Extra
Formula abbonamento
La Buona Notizia
La Buona Notizia
Spazio scuola
Scarica dai link qui sotto i pdf delle guide ai libri di Valerio Bocci.

LE PARABOLE SPIEGATE AI RAGAZZI

Scarica tutta la guida

I DONI DELLO SPIRITO SANTO SPIEGATI AI RAGAZZI

Introduzione
DONI

LE BEATITUDINI SPIEGATE AI RAGAZZI

Introduzione
BEATITUDINI

10 COMANDAMENTI SPIEGATI AI RAGAZZI
10 COMANDAMENTI

GUIDA ALLA LETTURA DELLE MEMORIE DELL'ORATORIO

Scarica tutta la guida
Guida Memorie

GUIDA ALLA LETTURA DI CHE RAGAZZI!

Scarica tutta la guida
Guida Che ragazzi
chiudi_box
01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 01 02 03 04 05 06 07 08 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10

UN CANGURO A 200 ALL'ORA

“La differenza tra Casey Stoner e Valentino Rossi? Soltanto una questione di gomme”. A garantirlo è Daniel Pedrosa, il pilota spagnolo che nel Moto GP funge ormai da terzo incomodo, sempre pronto a duellare con i due grandi protagonisti del Mondiale. È il modo più spiccio per non esprimere un parere, come se la lotta per il Mondiale si limitasse davvero a una pura contrapposizione tra mescole di gomma: la giapponese Bridgestone per Casey, la francese Michelin per Valentino.
La realtà, naturalmente, è ben diversa: in Moto GP l’elemento umano è quasi sempre determinante, l’abilità di un pilota si esprime in tanti piccoli dettagli che esulano da una pura valutazione di carattere tecnico. E tuttavia, proprio la volontà di Pedrosa di evitare una risposta precisa dà la dimensione della crescita di Stoner, per il quale un confronto con Valentino, soltanto pochi mesi fa, era addirittura improponibile.

Centauro di campagna
È cresciuta in proporzione, nel corso dei primi Gran Premi del Mondiale, anche la popolarità di Stoner. Il pilota australiano è alla seconda stagione di attività in Moto GP ma in realtà corre da 17 stagioni. Incredibile ma vero, per un ragazzo che ha soltanto 21 anni. Ma in Australia le competizioni per baby-piloti sono ormai una consuetudine. Guai a stupirsi dunque che il debutto di Casey sia avvenuto in età verdissima, al punto da fargli desiderare – una volta vinti un paio di… Mondiali - addirittura la pensione.
“Sono in Europa da otto anni – osserva Stoner - ed è un periodo lunghissimo, più di un terzo della mia vita. Per i primi due anni abbiamo abitato in Inghilterra, era una scelta da fare per realizzare i sogni che avevamo cullato. I miei genitori mi hanno seguito, sono loro grato perché hanno sempre creduto nel mio talento, anche quando non avevamo nemmeno i soldi per vivere decentemente. Adesso abitiamo a Montecarlo. È un posto dove si vive tranquilli, ma a mancarmi è soprattutto la mia Australia. Dipendesse da me starei tutto il giorno nella nostra fattoria a Newcastle, a nord di Sydney: mi piace lavorare in campagna, governare le mucche e i cavalli, pescare e soprattutto girare con la moto da cross in piena libertà”.
La velocità, per Casey, non è una ragione di vita ma è comunque un’abitudine consolidata. Precoce in tutto, a 21 anni è già sposato da due. Giovanissima anche la moglie Adriana, soltanto diciottenne. “Una persona unica – dice lui - che ha fatto tanti sacrifici per starmi vicino. Quando smetterò di correre si iscriverà a Medicina: vuole fare la pediatra, occuparsi dei bambini. Anche noi vorremmo avere dei figli ma al momento, con la vita che facciamo, è prematuro pensarci”.
Grazie a Casey Stoner, la Ducati può puntare ragionevolmente a vincere il titolo mondiale delle Moto GP, un successo che rilancerebbe l’industria motoristica italiana grazie anche alla leadership dell’Aprilia nelle cilindrate inferiori. La Ducati, oggi, è di gran lunga la più veloce tra tutte le moto in circolazione, può tenere agevolmente medie superiori ai 200 chilometri orari: possiede la classica “marcia in più” in rettilineo, come certifica Loris Capirossi compagno di scuderia di Casey. Proprio Capirossi, in un test cronometrato nello scorso febbraio, prima dell’inizio del carosello mondiale, ha toccato addirittura una punta di velocità di circa 330 chilometri all’ora!

