Dopo le medie la grande fuga
L’abbandono scolastico preoccupa anche il presidente della Repubblica Ciampi che ha posto tra le grandi sfide da affrontare l’abbattimento del tasso di dispersione scolastica. Secondo una recente indagine del Ministero dell’Istruzione, la percentuale di studenti che abbandonano dopo la medie è in crescita: 4,62% contro il 4,54% dello scorso anno.
Lasciano i nostri ragazzi e arrivano gli stranieri. La scuola non ha più frontiere: si calcola che saranno 555 mila gli studenti che frequenteranno le scuole italiane nel 2010. Arriveranno da ogni parte del mondo. Attualmente sono 186 i Paesi d’origine dei ragazzi stranieri che frequentano le scuole italiane.
I sciuscià di Baghdad
La guerra non finisce mai. Sulle strade di Baghdad si sono riversati migliaia di ragazzi affamati: a mendicare e, nel migliore dei casi, improvvisandosi strilloni e lustrascarpe. Li chiamano street children, bambini di strada. Come i nostri piccoli sciuscià che quasi 60 anni or sono affollavano le vie di Napoli.
Prima del conflitto l’Iraq aveva molti orfanotrofi assistiti dallo Stato. Sono stati riaperti, ma invano: i ragazzi vengono sequestrati, sfruttati dal racket della droga, costretti a elemosinare. Oggi nel Paese soltanto un ragazzo su quattro, fra i 6 e i 15 anni, frequenta la scuola. Se uno pensa alla fortuna che ha avuto di nascere e crescere in Italia, piuttosto che in Iraq, per un momento smette almeno di lamentarsi. E magari cominci a cercare di meritarsi quella fortuna.
La magia è finita?
S’intitola Mucche alla riscossa. In America è uscito ad aprile e, al di là del suo successo, rimarrà un film importante. Importante perché è l’ultimo cartone animato realizzato dalla Disney utilizzando ancora carta e matita. È la fine di un’epoca.
Anche il colosso che ha dato volto e “anima” a Topolino, Paperino e compagnia bella, ha ceduto il passo ai computer. Gli studi di Orlando, in Florida, sono già stati chiusi e tanti disegnatori e tecnici sono andati a spasso. Al loro posto, è nata una nuova “linea” totalmente informatizzata, che sta già lavorando a una nuova pellicola, Chicken Little, prevista per il 2005, realizzata interamente al computer. Insomma, a 67 anni dall’uscita sul grande schermo di Biancaneve e i sette nani, finisce un’epoca.
Colpa del mercato, sostengono i manager dell’azienda. Ormai funzionano personaggi e scenari tridimensionali, non c’è più spazio per le immagini tradizionali. I numeri sembrano dare loro ragione: al botteghino film come Atlantis e Il pianeta del tesoro non hanno reso quanto sperato, al contrario di Alla ricerca di Nemo, interamente costruito con la grafica computerizzata.
Mi chiedo una cosa: ma davvero il merito del successo dei film “computerizzati” si deve alle macchine? John Lasseter, cervello della Pixar, la casa che ha realizzato Toy Story, Nemo e altri film, ha sempre dichiarato di puntare, prima di tutto, ai contenuti della storia e ai loro personaggi, altrimenti non c’è computer che tenga. E io condivido pienamente questa opinione.
CARLO CONTI RISPONDE
Pallone violento
Sono rimasto colpito dai fatti accaduti nel derby romano e dalle ennesime violenze intorno allo stadio. Non è la prima volta. Anzi, ogni domenica si può dire che succede qualche tafferuglio. Perché non si riesce a togliere il teppismo dagli stadi come in Inghilterra?
Danilo, Cremona
Caro Danilo,
me lo sono chiesto tante volte anch’io. In Inghilterra, la violenza è stata repressa grazie a una severa e continua azione da parte del governo e delle forze dell’ordine, che hanno varato leggi precise che vengono applicate. E la situazione, gradualmente, è cambiata, almeno nel loro Paese. Va detto, infatti, che quando i cosiddetti hooligans varcano i loro confini, non risparmiano vandalismi vari.
A innescare gli scontri, comunque, sono sempre una minoranza e, sulla carta, sembrerebbe facile isolarli. La realtà, purtroppo, ci smentisce ogni domenica. Credo che il problema coinvolga più parti: società di calcio, club di tifosi, forze dell’ordine, responsabili degli organismi sportivi e del governo. E, sopra ogni cosa, occorre la volontà di fermare la violenza.