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MAMMA O NON MAMMA

C’è la mamma Vecchio Stile e quella Migliore Amica. La Tassista a Tempo Pieno e la Signora Bancomat. C’è la Miope Per Principio e quella Fuori Per Lavoro. Quella Dolce e quella Stressata. Quella che Sussurra e quella che Strepita. L’elenco potrebbe continuare all’infinito perché in ogni casa ce n’è una diversa. Per tutte però il mestiere di mamma è difficile, anzi, tra i più complicati al mondo.
Avere a che fare con ragazzini in età di scuola media richiede un impegno non indifferente: la mamma deve decifrare i silenzi, capire il perché di un muso lungo, tenere duro sugli orari di rientro a casa malgrado le insistenze e le lagne. La mamma deve far finta di non sapere nulla quando invece il segreto non è affatto tale per lei, deve tenere d’occhio il collegamento Internet e “d’orecchio” gli squilli del telefonino, deve sfogliare i quaderni dei compiti senza apparire però uno sceriffo. Be’, è proprio il caso di dire che “ci vuole un fisico bestiale”…
E, visto che in questo mese di maggio il calendario aiuta a pensare alla mamma, proviamo a esaminare qualche “modello” in cui ogni lettore potrà riconoscere un po’ della sua, di mamma.


Tanti modelli

Mamma Migliore Amica

È trendy e giovanile. Va dal parrucchiere e concorda lo stesso taglio di capelli per sé e per la figlia, acquista i vestiti nei negozi per ragazzine. Il complimento più bello che può ricevere quando è in compagnia della figlia è: “Sembrate sorelle”. Cerca di sapere tutto, ma proprio tutto, di quello che piace ai tredicenni: musica, film, fumetti, moda, linguaggio... Insomma, è una di loro. Però spesso essere “Migliori Amiche” porta a trascurare un po’ la disciplina e capita che i figli se ne approfittino.

Mamma Vecchio Stile
È quella che tiene tutto sotto controllo. Le amicizie dei figli sono passate al setaccio, prima di lasciarli uscire di casa li sottopone a un interrogatorio. Gli orari di rientro sono contrattati a tavolino e guai a sgarrare di cinque minuti. Severa, ma con giudizio. Non è che non si fida, ci mancherebbe, ma si preoccupa che le uscite dei figli si svolgano in assoluta sicurezza.

Mamma Tassista a Tempo Pieno

Al pomeriggio è tutta per i figli. Li carica in macchina, borsoni al seguito, e ne scarica uno in palestra, l’altro in piscina, il terzo al catechismo. Attende paziente che tutto finisca e poi si ricomincia il giro, ma all’incontrario. Accumula più chilometri lei di un guidatore di autobus. E siccome c’è sempre qualche amica che ha un’emergenza, si accolla anche i figli degli altri. Ma è organizzatissima e non arriva mai in ritardo. Il problema è che alla sera è uno straccio.

Mamma Bancomat
Tiene le finanze domestiche ed è a lei che bisogna rivolgersi per la ricarica del cellulare, per una maglia nuova, per la pizza con i compagni o per inserire il numero di carta di credito su i-Tunes per scaricare nuovi brani. La maggior parte delle volte bisogna tirare sul prezzo e contrattare, ma alla fine, se la spesa è giustificata, accetta di aprire il portafogli. Con la Mamma Bancomat bisogna difendere la paghetta settimanale con i denti, perché lei vorrebbe scalare da lì tutti gli extra. Vale una regola: vietato strafare.

Mamma Miope

I figli sono sempre bambini, anche alla soglia dei 13 anni. Li copre di baci e abbracci e li chiama “piccolini” in presenza di estranei (cosa indubbiamente imbarazzante). La sua “cultura giovanile” è rimasta a Winnie the Pooh. Se gli parlate di Beyoncé, risponde: “Chi, quella ragazzina irlandese che all’asilo ti dava i morsi sul braccio?”. E poi si sorprende se il “piccino”, che nel frattempo fa la terza media, vorrebbe, di tanto in tanto, fare il giro del quartiere con gli amici. Di cellulare, nemmeno a parlarne: “Sei troppo piccolo per queste cose”. La Mamma Miope è difficile da gestire: fa finta di non vedere che i figli crescono, preferisce immaginarli ancora teneri fagottini da coccolare. Ma niente paura: prima o poi si accorgerà che sono alti più di lei.

Mamma Fuori per Lavoro
È quella che torna a casa alle sette di sera e fa appena in tempo a chiedere “cosa avete fatto a scuola” perché è già ora di andare a dormire. Con lei i rapporti sono soprattutto telefonici. Ci si sente parecchie volte al giorno, più che altro per informazioni di servizio: “A che ora hai il tennis?”. “La prof ti ha consegnato il compito?”. “Non guardare troppo la televisione”. Ogni imprevisto la manda in crisi: il colloquio con le insegnanti necessita di un ampio preavviso, il torneo di basket provoca una rivoluzione dell’agenda, uno sciopero delle insegnanti crea il panico in casa. Il suo motto è: “Non conta quanto stai con i figli, l’importante è la qualità”. Sarà vero?

Il compito di educare

Il campionario delle mamme potrebbe continuare. Pregi e difetti, comunque, la mamma resta sempre la mamma: per ognuno la sua è la migliore, o quasi. “A me basterebbe che mi stesse un po’ a sentire, anziché darmi ordini per telefono”, commenta Francesco, 12 anni, che frequenta la seconda media fuori Milano. “Io con lei mi diverto, facciamo un sacco di cose insieme. Se non fosse così fissata con i compiti…”, aggiunge Sara, stessa età. “Io le racconto il meno possibile perché lei critica sempre tutto: questa amica non le va bene perché va troppo in giro da sola, quell’altra perché secondo lei si veste da grande… A me pare che non le vada bene niente, anche se lei sostiene che lo dice solo per il mio bene”, le fa eco Ilaria.
Come lei, molti ragazzini si lamentano perché la mamma vuole controllare tutto, dall’uso del telefonino alle e-mail, dai film in televisione alle letture, fino alla cosa più importante di tutte: le amicizie. Senza ricordare però che questo è un preciso compito dei genitori e che si chiama con una parola bellissima: educazione. E che l’educazione, appunto, non si ferma all’uscita della quinta elementare.

CATERINA MEALLI
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©AGOSTINO LONGO
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