo. Nulla, però, al confronto dei risultati ottenuti con le sette note, dove la coppia ha ormai raggiunto il dieci con lode.
Un voto ampiamente meritato, che hanno incominciato a inseguire nel 1999, quando uscì il singolo “Ultimo capodanno”, il primo di una lunga lista che li avrebbe fatti conoscere a un pubblico sempre più numeroso.
Ad aumentare il loro grado di popolarità, oltre alla bontà delle canzoni, ha contribuito anche la trasmissione radiofonica “Suite 102.5”, in onda sull’emittente RTL 102.5 dal 2004, anno in cui pubblicano il primo album, “Scendi”, 40.000 copie vendute.
Un lavoro importante, che prepara agli Zero Assoluto il terreno per l’exploit di quest’anno. Prima la partecipazione a Sanremo con “Svegliarsi la mattina”, che resta in testa alle classifiche per otto settimane consecutive, poi la replica estiva con “Sei parte di me”. Successi che fanno crescere la febbre per l’atteso secondo album, ancora in fase di realizzazione, che dovrebbe uscire entro Natale.
Per saperne di più, Mondo Erre ha raggiunto Matteo per telefono, facendosi raccontare cosa bolle in pentola.


L’intervista


Dove ti sei incontrato con Thomas?

La nostra amicizia è scaturita sui banchi di scuola. A unirci, tra le tante cose, anche una forte passione per la musica. All’inizio, chiaramente, era solo un diversivo dagli impegni scolastici, non c’era l’idea di seguire una carriera precisa nel mondo dello spettacolo. È diventato qualcosa di serio solo più avanti.

Quando?

Certamente nel momento in cui abbiamo inciso il primo singolo, anche se noi, a dire il vero, non abbiamo mai puntato con decisione a quell’obiettivo. Ci piaceva suonare, proporre le nostre canzoni, al di là dei risultati che si potevano ottenere. Difatti, c’è voluto del tempo per mettere fuori la testa, ma l’idea era di fare buona musica, non rincorrere il successo. Siamo stati fortunati: incontri e coincidenze importanti, uniti alla nostra crescita musicale, ci hanno fatti arrivare, oggi, a questo punto.
Oltre a suonare, siete protagonisti di una seguita trasmissione radio. Quanto vi ha aiutato nel “costruire” le vostre canzoni?
Il rapporto quotidiano con il pubblico radiofonico è determinante. È uno sfogo per noi, ma anche una fonte inesauribile di esperienze che, per forza di cose, finisce per influenzare anche la composizione delle canzoni.

In quale modo nascono i vostri brani?
Non saprei cosa dirti perché, grazie a Dio, accade in maniera del tutto spontanea. Di solito, scaturiscono dalle nostre chiacchierate, dall’accenno di una melodia che ci intriga. Allora, cerchiamo di focalizzarla e di svilupparla nel miglior modo possibile, senza fretta. In questo senso, siamo come dei bradipi: ci piace lavorare con assoluta tranquillità.
Forse è per questo che le vostre canzoni, benché semplici, sfuggono alla banalità e risultano curatissime negli arrangiamenti.
In effetti, nei nostri pezzi c’è un lavoro di cesello pazzesco. Siamo dei malati di suoni, andiamo alla ricerca ossessiva delle sonorità più adatte per “colorare” le nostre melodie. E alla lunga, questo nostro metodo di lavoro è diventato cifra stilistica che garantisce riconoscibilità ai nostri brani. È un risultato, questo, che per certi versi mi dà più soddisfazione del successo ottenuto.

I vostri brani risultano tra i più scaricati da internet e nelle suonerie per i telefonini. Ti infastidisce il fenomeno?

No, assolutamente. Certo, essendo un fissato del suono perfetto, non ascolterei mai una canzone tramite un cellulare o con una scarsa qualità audio, ma il mondo va così. È giusto che la gente ascolti un brano come meglio crede e con lo strumento che gli sembra più opportuno. Pensare di arginare il fenomeno è impensabile: la tecnologia avanza. E se i ragazzi hanno piacere di avere per suoneria un nostro pezzo, ben venga.

Ora si aspetta l’album. Quando sarà pronto?
Ci stiamo lavorando. Le canzoni non mancano, l’entusiasmo nemmeno ma, come detto, non andiamo mai di fretta. Vogliamo incidere solo brani in cui crediamo e che ci convincono pienamente. Prova ne sia che dopo Sanremo chiunque, al nostro posto, avrebbe sfruttato l’onda della popolarità pubblicando un album, ma non è il nostro caso. Ancora un po’ di pazienza e arriverà anche il nuovo cd.

CLAUDIO FACCHETTI
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©AGOSTINO LONGO
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