Extra
Formula abbonamento
La Buona Notizia
La Buona Notizia
Spazio scuola
Scarica dai link qui sotto i pdf delle guide ai libri di Valerio Bocci.

LE PARABOLE SPIEGATE AI RAGAZZI

Scarica tutta la guida

I DONI DELLO SPIRITO SANTO SPIEGATI AI RAGAZZI

Introduzione
DONI

LE BEATITUDINI SPIEGATE AI RAGAZZI

Introduzione
BEATITUDINI

10 COMANDAMENTI SPIEGATI AI RAGAZZI
10 COMANDAMENTI

GUIDA ALLA LETTURA DELLE MEMORIE DELL'ORATORIO

Scarica tutta la guida
Guida Memorie

GUIDA ALLA LETTURA DI CHE RAGAZZI!

Scarica tutta la guida
Guida Che ragazzi
chiudi_box
01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 01 02 03 04 05 06 07 08 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10

UN RAGAZZO DAVVERO FORTITUDO

Mondiale di basket a Sapporo, in Giappone. Italia e Stati Uniti si fronteggiano punto a punto, è un duello avvincente con gli azzurri tenuti in partita fino all’ultimo grazie alle magie di Marco Belinelli. Bastano i suoi colpi a canestro, tuttavia, ad agganciare l’attenzione dei grandi club della NBA.
Dopo Andrea Bargnani, prima scelta assoluta in questa stagione, toccherà proprio a lui tentare l’avventura in un futuro ormai prossimo. Un destino già tracciato? Lui prende tempo. “Mike D’Antoni, uno dei guru del basket, mi vede già in NBA. In realtà vorrei fare almeno un paio di anni in Europa: ho bisogno di crescere ancora, e poi mi piacerebbe provare a vincere qualcosa. Non ho fretta. Tra l’altro non mi sono mai mosso da Bologna, non voglio fare un salto nel buio, ho bisogno di maturare anche come uomo, non soltanto come giocatore”.

Il cucciolo di casa
Quella di Marco Belinelli è la storia di un ragazzo “normale”. L’aggettivo lo ha scelto lui: tale vuole essere considerato, nonostante il successo e le tante soddisfazioni che lo hanno accompagnato in questo straordinario avvio di carriera. “Sono cresciuto – dice - nella periferia bolognese. Poca voglia di studiare, taciturno quanto basta, la passione per il pallone. Data la statura, 1,95, non eccessiva per un cestista, avrei anche potuto giocare a calcio. Ma a Bologna il basket non è soltanto uno sport, è uno stile di vita. Al momento di scegliere non ho avuto dubbi”.
Come sembra piccola, oggi, la sua San Giovanni in Persiceto. Un paese che è anche crocevia delle province di Bologna, Modena e Ferrara. Al centro dell’Emilia distratta da buona cucina, lambrusco e zanzare ma non al punto da dimenticare il basket. Il talento di Marco Belinelli è esploso nel momento in cui i fratelli Enrico ed Umberto hanno cominciato a portarsi dietro il cucciolo di casa. “I giochi erano quelli dei ragazzi di oggi. Qualche partita a calcio, il bigliardino in parrocchia e poi quel campetto della chiesa con due canestri dalle retine sempre filanti e lise. Lì sono nato io”.
Il basket, dunque, come vocazione primaria. Lo si intuisce quando, nelle sfide del sabato pomeriggio, i più grandi si danno battaglia e il più piccolo di età, Marco, comincia ad infilare canestri da distanze impensabili. C’è talento puro, ci vuole poco per capirlo. Così, compiuti i 6 anni, i fratelli Belinelli invitano papà e mamma ad iscrivere Marco alla squadra di mini basket del paese. Iscrizione accettata, ma bastano pochi giorni per farlo salire di… categoria e aggregarlo alla squadra dei più grandicelli, i bambini di 8 anni
Da San Giovanni in Persiceto alla Virtus Bologna il passo è breve. Settore giovanile con la maglia delle mitiche “V” nera, un maestro d’eccezione come Tanjevic, poi il colpo di scena. La Virtus vive momenti delicatissimi, arriva a un passo dal fallimento ed è astuto e caparbio Zoran Savic, diventato general manager della Fortitudo, l’altra metà cestistica di Bologna, a tesserare quel “rospetto” dal futuro assicurato.
La Fortitudo diventa il trampolino di lancio per Belinelli. Sotto la guida di Jasmin Repesa, oggi coach della Lottomatica Roma, Marco brucia le tappe sino alla conquista dello scudetto due anni fa, dopo una rocambolesca serie finale con Milano. Belinelli gioca quei play off in maniera determinante, fa subito la differenza. Soprattutto in semifinale, a Roma, decide il passaggio del turno con una prestazione da fuoriclasse. Sino ad arrivare alla scorsa stagione allorché, complice la partenza di Gianluca Basile per la Spagna casacca Barcellona, diventa la punta dell’attacco di una Fortitudo ringiovanita ma non per questo meno ambiziosa.

