Per niente stupida!

La sera del 24 marzo Alessandra Amoroso non se la scorderà mai più per tutta la vita. È la fase finale di Amici, l’ora del verdetto, e lei si gioca la vittoria con il compagno e amico di squadra Valerio. ParteWe are the champions dei Queen, si accende il maxi video davanti ai due artisti in erba, i secondi sembrano infiniti. Poi appare la foto di Alessandra: ha vinto anche l’ultima sfida, la più importante. Piovono coriandoli e stelle filanti, scrosciano gli applausi. Lei un po’ ride e un po’ piange, si scioglie il trucco sulle sue guance. Incomincia una nuova avventura: domani sarà un altro giorno.

 

In poche ore, con la velocità di uno Shuttle, è così cambiata la vita di Alessandra, una vita dedicata alla musica e a rincorrere il sogno di riuscire a fare la cantante di professione mentre lavorava come commessa. Una passione coltivata da autodidatta a Lecce, dov’è nata, inseguendo le note di Aretha Franklin o Alicia Keys, per molte colleghe imprendibili, ma non per lei.

 

E proprio questa sua facilità di arrivare sullo spartito dove per altre è impossibile, unito a un particolare timbro agro-dolce, le hanno fatto superare le prove di Amici, diventando anche una beniamina del pubblico in sala e televisivo. Lo si era già capito alcuni mesi fa all’uscita della compilation Scialla: ad Alessandra erano state affidate tre canzoni inedite di cui una, Immobile, finita direttamente in testa alle classifiche.

 

Un antipasto a una portata più ricca, ovvero il suo mini-cd Stupida, pubblicato dopo la finale di Amici e subito diventato un successo. Per Alessandra, è iniziata così la "dura" vita della star: incontri oceanici con il pubblico (a Bari ha firmato oltre 600 autografi), ospitate radio e tv, interviste. Compresa questa per i lettori di Mondo Erre.

 

Da piccolina. Ho sempre cantato, a scuola e nel coro della chiesa, mi piaceva il gospel: il primo brano che ho eseguito è stato Oh Happy Days. È quindi arrivata la folgorazione per il film Sister Act e le sue canzoni, l’avrò visto decine di volte, tanto che per un po’ ho pensato che avrei fatto la suora da grande. E poi karaoke a valanga.

 

Ho imparato tantissimo, senza dubbio, soprattutto a lavorare sulla precisione, su cui devo ancora migliorare. Gli insegnanti, e in modo particolare lo "zio" Jurman, mi hanno seguito con attenzione e sono migliorata: quando, alla fine del percorso, ho ricantato il brano che avevo portato al provino, ho sentito la differenza.

 

I sacrifici sono iniziati quando sono entrata nella scuola di Amici: prima avevo partecipato solo a qualche concorso canoro senza aver mai preso lezioni di canto. Inoltre, per fare il programma, ho dovuto lasciare subito la mia vita, la famiglia, le amiche del cuore. Così sono incominciate le mie crisi esistenziali.

 

In parte, perché provo sempre un pizzico di disagio nel lasciare la mia città, i miei affetti. Gli impegni si stanno moltiplicando e sono sempre con i bagagli in mano. Voglio però stare con i piedi per terra, fare le cose per bene senza dovermene pentire dopo come una… stupida.

 

Nella vita capita a tutti di sbagliare, e tante volte mi sono data della stupida guardandomi allo specchio per non aver fatto la scelta migliore, pur avendola sotto gli occhi.

 

È stato emozionante, divertente e massacrante, perché ho dovuto eseguire tutte le canzoni in un giorno solo. Ma avevo con me le mie amiche che mi sostenevano dietro il vetro dello studio. Alla fine, ero soddisfatta: finalmente avevo realizzato un cd con solo la mia voce dentro.

 

No, mi sono stati suggeriti e si adattano perfettamente alla mia voce. All’inizio avevo qualche timore nell’affrontarli in italiano, visto che il mio timbro si coniuga meglio con l’inglese, ma una volta sentiti tutte le perplessità sono svanite. Sono davvero delle belle canzoni pop, dove mi trovo a mio agio.

 

Sto facendoci l’abitudine, anche perché non ero preparata all’affetto della gente: seguivo la scuola, mi "allenavo" per la trasmissione e mai avrei potuto immaginare quello che è accaduto dopo. Una volta finito Amici sono rimasta sbigottita: le persone sotto casa, i ragazzi che mi vogliono incontrare, il mio viso sui giornali… E tutto questo per me, una pazza scatenata di 22 anni: è bellissimo, ma non capisco cosa abbiano visto in me di speciale.

 

Spero che sia così. È la cosa che mi fa stare più bene di tutte: essere riuscita a farmi capire con la musica, aver dato un brivido a chi mi ascolta.