Gioco di squadra
“La cosa migliore che ho fatto nella mia vita di pilota – garantisce Casey - è stata quella di venire alla Ducati. Nel team c’è una atmosfera straordinaria, il rispetto reciproco è la regola. Da parte mia credo di mettergli tutta la migliore volontà possibile per migliorare. Dicono che ho un buon carattere, che somiglio a Troy Bayliss, un grande del passato. In realtà amo molto il gioco di squadra, in sella alla moto ci va uno soltanto ma alle spalle di chi corre c’è un lavoro di équipe a dir poco straordinario”.
C’è un aspetto, del mondo della Moto GP, non facile da mettere a fuoco. La personalità di Valentino Rossi è talmente coinvolgente da calamitare durante ogni Gran Premio l’attenzione di tutti i media sulle evoluzioni della Yamaha, la moto giapponese che il “Dottore” cavalca ormai da cinque stagioni. Casey Stoner, che guida l’italianissima Ducati, viene invece riguardato come il “rivale”, l’avversario di turno che di appresta a insidiare la leadership di Valentino.
È l’esatto contrario di ciò che avviene per la “Ferrari”: è la Rossa a esaltare le folle, non chi la guida. Al punto che i Fisichella e i Trulli, bravissimi piloti di casa nostra, sono considerati a livello mediatico dei semplici comprimari. E quando capita loro (raramente, per la verità) di battersi allo stesso livello delle “Ferrari”, la stragrande maggioranza degli italiani tende a gufare sperando in una vittoria delle amatissime Rosse.

Rivalità e rispetto
Nonostante la lunga serie di duelli sul filo dei millesimi di secondo, tra Valentino Rossi e Casey Stoner non si è mai accesa una vera e propria rivalità. Agli occhi di Casey, Valentino era e rimane un idolo, un personaggio da prendere a esempio sia nello stile di guida che nel comportamento, sempre corretto, fuori dai circuiti. “Lo rispetto – osserva - soprattutto perché non lascia mai alcunché di intentato. Lui prova a vincere sempre e comunque, in qualsiasi situazione. La possibilità di vederlo correre in Ducati, come si sente dire in giro? Valentino ha detto di considerare l’ipotesi improponibile proprio perché in Ducati ci sono io. La considero una grande attestazione di stima”.
Oltre a Valentino quali sono i modelli cui Casey si ispira? “All’inizio della carriera – osserva lui - guardavo soprattutto a Mike Doohan. Ma il punto di riferimento principale è sempre stato mio padre, che da giovane correva a sua volta in moto e al quale devo il fatto di essere arrivato sin qui. In molti hanno cercato di portarmi su una strada sbagliata: grazie ai consigli di mio padre credo di aver sempre fatto le scelte più consone”.
In linea con il personaggio rilanciato dai media, Casey Stoner confessa di avere gusti molto semplici. “Se non avessi fatto il pilota avrei fatto probabilmente il meccanico, o magari il ciclista. Le mie letture? I quotidiani per tenermi aggiornato, poi qualche libro non troppo impegnativo. L’ultimo che ho letto è The power of one di Bryce Courtenay. Se sono religioso? Certo: sono cristiano praticante. Quando posso entro in una chiesa anche semplicemente per pregare”.
Che cosa ha portato di nuovo Casey Stoner nel mondo delle Moto GP? La sintesi è di Max Biaggi: “Casey è un pilota che ha voglia di primeggiare, di essere sempre il primo anche nelle prove libere e nelle qualificazioni. Appartiene alla generazione successiva a quella di Rossi: ha portata una ventata di novità nell’ambiente soprattutto dal punto di vista mentale”.

ADALBERTO SCEMMA
Nilus
Nilus
©AGOSTINO LONGO
Nilus


Gli amici di MondoerreGli Amici di Mondoerre

  

Gli amici di Mondoerre

01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 www.scuola.elledici.org www.igiochidielio.it BimboBell www.oratoriosing.it/ www.associazionemeter.it www.tremendaonline.com www.dimensioni.org www.esemalta.com www.noivicenza.it www.davide.it 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10