Il caso ha voluto che una nota serie tv si intitolasse come loro, Lost, "Perduti", ma a differenza dei protagonisti dei telefilm, "naufraghi" su un’isola piena di insidie e misteri, la band non si è smarrita nella giungla musicale italiana. Anzi, ha trovato il sentiero per uscire dal sottobosco e mettersi così in luce.
Un sentiero che, all’inizio, ha portato a MySpace, la piazza virtuale dove ormai tutti

si propongono con la speranza di ottenere qualche visibilità. Per il quintetto vicentino è andata subito bene: le
loro canzoni sono piaciute ai webnauti e hanno così conquistato il contratto discografico.
D’altra parte, i Lost era da tempo che lavoravano nelle retrovie per trovare la formula giusta per potersi esprimere, ovvero un rock-pop energizzante e melodico al tempo stesso. Tanti mesi di prove e di studio e le partecipazioni a concorsi e manifestazioni varie sono alla fine serviti per dare equilibrio al loro sound.
Così, all’inizio del 2008, è uscito XD, album che ha veleggiato sicuro per l’intero anno nelle classifiche incamerando il disco d’oro per le vendite. Un lavoro che ha prodotto quattro singoli e altrettanti videoclip, un tour applaudito e la possibilità di aprire i concerti delle uniche date italiane di star come Simple Plan e Tokio Hotel.
Non sorprende, allora, la recente pubblicazione di Lost live @ mtv.it, un cd-dvd con l’esibizione tenuta dal gruppo sulla prua di una nave ancorata nel Porto Antico di Genova. Il cofanetto raccoglie tutti i loro hit, una versione inedita del singolo Nel silenzio, due cover e tante curiosità.
Mondo Erre ne ha parlato con Walter Fontana, voce e autore dei testi della band.
L’intervista
Quale bilancio ti senti di fare di un anno vissuto così intensamente?
In effetti sono accadute un sacco di cose. Un disco che ha funzionato, che ci ha permesso di girare dei video in località che fino ad allora avevamo solo sognato di vedere: Los Angeles, Amsterdam, Valencia. Poi l’apertura per i concerti di gruppi famosi, dove abbiamo ricevuto un’ottima accoglienza, senza contare i buoni riscontri del nostro tour. Belle esperienze, insomma, e tutte positive: non si poteva chiedere di meglio. Per questo, è nato questo progetto live.
Quanto è cresciuta la band in questi mesi?

Il palco è una palestra insostituibile e siamo migliorati sia come musicisti che come persone: condividere insieme questa avventura ci ha uniti ancora di più. Vedere che il sogno di fare questo mestiere è diventato realtà, viverlo ogni giorno con intensità è magnifico.
La popolarità vi ha cambiato?
Le nostre vite non sono più quelle di prima. Quando usciamo di casa, i ragazzi ci riconoscono, alcuni fan sanno anche dove abitiamo e magari li ritroviamo ad aspettarci davanti a casa. La cosa ovviamente fa piacere e non lascia indifferenti. Tuttavia, non ci siamo montati la testa, anche perché il nostro successo è stato graduale, vissuto mese dopo mese, e sappiamo di avere ancora tanto da imparare. Ci interessa, insomma, fare bene la nostra musica.
In quale modo si è accesa la scintilla per le sette note?
Seguendo, da appassionati, le band straniere e sognando di ripercorrere la vita dei tour che vedevamo nei loro dvd. Aggiungi che noi tutti, in tempi diversi, ci eravamo avvicinati alla musica, quando ci siamo incontrati è stato quasi automatico formare i Lost.
Oltre alla musica, sei appassionato di pittura. I tuoi testi si legano a ciò che dipingi?
Innanzitutto, non sono veri e propri dipinti, ma piuttosto disegni astratti, che mi

aiutano ad esprimere le mie emozioni, al pari della musica. E spesse volte sono serviti da spunto per scrivere le canzoni, visto che hanno un peso importante nella mia vita.
Ti è più facile fare un disegno o scrivere un testo?
Dipende dallo stato d’animo. Talvolta basta una macchia sul foglio di carta o pochi minuti per buttare giù le parole di una canzone per esprimere ciò che provo. Altre volte occorre più tempo; non c’è una regola.
Siete stati protagonisti di una recente iniziativa che vi ha portato in alcune scuole. Con quali risultati?
Decisamente positivi. Abbiamo suonato un set acustico, insolito per noi ma affascinante, ma soprattutto ci ha permesso di confrontarci con gli studenti rispondendo alle loro curiosità sull’essere musicisti e le difficoltà di questo mestiere.
Quale tipo di messaggio volete dare ai ragazzi?
Vivere intensamente il presente, senza pensare troppo al domani e al passato. Ogni giorno ti offre qualcosa e bisogna saperlo cogliere, tenendo presente ovviamente determinati valori, come l’amore, l’amicizia, il rispetto per l’ambiente.
©Mondo Erre - Claudio Facchetti