Spavalderia e umiltà
Il ragazzo di San Giovanni in Persiceto mette in fila grandissime prestazioni fatte di canestri decisivi e sfrontatezze inusuali per un giovane di appena 19 anni. Sino all’estate appena trascorsa, per Belinelli la più lunga, entusiasmante e difficile. Perché dalla soddisfazione per la convocazione con la Nazionale azzurra da protagonista assoluto si passa alla tormentata vicenda con il possibile passaggio alla Lottomatica Roma.
Marco vorrebbe seguire il suo maestro, Jasmin Repesa. La resistenza della nuova Fortitudo, presieduta da Michele Martinelli, e il lavoro dei fratelli Enrico e Umberto, oggi suoi procuratori, lo convincono tuttavia a rimanere a Bologna. Scelta mai più discussa e sicuramente azzeccata, vista la firma sul rinnovo del contratto con un ulteriore prolungamento. Una mossa che non cambia comunque i programmi di Marco Belinelli. Quando sarà il momento si dichiarerà al draft NBA e se tutto andrà come sembra verrà scelto tra i primi 10 giocatori al mondo per entrare a far parte nel gruppo dei grandissimi.
Qualcuno avanza critiche su certi atteggiamenti un po’ troppo spavaldi per un ragazzino Marco non è d’accordo. “È il mio modo di essere. In partita peraltro non sottovaluto mai gli avversari, e se dimostro sicurezza è perché sono sicuro di me stesso e perché l’avversario non deve leggere la paura nei miei occhi. Magari qualche volta esagero nel tiro fuori equilibrio ma è una mia caratteristica, ed è proprio questo mio modo di giocare, spesso, a fare la differenza. Se non ci provassi non sarei me stesso, segnerei la mia fine. Sono dell’idea che un giovane, se ha talento, abbia il dovere di osare l’inosabile. Perché porsi dei limiti?”.
Spavalderia da un lato, umiltà insospettabile dall’altro. Come quando analizza la sua esperienza nell’ultimo Mondiale. “Confrontandomi con i giocatori della NBA e con i più forti europei, mi sono accorto di avere la necessità di migliorare. Non so se sono sulla strada giusta, soltanto a fine stagione potrò avere una prima verifica. Il mio draft tuttavia sarà quello del 2008, non penso neppure a quello del 2007. Meglio aspettare e lavorare a fondo sui miei punti deboli, che sono ancora tanti”.
E la NBA? Belinelli sembra vere le idee chiare anche sul torneo statunitense. “Quanto alla NBA, anche se non mi pongo per ora il problema, il rischio di un fallimento va messo in conto: entri e giochi poco, non ti ambienti, gli altri non ti passano mai la palla. Ma vale la pena di provarci, Bargnani è andato nella squadra giusta, Toronto è fortissima. Anche se personalmente faccio il tifo per Miami. Un sogno nel cassetto? Mi piacerebbe confrontarmi con Kobe Bryant, da sempre il mio mito insieme con Ginobili, che ho visto spesso a Bologna in allenamento e che mi piace un sacco perché pur essendo ai vertici mondiali è rimasto un ragazzo molto umile.
Tra gli italiani nessun dubbio: è Basile il mio punto di riferimento, lo considero una coperta di Linus, in Nazionale è lui che mi guida e che mi consiglia. Lui oggi gioca a Barcellona ma abbiamo un obiettivo comune: si chiama Pechino 2008. Vincere l’Olimpiade sarebbe il massimo, non c’è NBA che tenga”.

ADALBERTO SCEMMA
(ha collaborato Emanuele Righi)
Nilus
Nilus
©AGOSTINO LONGO
Nilus


Gli amici di MondoerreGli Amici di Mondoerre

  

Gli amici di Mondoerre

01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 www.scuola.elledici.org www.igiochidielio.it BimboBell www.oratoriosing.it/ www.associazionemeter.it www.tremendaonline.com www.dimensioni.org www.esemalta.com www.noivicenza.it www.davide.it 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10